Per chi suona la campana dell’Iowa

Bell

E ora, Hillary ha un po’ paura. I sondaggi l’hanno sempre data in testa, lei, senatrice di ferro dai numerosi scandali e da sempre sulla scena pubblica, di cui però nessuno conosce forse veramente il carattere reale. (Il marito?). Obama l’ha praticamente raggiunta. Di lui i media parlano e straparlano. Conoscendo, se possibile, ancora meno. Partono oggi le prime verifiche, un po’ come a scuola. Un pezzetto di momento di verità, nella corsa affannata e ormai anche troppo famosa alla White House, comincia a intravedersi oggi.

Accorrete dunque, abitanti dell’Iowa. Sfidate i meno 12 gradi – col vento, in realtà, anche di più. Gli elettori in questione si riuniscono quindi in caucus, quelle assemblee di partito che segnano l’avvio delle presidenziali. Una curiosità. Molti si saranno domandati “cosa può mai essere questo caucus???”. Caucus è una parola che proviene dalla lingua degli indiani d’America. Ironia della sorte. Ci sarebbe da chiedere ai suddetti nativi che ne pensano. La parolina magica vuol dire incontro tra capi tribù. Si tratta dell’assemblea di attivisti a livello di distretto. In questo contesto si scelgono i delegati da inviare alle riunioni dello Stato cui appartengono. Nella lingua dei vincitori, e non degli Indiani d’America, caucus e primarie serviranno appunto a far scegliere agli elettori i delegati alle convention che incoroneranno tra fine agosto e inizi settembre i candidati dei due partiti alla successione dell’attuale Presidente George W. Bush. E del suo cagnolino Barney.

Gli equilibri repubblicani sembrano stabili. Il conservatore cristiano Mike Huckabee è in testa, ma non di molto, sul mormone Mitt Romney e sul senatore veterano del Vietnam John McCain. La celebrazione del voto si aprirà alle 18 – local time – per i democratici, e mezz’ora dopo per i repubblicani. I primi risultati si avranno perle ore 21, always local time.

Polemica anche sui numeri del bacino elettorale: voteranno 250 mila persone, sui due milioni aventi diritto. Perplessità, di conseguenza, negli osservatori, nei commentatori e nei media, che si interrogano sul reale peso dell’Iowa nella corsa alle presidenziali e sui tanti investimenti fatti dai candidati: più di 50 milioni di cui 30 in spot televisivi.

Per la delizia degli elettori, l’ultima odierna apparizione dei candidati tutti è stata in mattinata nei talk show tv. Obama, sulla Abc, è positivo: “questo è l’inizio, non la fine“. Mitt Romney dichiara fiero: “Va bene anche se arrivo secondo“. Sottolinea anche di essere l’unico repubblicano che si è battuto equamente in due stati: l’Iowa, ma anche il New Hampshire (voto previsto perl’8 gennaio).

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