Primarie USA: John Edwards, l’ago della bilancia

Il 6 maggio si avvicina a vista d’occhio. Un martedì. Una giornata che potrebbe essere il giorno dell’apocalisse per Hillary, oppure il giorno del terrore per Obama. Quello di cui siamo certi però è che, quasi sicuramente, sarà il John Edwards day.

Sto osservando la vostra espressione colpita da stupore, con un grande punto di domanda posto sopra la vostra testa e con una questione che vi ronza per la testa, ovvero “Edwards chi?”

I più sportivi potrebbero scambiarlo per Colin Edwards, grande corridore in motocicletta attualmente a cavallo di una Yamaha “privata” in MotoGP, oppure con Johnatan Edwards, altro grande atleta britannico già campione e primatista nel salto triplo. In realtà non stiamo parlando di nessuno di questi, ed ecco quindi il vostro punto di domanda farsi sempre più grande.

Molto semplicemente John Edwards è il terzo candidato alle presidenziali da parte democratica. Ovviamente la vostra confusione non fa che aumentare ma in realtà è proprio così. Con i 18 delegati conquistati attualmente occupa la terza posizione come candidato democratico con “solo” 1700 delegati di distacco dal leader Obama.

Inutile dire che “molto probabilmente” non vincerà lui questa corsa alle primarie, ma attualmente sta sicuramente facendo la differenza. Un distacco, quel centinaio di delegati, quello tra Obama e la Clinton che, con tutta certezza, sarebbe stato molto minore in sua assenza.

La mentalità dei democratici, al momento attuale è molto strana e personalmente è di difficile comprensione. Inizialmente sostengono a gran voce il loro candidato coloured, quell’Obama che, nonostante tutto, sembra sfruttare alla grande la sua immagine e così fa arrivando, fino alle primarie in Iowa, con un grande sostegno.

Improvvisamente poi la svolta. La ripresa improvvisa e forse insperata di Hillary e il repentino cambio di sostegno (silenzioso si intende…). E adesso ecco che tutti fanno i difensori della Clinton e della “sconfitta” che il povero Edwards gli ha causato in Iowa.

E proprio per questo in molti hanno chiesto, al povero Edwards, di mettersi da parte in North Carolina, altro stato in cui, secondo i più, potrebbe conquistare qualche delegato, in quanto, al pari dell’Iowa, è uno stato dove il “ruba-delegati” Edwards ha fatto molto.

Non solo il comitato democratico chiede al candidato di farsi da parte, ma sostanzialmente tutto l’elettorato democratico a richiederlo. Molto probabilmente perchè, per la paura che tutti possano votare Edwards, il 7 maggio potrebbero poi ritrovarsi a dover scegliere tra tre candidati. Masochisti no?

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