Il ritorno della figliol prodiga

Finalmente il giorno è giunto. Quasi come se fosse una specia di “Judgement Day”, il giorno del giudizio. Perchè tutti in fondo si aspettavano con tanta ansia ed emozione il ritorno pubblico di Hillary Rodham Clinton dinanzi all’elettorato americano, di fronte al quale inevitabilmente avrebbe dovuto fare passare l’importanza di un messaggio sopra gli altri: “Votate Obama e non McCain”.

Hillary: I will survive, anche all’evasione fiscale

Iwillsurvive

La senatrice Clinton sostiene di essere troppo occupata per divulgare la sua dichiarazione dei redditi ma visto che è stata in grado di finanziare la propria corsa con 5 milioni di dollari di tasca propria, ci sembra molto strano che non abbia ancora ingaggiato un contabile

Risponde così, Barack Obama, alla vittoria della sua nemica.

La Clinton ha vinto nettamente in Ohio, 56% a 42%, in Rhode Island, 58% a 40%, e in Texas. Pensavamo di essercela tolta di… La si dava per dispersa, senza speranza, niente da fare. E invece niente. Anche il nostro Uolter dice che la rimonta è possibile. Mentre Silvio risponde: in caso di pareggio, qui si riandrà alle elezioni. Prospettando un futuro di campagna elettorale perenne, di circolo infinito, voteremo per sempre, per sempre si andrà a votare ciclicamente. Non se ne uscirà più, ed è drammatico e terrificante perchè non se ne può, invece, già più.
Lei, che aveva visto il baratro più nero, la figuraccia abissale, il dover giustificare molto anzi troppo, vede uno spiraglio di luce in Texas. E in Ohio. Il suo giorno di inizio rimonta – ci si prova, insomma – è finalmente arrivato.

Per chi suona la campana dell’Iowa

Bell

E ora, Hillary ha un po’ paura. I sondaggi l’hanno sempre data in testa, lei, senatrice di ferro dai numerosi scandali e da sempre sulla scena pubblica, di cui però nessuno conosce forse veramente il carattere reale. (Il marito?). Obama l’ha praticamente raggiunta. Di lui i media parlano e straparlano. Conoscendo, se possibile, ancora meno. Partono oggi le prime verifiche, un po’ come a scuola. Un pezzetto di momento di verità, nella corsa affannata e ormai anche troppo famosa alla White House, comincia a intravedersi oggi.