Risultati ballottaggio primarie Pd

Pier Luigi Bersani ha vinto il ballottaggio delle primarie del Pd o, se preferite, del centro sinistra. Come era prevedibile – complici anche esplicite sponsorizzazioni dei tre candidati eliminati al primo turno – i voti dei vendoliani e dei (pochi?) sostenitori di Tabacci e Puppato, sono confluiti nelle tasche dell’attuale segretario del Pd, che ha potuto avere la meglio sullo sfidante, Matteo Renzi. Ma siamo sicuri che in queste primarie vi sia stato un vero perdente, e che le posizioni di Renzi siano da accantonare in seguito a tale sconfitta?

Quel di cui si può certo vantare il sindaco di Firenze è esser riuscito sostanzialmente nel suo obiettivo: “rottamare” buona parte della vecchia classe dirigente, e provocare quel (in)giusto terremoto che ora potrebbe portare a nuovi equilibri all’interno del Pd.

È pur vero che quel 40 per cento di voti ottenuti dal sindaco di Firenze è probabilmente inferiore a quanto Renzi auspicasse – se pur ha mai pensato, anche solo per un momento, di poter vincere veramente la tornata elettorale. Ad occhi esterni, quali i nostri, il 40 per cento sopra citato appare un dato estremamente rilevante, considerato che Renzi aveva, di fatto, contro, il quasi intero apparato parlamentare del Pd, una larga fetta di sindaci e di governatori del centro sinistra, i tre candidati al primo turno poi eliminati (qui l’andamento della giornata).

Ad uscirne rafforzato è tuttavia anche il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, con il suo (circa) 60 per cento di preferenze. La sfida con Renzi nascondeva ben più insidie di quelle inizialmente attese, ed ha confermato che la struttura ossea del Pd è comunque fedele alla gerarchia partitica.

Ma il risultato – dicevamo – Renzi l’ha comunque ottenuto: “Adesso devo predisporre i percorsi e gli spazi per dare occasioni alle nuove generazioni” – ha infatti dichiarato Bersani a due ore dalla chiusura formale dei seggi e pochi minuti dopo le dichiarazioni dello sconfitto.

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