L’Udeur si appella a Napolitano, mentra la signora Mastella viene accolta da applausi e cori


Clemente Mastella


Mentre Sandra Lonardo, moglie dell’ex Ministro della Giustizia Clemente Mastella, arriva per il suo interrogatorio di garanzia di 15 minuti, accolta da applausi e cori, infuria la polemica nell’arena politica.


Lei si difende, definendo l’indagine falsa e sottolineando: Mai minacciato o tentato di coartare la volontà di chicchessia. Uno striscione la accoglie, davanti alla procura di Santa Maria Capua Vetere: Libera Sandra, liberi tutti.


Nel dibattito, si analizzano a toni accesi il ruolo della magistratura, la sua difesa, e le sue presunte colpe. La scelta di delegittimare l’operato della magistratura è irresponsabile poiché può solo generare sfiducia nelle istituzioni e attentare alle basi della convivenza civile: l’Associazione Nazionale Magistrati ha preso posizione oggi, al termine di una riunione, contro gli attacchi ai giudici. Attacchi a profusione, attacchi dall’alto, attacchi pesanti, attacchi con eco: attacchi legati al Mastella & Consorte Affaire.

Il battito dell’altra campana è arrivato quasi contemporaneamente. L’Udeur, cui questa faccenda della giustizia e la piega che sta prendendo non vanno affatto giù, ha chiesto l’intervento del Presidente della Repubblica. Marco Travaglio riassume: oltre alla signora Sandra, presidente del Consiglio regionale della Campania, sono finiti agli arresti il consuocero Carlo Camilleri, già segretario provinciale Udeur; gli assessori regionali campani dell’Udeur Luigi Nocera (Ambiente) e Andrea Abbamonte (Personale); il sindaco di Benevento dell’Udeur, Fausto Pepe, e il capogruppo Udeur alla Regione, Fernando Errico, e il consigliere regionale dell’Udeur Nicola Ferraro e altri venti amministratori dell’Udeur.


Insomma, l’Udeur tira ora in mezzo Giorgio Napolitano. Il quale, quando è stato eletto, forse non credeva che la vita del Capo di Stato italiano, una figura di rappresentanza, fondamentalmente, fosse sì perigliosa. Chiediamo al Capo dello Stato di intervenire in occasione del plenum del Csm l’8 febbraio con parole chiare perché quello che sta accadendo è di una gravità inaudita. Non si può usare la clava della giustizia per finalità eversive come sta avvenendo in Campania da parte di un pezzo di magistratura: parola del Capogruppo alla Camera, Mauro Fabris.


Lo stesso Mastella, però, ci va cauto. Non ascolterete da me giudizi politici, questi li farò con maggiore serenità quando avremo superato questo momento. Ora ho il dovere di pensare a mia moglie, ai miei figli e a quelli che si ritrovano in galera per avere fatto una interrogazione. Una presa di distanza, insomma, da parte dell’ex Guardasigilli, coerente con l’immagine di commosso marito che ha dato fin dall’inizio della vicenda.


L’Anm, al canto suo, ci prova ad uscire dal pericoloso circolo vizioso della polemica innescatosi da qualche giorno. Il caso Mastella non deve diventare occasione per una battaglia tra politica e magistratura: a dirlo è il segretario dell’Associazione nazionale magistrati Luca Palamara. Non vogliamo che una decisione giudiziaria sia strumentalizzata per creare un conflitto. La politica torna a occuparsi di noi in occasione di una singola vicenda giudiziaria che lambisce un determinato interesse politico: non si può distinguere il magistrato buono da quello cattivo perché la difesa si fa nella sede naturale che è quella del processo.


Questa mattina, dunque, il Parlamentino dell’Anm ha approvato con 20 voti favorevoli (Unicost, Md e Verdi) e cinque astenuti (Mi) un documento nel quale condanna gli attacchi, nei confronti della magistratura. Gli attacchi della politica, gli attacchi nati insieme all’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere. Il documento della seduta è chiaro: L’esecuzione di recenti provvedimenti cautelari a carico di amministratori pubblici ed esponenti politici ha sollevato una violenta polemica nei confronti della magistratura che viene accusata di esercitare il potere giudiziario al di fuori delle regole e con finalità politiche.


Il Consiglio Superiore della Magistratura, attraverso il suo vicepresidente, Nicola Mancino, prova a smorzare i toni: Ci sono qua e là delle esagerazioni. Il mio augurio è che i vari organi giurisdizionali che saranno chiamati in causa possano chiarire meglio perché mi sembra eccessiva la qualifica di associazione a delinquere. Leggi: Udeur.


Silvio, invece, fa i suoi collegamenti storici al coapetto di alcuni giornalisti. 1992, anno di Mani Pulite. C’è quello che qualcuno ha chiamato dei pacchetti di mischia di magistrati, qualcuno orientato politicamente e pregiudizialmente contro i partiti che non sono della sinistra, qualcunaltro contro anche a protagonisti della sinistra che non godono di simpatia. Io credo, quindi, che ci sia un assoluto bisogno di una riforma dell’ordinamento giudiziario della magistratura.


La voce che fu di Mani Pulite risponde che la magistratura va rispettata. Gli sfoghi di Mastella non possono far parte di una relazione sullo stato della giustizia perché fanno parte delle esternazioni di una persona coinvolta in indagini insieme a suoi familiari. Il ministro però si dichiara pronto a votare la relazione presentata dal ministro della Giustizia quella mattina. In Italia, nel suo sistema, è inutile prendersela con i magistrati che scoprono reati e fanno il loro dovere. Una relazione che dica che l’emergenza democratica deriva dall’azione della magistratura e non dai comportanti illeciti, immorali ed incivili che vengono posti in essere mi pare davvero un paradosso.


Non tarda la reazione dell’Udeur e di Fabris. Ci aspettavamo oggi che Di Pietro stesse zitto. Uno che per nove mesi ha difeso a spada tratta De Magistris oggi avrebbe dovuto chiedere scusa agli italiani visto che il Csm, e non la politica, ha ritenuto colpevole De Magistris. E invece senza pudore arriva a dichiarare che non voterà mai le dichiarazioni di un indagato. Chiediamo all’impudico Di Pietro se ciò valga anche per il presidente Prodi, indagato in quel di Catanzaro.


Ma non è solo il Ministro per le Infrastrutture ad avere parole dure nei confronti di Mastella. C’è chi intende la politica come lottizzazione, come clientela. Non sono un giurista, non sono nemmeno un avvocato, e quindi non sta a me dire se in quelle carte c’è qualche cosa di penalmente rilevante nei confronti di Mastella, dell’Udeur. Certo è che da quelle intercettazioni risulta evidente come, soprattutto in alcune aree del Paese e non solo in Campania, c’è chi intende la politica come lottizzazione, come clientela, come diritto di consigliare o addirittura di imporre questo o quell’incarico. Questo era Gianfranco Fini, leader di Alleanza Nazionale.


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