Un cittadino più uguale degli altri. Anzi, quattro

Via libera del Consiglio dei ministri al disegno di legge sull’immunità delle più alte cariche istituzionali. Strano a dirsi. Oggi Veltroni ha dichiarato – era ora, per quanto inutile, e ci si domanda per quale motivo mai ai giornaliti non venga a chiederlo a chi di competenza – ma, prima e a prescindere da Uolter, saranno giorni che frullerà nella testa di tutti, più o meno, una frase che suona così: ma non c’è nulla di più urgente?
Il Governo si è insediato da 50 giorni, a occhio e croce. E non c’è niente di più urgente? Proprio niente? Qual è la pregnanza del cosiddetto lodo Schifani bis? Un clima politico più sereno, ho sentito dire da qualcuno del Pdl.

Un fantasma si aggira per il loft. E’ il fantasma del Pd

Veltroni Fassino
I palazzi del potere. Un luogo strano. La foto è della sottoscritta, e oltre che prenderne il copyright, ne prendo il merito. Era lì. Il quadro perfetto di un’Italia che non c’è, non c’è mai stata, non è stata capace di esserci e per ora, decisamente, non ci sarà. Era impossibile lasciarsela sfuggire. Un dovere morale. Una necessità estetica, oltre che simbolica.
Guardandomi in versione Giapponese alla Camera in gita, impertinente moschino inutile, il Secco Fassino cosa avrà pensato? Avrà pensato? Cosa starà dicendo Walter Veltroni in questo preciso istante di storia? Erano in un angolo. Mentre la Camera era in festa, il Transatlatico era attraversato da Gianni Alemanno trionfante, deputati vecchi e nuovi si scambiavano mail e numeri di telefono e si raccontavano la propria storia. Studiandosi. Social networking, socializing, ho sentito dire da alcuni di loro. Al via, ufficiale, la XVI Legislatura – abbiamo persino il nuovo presidente del Senato, Schifani. Per l’incoronazione di Fini alla Camera e di un ex missimo alla terza carica più alta dello Stato, appuntamento a domani.

Roma e la questione sicurezza – Parte II: tragico déjà vu

deja vu
Tempi duri per la Capitale, dunque. Strumentalizzazione sì, strumentalizzazione no. Gianni Alemanno che si precipita alla stazione de La Storta, alla periferia di Roma, direzione Bracciano e Viterbo, rimembra prepotentemente la visita che Gianfranco Fini fece a Tor di Quinto, all’indomani dell’uccisione di Giovanna Reggiani.
A La Storta una ragazza, una studentessa universitaria da poco a Roma, originaria del Lesotho e figlia di un ambasciatore, è stata aggredita, accoltellata all’addome e violentata ripetutamente da un immigrato romeno. La ragazza è stata soccorsa e salvata da una pattuglia in servizio, dopo la segnalazione di due ragazzi.
All’epoca dell’omicidio Reggiani, Fini giunse e di lui ancora si pensava che potesse essere il candidato made in Casa delle Libertà per Roma Capoccia. Le parole di Alemanno, oggi, non si lasciano sfuggire il collegamento.

Purtroppo è in parte la ripetizione del caso Reggiani

Veltroni e la sconfitta

A Sinistra non parlano di sconfitta. Boselli ha parlato di

cedimento strutturale della sinistra italiana

Dando poi la colpa dei risultato socialista a Veltroni.

E’ che negli ambienti, la parola sconfitta è un tantinello dura da pronunciare. Massimo Giannini, su la Repubblica, il 18-04-2008 ha intervistato Uolter.

Segretario, in questo amaro day-after elettorale c´è una parola chiave che lei non ha ancora pronunciato

PD, per molti ma non per tutti

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La nottata del 4 Marzo difficilmente verrà dimenticata. Almeno da quanti si trovavano in Via Nazionale, per l’ultima riunione ufficiale al Botteghino. In ballo c’era la definizione dei candidati nelle liste bloccatissime del PD. Presenti tutti i maggiorenti del nuovo partito di centrosinistra – pardon – riformatore. Lotta fratricida tra ex margheritini ed ex diessini per la spartizione dei posti di comando. Si sono fatte le cinque…
Le rotative dei giornali non hanno fatto così in tempo a passare in stampa le liste definitive del PD, che il web ci ha svelato fin da stamattina.
E’ stato uno sporco lavoro, ma qualcuno doveva pur farlo.
Il lavoro si è rivelato sporchissimo, non sporco. Sono successe cose inenarrabili. Esclusioni eccellenti ed inclusioni preoccupanti. E non ce ne vogliano la ministra Bonino e la buona call centerista siciliana – scivolata in una notte dal primo al nono posto in lista – ma stiamo parlando di cose serie. Il piddì sembra infatti aver applicato il criterio dell’invalicabilità delle tre legislature in modo molto discutibile.
Si direbbe che hanno depenalizzato il falso in lista, rigorosamente bloccata.

Donne in rivolta. Contro la sinistra

Aborto
Io vorrei che per una volta Veltroni, Fassino,Bertinotti & Co. la smettessero di abbassare sempre la testa, perchè ora hanno veramente rotto le palle con tutto questo perbenismo. E’ ora di prendere posizioni di decidere da che parte stare. W Zapatero. Questo è solo uno dei tanti commenti alla petizione. Le cui prime firmatarie sono, in ordine rigorosamente alfabetico: Simona Argentieri, Natalia Aspesi, Adriana Cavarero, Isabella Ferrari, Sabina Guzzanti, Margherita Hack, Fiorella Mannoia, Dacia Maraini, Alda Merini, Valeria Parrella, Lidia Ravera, Elisabetta Visalberghi.
L’appello è forte, e a prescindere dal contenuto (se possibile) è l’ennesimo richiamo ad una sinistra che si guarda bene dal rappresentare il suo elettorato.
Caro Veltroni, caro Bertinotti, cari dirigenti del centro-sinistra tutti, ora basta! L’offensiva clericale contro le donne – spesso vera e propria crociata bigotta – ha raggiunto livelli intollerabili.

E Franceschini usò la parola sbagliata: “Francese”

D’alema

Dario Franceschini, numero due del neonato – e già assai tribolato – Partito Democratico, ha lanciato mercoledì una proposta che ha scatenato le polemiche più disparate. Il modello francese. Elezione diretta per dare forza al capo del governo. Il 2008 deve essere l’anno del cambiamento se l’Italia vuole reggere la sfida della globalizzazione. E in effetti, la sfida della globalizzazione, con un occhio ai rifiuti di Napoli e un altro agli operai bruciati vivi aTorino, è faccendanon di poco conto. Il Partito democratico non è nato per vivacchiare ma per cambiare il Paese usando la forza che gli hanno dato i tre milioni e mezzo delle primarie. Bontà vostra.