Legge 30 del 14 febbraio 2003, ovvero la legge Biagi

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Immaginate di poter essere licenziati con un preavviso di soli cinque giorni… da subito riceverete un’indennità di disoccupazione dell’80 per cento… E poi, entro tre mesi, l’Ufficio pubblico del lavoro preparerà un job plan su misura per voi, che vi potrà trovare non solo un nuovo lavoro, ma un buon lavoro. Lo avete immaginato? Ecco, scordatevelo. A meno che non vogliate ad andare a lavorare e vivere in Danimarca. Ma questa è un’altra storia.
Oggi, per l’appuntamento con Istruzioni per l’uso, parliamo del mercato del lavoro italiano e più specialmente della famigerata legge Biagi. Per farlo sinteticamente ma con la dovuta chiarezza e precisione, ci tocca sin da subito puntualizzare quello che ad alcuni è parso un equivoco e ad altri un gesto di cattivo gusto.
La legge 30 del 14 febbraio 2003 infatti, recante come titolo “Delega al Governo in materia di occupazione e mercato del lavoro”, varata dal secondo governo Berlusconi, è stata dagli stessi esponenti della maggioranza definita Legge Biagi, in memoria del giuslavorista Marco Biagi, ucciso dalla nuove Brigate Rosse, il 19 marzo 2002 a Bologna. Coloro che non vogliono associare alla memoria del professor Biagi la legge perché ritengono che il progetto da lui ideato differisca con la legge effettivamente poi varata dal governo, la chiamano alternativamente legge 30 o legge Maroni. Chiaro no?
Detto questo cerchiamo adesso di inquadrare il significato della legge 30, e per farlo è necessario descrivere, pur brevemente, il contesto sociale che ha portato alla riforma.

L’Udeur si appella a Napolitano, mentra la signora Mastella viene accolta da applausi e cori

Clemente Mastella
Mentre Sandra Lonardo, moglie dell’ex Ministro della Giustizia Clemente Mastella, arriva per il suo interrogatorio di garanzia di 15 minuti, accolta da applausi e cori, infuria la polemica nell’arena politica.
Lei si difende, definendo l’indagine falsa e sottolineando: Mai minacciato o tentato di coartare la volontà di chicchessia. Uno striscione la accoglie, davanti alla procura di Santa Maria Capua Vetere: Libera Sandra, liberi tutti.
Nel dibattito, si analizzano a toni accesi il ruolo della magistratura, la sua difesa, e le sue presunte colpe. La scelta di delegittimare l’operato della magistratura è irresponsabile poiché può solo generare sfiducia nelle istituzioni e attentare alle basi della convivenza civile: l’Associazione Nazionale Magistrati ha preso posizione oggi, al termine di una riunione, contro gli attacchi ai giudici. Attacchi a profusione, attacchi dall’alto, attacchi pesanti, attacchi con eco: attacchi legati al Mastella & Consorte Affaire.

Mastella, l’Udeur, YouTube e il Governo. Storia di un ricatto

Ricatto
A dirla tutta, era banale e scontato. Solo ieri, nel commovente intervento alla Camera, Clemente Mastella, tra una ricostruzione di cospirazione e un pensiero strappalacrime alla moglie, confermava le sue dimissioni da Ministro della Giustizia MA promettendo al Governo l’appoggio esterno dell’Udeur. Certo, metà dell’Udeur è indagato – hanno arrestato l’Udeur, titolava Beppe Grillo sul suo blog – ma insomma la parola appoggio è pur sempre la parola appoggio. Quanto meno, non vuole dire, in italiano corrente, remare contro. Et voilà.
Nella notte, qualcosa sarà cambiato. O meglio, la difesa di Mastella appare ora molto irritata. Giudicati da una macchietta che sta su You Tube. Questo il feroce attacco dell’ormai ex Guardasigilli al giudice che sta indagando su lui e sulla moglie, Sandra Lonardo. Contemporaneamente, il nuovo Ministro della Giustizia ad Interim, tale Romano Prodi, si sta dando da fare nel suddetto dicastero, dicendo ai sottosegretari: Dobbiamo velocizzare i processi.
L’Udeur, dall’alto della sua ragionevolezza e memore dei messaggi e delle promesse di ieri, minaccia: O lunedì si vota una mozione a favore di Mastella o è crisi.