Pd, tutto Veltroni: “Non discuto Bersani ma il partito deve essere altro”

Walter Veltroni torna a disquisire degli equilibri (precari) che interessano il Partito Democratico e coglie l’occasione della video chat con i lettori di repubblica.it per affrontare in maniera trasversale ciascuna delle criticità che insistono in seno al Pd.

Ha parlato del segretario – Pier Luigi Bersani – ma anche dell’opportunità di pensare a una leadership proveniente dall’esterno (come avvenne con Romano Prodi ai tempi – fausti – dell’Ulivo); el lavoro – positivo – di Nichi Vendola e del senso di un documento redatto da Veltroni e dal suo entourage nel quale l’ex segretario chiede il ritorno allo spirito maggioritario.

Allenaze e candidati, sottolinea l’ex primo cittadino della Capitale, vanno fatte solo dopo aver costruito il partito. I punti salienti dell’intervento di Veltroni:

Pd: Rutelli sta con Franceschini, mentre Marino si candida

rutelli

Francesco Rutelli, ex sindaco di Roma – tra le tante – dice che ci sta. Sta con Dario Franceschini, e ne appoggia la candidatura alla segreteria del Partito Democratico. Ma. C’è un ma, costituito da decise condizioni poste da Rutelli a Franceschini in occasione del suo appoggio esplicitato in chiusura della due giorni dei Liberi Democratici (chi?).

Se stiamo insieme ci sarà un perché... E anche un ma, si potrebbe aggiungere. Ecco il suo aut- aut

Il suo programma deve essere compatibile con i nostri obiettivi e la responsabilità del partito sia a livello centrale che territoriale deve essere improntata sulla condivisione leale e trasparente

Altrimenti, dice, resteremo sì democratici, ma più liberi.

Fecondazione assistita, Fini e la costituzionalità

La legge 40 del 2004 fu varata in Italia con circa vent’anni di ritardo rispetto ad altri paesi. Una legge chge regola la fecondazione assistita e che è stata recentemente dichiarata, in alcuni suoi passaggi, incostituzionale.Sul banco degli imputati, all’interno del testo normativo, soprattutto un articolo. I giudici della Consulta hanno infatti dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 14, comma 2.

Il comma 2 dell’art. 14 della 40/2004 dice:

2. Le tecniche di produzione degli embrioni, tenuto conto dell’evoluzione tecnico-scientifica e di quanto previsto dall’articolo 7, comma 3, non devono creare un numero di embrioni superiore a quello strettamente necessario ad un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre

A violare la Costituzione, per i Giudici della Suprema Corte, è la previsione che vi sia un solo e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre di embrioni.

Congresso Pdl, il capolavoro di Berlusconi

Tre giorni di congresso, e ora è tutto finito. L’opera è compiuta. Musica, trionfi, inni. Tutti sul palco per il gran saluto, tra Silvio Berlusconi, ministri, leader, micro-leader. Non c’era Gianfranco Fini, e neppure Renato Schifani.

Porteremo l’Italia fuori dalla crisi senza lasciare indietro nessuno e difenderemo democrazia e libertà

Ma Silvio, mentre Gianfranco lo guardava da lontano, non ha risposto ad una sola delle domande – input? Spunti? – che il Presidente della Camera aveva ieri “rilasciato” da quello stesso palco.

Congresso Pdl, parla Fini

Congresso del Pdl, seconda giornata. Live dalla Fiera di Roma Edoardo Colombo in missione emozionata, entusiasta e un po’ commossa laggiù. Oggi interverranno i Ministri del Governo Berlusconi, accompagnati da quelli dei leader dei gruppi parlamentari di quello che è, dopotutto, un nuovo partito sulla carta.

E sta arrivando l’attesissimo intervento del presidente della Camera, Gianfranco Fini. Mi permetto di riportare alcuni commenti al merito sul profilo di Facebook di Edoardo.

A me preoccupa di più Fini quando si rimangia di aver detto che Mussolini è stato un grande statista.. Fortunatamente il duce non l’ha conosciuto, altrimenti chissà cos’abrebbe potuto dire di lui!! Va bene evolversi, va bene smarcarsi dal passato, ma un zichinin di coerenza non sarebbe fuori luogo!!

Ed ecco il discorso di Fini.

