Veltroni e la sconfitta



A Sinistra non parlano di sconfitta. Boselli ha parlato di

cedimento strutturale della sinistra italiana

Dando poi la colpa dei risultato socialista a Veltroni.


E’ che negli ambienti, la parola sconfitta è un tantinello dura da pronunciare. Massimo Giannini, su la Repubblica, il 18-04-2008 ha intervistato Uolter.

Segretario, in questo amaro day-after elettorale c´è una parola chiave che lei non ha ancora pronunciato

Fa lo gnorri, ma il giornalista la specifica, quella parolaccia. Forse rigirando il coltello nella piaga?

Io non ho alcuna difficoltà a parlare di sconfitta. Ma attenzione. La sconfitta c´è stata nella sfida per il governo: ero il primo a sapere che questa era una missione difficilissima, che non era certo facile vincere in soli quattro mesi invertendo una tendenza negativa consolidata in due anni. Ma se guardiamo alla costruzione di una grande forza riformista, allora non si può proprio parlare di sconfitta: è stato un miracolo, perché oggi quella forza ha recuperato più di 10 punti, esiste ed è finalmente una realtà del Paese


Pulito, per carità. Veltroni lo aveva detto. Profeticamente. E la frase aveva cominciato a circolare, prepotentemente. E infatti, il giornalista Giannini rimembra all’intervistato: Si ricorda la lezione di Nenni sulle «piazze piene e le urne vuote»?

Piazze piene ne ho avute, eccome. Ma ho avuto piene anche le urne: ora il Pd ha una forza impensabile fino a sei mesi fa…


Il problema è un altro. Il problema sono i numeri. E Veltroni ha filosoficamente ragione, probabilmente, nel vedere il bicchiere mezzo pieno ha anche umanamente ragione. Ma il Pdl ha ottenuto alla Camera oltre 17 milioni di voti, circa 3,5 milioni in più del Pd e dell´Idv. Risponde Veltri:

Il Pd è andato molto bene nelle zone urbane e nei capoluoghi di provincia. A Torino siamo cresciuti del 6,6%, a Milano del 9,1%, a Venezia del 6,9, a Genova del 6,3%, a Bologna del 6,8%, nelle aree del Nord-Est siamo il primo partito. Anche al Sud a Napoli il Pd è cresciuto del 5,4%, a Palermo del 7%. Al contrario, abbiamo sofferto nelle aree più diffuse e periferiche, e qui pesano fattori sociali e politici


Le ragioni di una sconfitta. L’ex candidato premier, ora capo dell’opposizione e dell’eventuale governo ombra, la spiega così.

Abbiamo perso per due ragioni di fondo. La prima ragione riguarda il Paese. La società italiana è fortemente attraversata da un sentimento di insicurezza, per esempio rispetto al fenomeno dell´immigrazione, e di paura per un possibile peggioramento delle condizioni di vita. Il voto riflette questo bisogno di protezione, che non a caso ha premiato soprattutto la Lega. Noi, in quattro mesi di campagna elettorale, abbiamo capovolto i ruoli, presentandoci come una grande forza di modernizzazione. Ma nel Paese, evidentemente, ha prevalso un istinto di difesa e di conservazione, di cui la destra si è fatta interprete. Dobbiamo aprire una grande riflessione sui mutamenti della società italiana, chiamando a raccolta le energie e le competenze migliori. È uno dei nostri primi impegni

Amen.


Lascia un commento