Hillary Clinton, ovvero: come si rosica made in US

Hillary Clinton
Hillary Clinton sta, come si direbbe a Roma, rosicando. Tsunami Barack è il suo incubo infinito. L’afroamericano è alla sua decima vittoria consecutiva dopo il Supermartedì del 5 febbraio scorso. 10. 10 vittorie per lui.
In Wisconsin si è portato a casa il 58% dei voti, contro il 41 dell’ex First Lady. Nelle native Hawaii è un tripudio (Hillary aveva sperato nel miracolo, ma niente): il 76% è un risultato pesante. Per le isole, inoltre, il momento è importante: sempre, le votazioni per le primarie sono fino ad ora arrivate quaggiù alla fine,a conti e giochi fatti. Oggi le isole hanno invece votato nella consapevolezza che i giochi sono aperti, e che il supporto è decisivo. Dall’altro lato del mondo, ma fa assai meno notizia mediatica e ha sempre solo un trafiletto di attenzione, il meno colorito John McCain ha stracciato Mike Huckabee nel Wisconsin e nella seconda parte delle primarie dello Stato di Washington, dove si era già imposto il 9 febbraio anche se di stretta misura, e adesso ha vinto con margine maggiore.

USA: La spintarella di Romney

Parlare di elezioni USA e non discutere di Democratici mi farà divenire impopolare tant’è che infatti tutti i lettori che si aspettano anche solo una parola su Obama e Clinton farebbero meglio non leggere oltre. Oggi si parla di Repubblicani, argomento che di sicuro mi farà divenire impopolare, ma che mi sembra giusto trattare visto il solito silenzio che viene buttato su questi candidati da parte dei media internazionali.

Per una volta non è così. Anche perchè sembra che la corsa verso l’elezione di novembre alla casa Bianca abbia preso una piega a senso unico. Direzione intrapresa grazie all’intervento di Mitt Romney, anche egli candidato alla presidenza.

Vediamo di fare un po d’ordine, un ripasso della situazione ci sta visto che non siamo abituati a parlare di loro. Se dalla parte democratica la lotta è voto a voto, dalla parte repubblicana la partita sembra già vinta, con John McCain ampiamente in vantaggio con oltre 800 delegati seguito da Mike Huckabee con 217.

Primarie USA: Volata finale

Ormai ci siamo. Se fossimo nel ciclismo potremmo dire ufficialmente che siamo appena passati sotto l’insegna dell’ultimo chilometro di una tappa di pianura. I velocisti sono nelle primissime posizioni pronti a partire, i gregari si sono messi in disparte tranne quei pochissimi “eletti” che tireranno il loro compagno di squadra fino a poche centinaia di metri dalla linea del traguardo.

Il traguardo è lì, poco lontano, e sembra proprio che i candidati destinati alla vittoria per i loro schieramenti saranno Barack Obama e John McCain. Cerchiamo di capire come le situazioni stanno andando da entrambe le parti.

Primarie USA 2008, Hillary è “tornata”

Hillary Clinton

Trionfante, sorridente, distesa. Sono anche sparite di nuovo quelle rughe imbarazzanti che un fotografo dell’Associated Press aveva impietosamente ritratto nei giorni scorsi. Hillary Clinton è tornata. E i media Usa già chiosano con acidità: è grazie all’effetto lacrime. Emotività e gioventù sfiorita a parte, la senatrice, che soltanto ieri era data ormai per politicamente spacciata, e che aveva più volte dovuto precisare ai suoi elettori che non si sarebbe ritirata, vive da stanotte una nuova primavera. Contro tutte le previsioni della vigilia, ribaltate, e contro l’assalto mediatico dei giorni scorsi, l’ex first lady ha battuto il favorito Barack Obama nelle primarie democratiche del New Hampshire. Dopo una nottata di testa a testa, ecco il risultato finale: Hillary batte Barack 39 a 37.

Enorme e sorprendente affluenza di elettori, in New Hampshire, che hanno votato secondo logiche differenti rispetto ai loro predecessori dell’Iowa. Moltissime nuove registrazioni: giovani al primo voto ma anche persone che sono tornate alle urne dopo anni di disaffezione verso la politica. Totale: mezzo milione di persone, e cioè esattamente il doppio rispetto al passato nonchè praticamente il 40% della popolazione. Questa dinamica spiegherebbe anche la disattesa dei pronostici e gli errori dei sondaggi. Insieme ad una chicca degli osservatori: le lacrime e la commozione di due giorni fa di Hillary Clinton le avrebbero sponsorizzato una non indifferente aggiunta di voti, rendendola più umana e allontanandola da quell’aura di freddezza e rigore che la circondava.

Barack Obama: semplicemente surfing Iowa

Obama

E Barack Obama ha avuto una bella soddisfazione. In Iowa, il giovane senatore afroamericano dell’Illinois ha battuto John Edwards e Hillary Clinton – a dirla tutta, anche John Edwards ha battuto Hillary Clinton – e, naturalmente ne gioisce.
Il tempo del cambiamento è arrivato: sarò il presidente che riporterà a casa i soldati dall’Iraq, che garantirà la sanità a tutti gli americani e metterà fine ai regali fiscali alle grandi multinazionali. Prove generali da Presidente degli Stati Uniti d’America. Ma la strada per la Casa Bianca è ancora molto lunga e tortuosa. Novembre è lontano, Hillary non demorderà e men che mai demorderanno i repubblicani.

L’affluenza è stata l’altra grande sorpresa di questo primo appuntamento. Perchè è andata contro ogni tendenza più recente: è ritornata ad essere molto alta, ed una partecipazione del genere, negli Usa, non si vedeva da anni. Ne ha beneficiato, soprattutto, proprio Obama, che si è accaparrato il consenso e il relativo voto di molti giovani che hanno partecipato massicciamente ai caucus per la prima volta nella loro vita, spinti da una voglia e una necessità, probabilmente, di cambiamento e di azione.

Per chi suona la campana dell’Iowa

Bell

E ora, Hillary ha un po’ paura. I sondaggi l’hanno sempre data in testa, lei, senatrice di ferro dai numerosi scandali e da sempre sulla scena pubblica, di cui però nessuno conosce forse veramente il carattere reale. (Il marito?). Obama l’ha praticamente raggiunta. Di lui i media parlano e straparlano. Conoscendo, se possibile, ancora meno. Partono oggi le prime verifiche, un po’ come a scuola. Un pezzetto di momento di verità, nella corsa affannata e ormai anche troppo famosa alla White House, comincia a intravedersi oggi.