Fini spegne la fiamma di An e dice qualcosa di sinistra

An non esiste più. Gianfranco Fini l’ha salutata oggi, tra reazioni decisamente contrastanti. L’hanno applaudito, certo. Ma solo, ed esclusivamente quando approccia temi di destra. Ignazio La Russa a un certo punto arriva addirittura a fomentare il pubblico per farlo smuovere, come accade negli studi televisivi. Certo, c’è emozione. Certo, c’è affetto. Certo, non c’è Almirante.

Il discorso non ha infuocato. Ha lasciato probabilmente perplessi. Così lo raccontano. Non che ci si sia stupiti della fusione nel Pdl. La faccenda è metabolizzata, più o meno. C’è chi ricorda che sono 15 anni che si fanno “battaglie in comune“.

Solo che poi Gianfranco Fini (colui che, per gli ambieneti parlamentari, potrebbe essere ottimo segretario del Partito Democatico) si è messo a dire qualcosa di sinistra.

Obama, messaggio all’Iran

Obama, messaggio all’Iran. Ecco il testo integrale del discorso mandato in video da Obama, in cui si rivolge – è un momento storico – direttamente al popolo e ai leader iraniani.

Votatelo a piè di pagina, dopo il salto.

Tassa una tantum ai ricchi. Bossi come Little John

Qui Franceschini è Robin Hood, e Umberto Bossi mi interpreta Little John. Dario Franceschini sembra un uomo in cerca di identità. Per sè e per il Partito Democratico. (Negli ambienti parlamentari circola la barzelletta, battuta, o realtà estrema: Gianranco Fini sarebbe un ottimo segretario, in fondo. Per il Pd, naturalmente).

La sinistra e la sua identità sociale, per andare a rinverdire ormai congelate passioni e bollori di vecchi elettori smarriti e fuggiti a gambe levate. Ed ecco allora l’uomo alla ricerca di sè proporre prima di tutto il sussidio ai disoccupati. Non pago della bocciatura del suddetto, Franceschini-Robin ci riprova.

Ecco la rivoluzionaria proposta: un contributo straordinario per l’anno in corso – sapete com’è, sono tempi di crisi e qualcuno si dovrà pur sacrificare – di due punti Irpef. Da chiedere a chi? Robin Hood dice: ai redditi superiori ai 120.000 euro. Che non vedono l’ora, possiamo scommetterci.

Veltroni: “il mio mandato a disposizione”

Veltroni rimette il suo mandato. Certo, i fatti di Sardegna sono un duro colpo. Una sconfitta cocente che obbliga il Partito Democratico a fare un esame di coscienza (l’ennesimo). Questa mattina si è riunito il coordinamento del partito riunito. Presenti Pier Luigi Bersani, Enrico Letta, Rosy Bindi, Piero Fassino e i capigruppo di Camera e Senato, Antonello Soro e Anna Finocchiaro. Oltre, naturalmente, al Segretario. Si riuniranno ancora, durante il resto della giornata. E dopo l’annuncio, certo eclatante, del loro leader unico (?):

Il mio mandato è a disposizione

Questo quanto annunciato – finalmente, diranno alcuni – da Walter Veltroni. Un profondo riassetto. La necessità di cambiamento – di ricostituzione se non proprio di costituzione ex novo – non è più procrastinabile. I presenti rispondono:

La leadership non è in discussione

Ammettere una sconfitta è faccenda assai complessa, soprattutto tra i politici italiani. Walter ha risposto:

Ci penso, ma non cambio idea

Zingaretti? Mejo di Veltroni

Pierluigi Diaco – che, udite udite, ha già la sua paginetta su Wikipedia, pensa te –  scrive per Novella 2000 del buon Nicola Zingaretti. Che, in verità e meno sorprendentemente, ha a sua volta una pagina wikipediana. È il fratello più piccolo del Commissario Montalbano.

Si domanda, il Diaco, se, dopo Veltroni (e i suoi evidenti successi) a condurre il Partito Democratico (ammesso che non ammettano che è il caso di smantellarlo prima) sarà il fratello minore del Commissario Montalbano, pardon, Luca Zingaretti.

Riferisce Diaco che il buon Nicola – che su Facebook ha 1.219 sostenitori – sul popolare social network risponde ogni dì ai fans. Ah, Diaco, in realtà qui leggo (ore 0.21 del 5 febbraio 2009): Nicola Zingaretti non ha attività recenti. O forse è quest’altro Nicola Zingaretti, con 4.982 amici? Neanche qui grossi dibattiti comunque…

Pd, “la prossima volta vinceremo”

Il Partito Democratico: “la prossima volta vinceremo”. Coro unanime di applausi in Parlamento per la riuscitissima battuta. L’ho sempre detto che sono dei simpatici umoristi.

Walter Veltroni (chi?) redivivo. Si muove, si smuove, nell’estremo tentativo di uscire da un’impasse imbarazzante che ha minato l’identità stessa di qualcosa che, così, non c’è mai stato. Walter Veltroni (sempre lui) annuncia oggi tre giorni di mobilitazione contro la crisi, insieme a un nuovo Viaggio in Italia (si vede che Johann Wolfgang Goethe – e chi per lui – gli è proprio piaciuto), attraverso le province italiane. Non solo – qe qui c’è il culmine: di dice certissimo che

Vinceremo le prossime elezioni, quando esse siano

Immagino speri che siano parecchio più in là nel tempo. Lunga vita al Governo, quasi…

Berlusconi: “piano Marshall” per il Medio Oriente

Silvio Berlusconi e il suo “piano Marshall”. Aiuti concreti e carabinieri italiani ai valichi, nonché pattugliamenti in mare. L’Italia – nella persona e nelle parole del suo Presidente del Consiglio – si offre anche di ospitare una conferenza di pace a Erice.

Erice, comune di 28.880 anime della provincia di Trapani, sull’omonimo Monte (e nome di un personaggio mitologico ucciso da Ercole) è, per Silvio, la chiave dei secolari problemi del Medio Oriente. Non si può dire certo che non sia un ottimista. Ecco la sua proposta, per la quale è volato a Sharm el Sheikh per partecipare al vertice tra leader europei e arabi alla presenza del segretario generale dell’Onu dopo la prima giornata senza sangue dopo più di tre settimane.

L’Italia vuole esserci: carabinieri ai valichi (non lo ricorda nessuno, ma truppe italiane sono già impegnate in Sinai con missioni internazionali), pattugliamento in mare, aiuti umanitari e assistenza ai feriti. Oggi il Ministro degli Esteri Frattini sarà in Palestina a portare viveri e medicine, e saranno trasportati da noi bambini feriti per essere curati. Offerta antica – Silvio dice di battersi da oltre 30 anni per la pace in MO – sottolineando di essere dalla parte di Israele.

Appuntamento a Erice?

Cristiano Di Pietro indagato

Indagato Cristiano Di Pietro.
La Procura di Napoli lo ha iscritto nel registro degli indagati per le seguenti ipotesi di reato: corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Il tutto, nell’ambito dell’inchiesta sul malaffare gestito dall’ex provveditore alle opere pubbliche della Campania e del Molise, Mario Mautone.
Il padre, il leader di Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, è stato sentito ieri per tre ore dal procuratore aggiunto Franco Roberti e dai sostituti D’Onofrio, Falcone e Filippelli.
E si scatena la polemica. Il Giornale gongola, Libero si accoda, Travaglio lo difende ma gli dice basta familismo nell’IDV. Perché ccà nisciuno è fesso

Socialismo Francese: Una poltrona per due…donne

Ci sono segni, nella vita della popolazione mondiale, che non possono lasciare indifferenti. Forte segno fu l’11 settembre che fece cominciare l’epoca del terrore e della sua battaglia, forte segno fu l’elezione del primo presidente di colore della storia che aprì, metaforicamente, la porta alla nuova politica che avanza.

Forte segno sarà anche in Francia che dopo aver eletto un presidente che dopo un annunciato divorzio, peccato che non lo abbia addirittura dichiarato in campagna elettorale sarebbe stato un punto raggiunto, e un ipermediatico matrimonio con la auto dichiarata ex italiana Carla Bruni, pardon Carlà Brunì, ecco che il partito socialista decide che bisogna innovarsi e di pronta risposta avrà come leader una donna.

Ancora non si sa chi, ma il ballottaggio parla chiaro: la sfida si giocherà tra Segolene Royal e Martine Aubry. La prima già nota agli onori delle cronache come la perdente della sfida presidenziale con Sarkozy, la seconda come sindaco di Lilla, nonché figlia d’arte essendo il padre Jacques Delors, ex ministro dell’economia francese ed ex presidente della Commissione Europea.