Amnesty International: l’Italia s’è desta. Razzista



Già non era dignitoso essere su basse performance nelle classifiche delle principali organizzazioni internazionali in difesa della libertà di espressione e stampa. Ora sbuca fuori anche il razzismo.


Paolo Pobbiati, Presidente Amnesty International:

Ogni anno facciamo questo rapporto. Il 2008 è anno particolare: cade il 60esimo anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino. L’idea, allora, era quella di buttarsi alle spalle tutta una seria di orrori. In 60 anni sono stati fatti dei progressi: per noi, altamente insufficienti. Chiamiamo in causa soprattutto i Governi, la Comunità internazionale, gli Stati. I paesi più potenti a livello internazionale. Fanno scuola. Stati Uniti, Unione Europea, Cina, Russa. Stati Uniti: Guantanamo, la tortura che loro non chiamano tortura, le deportazioni. C’è un’erosione del sistema dei diritti umani. La tortura: gli Stati Uniti la definiscono in maniera diversa. E questo abbassa gli standard in tutto il mondo.

Un corposo capitolo del suddetto rapporto Amnesty, il rapporto annuale sui Diritti umani, parla… dell’Italia.

La tendenza, si dice, ad attribuire a gruppi etnici le colpe di singoli. Non mancano nele rapporto i fatti impuniti del G8. Sia ben chiaro. Amnesty attacca, se di attacco si può parlare, tutta la politica italiana. Da Uolter al neo-Presidente della Camera.


La sicurezza. Dal terrorismo alla cronaca di tutti i giorni, diviene, nel mondo, il volano per chiudere le porte in faccia ai flussi migratori – salvo necessità economiche di Stato. Serve, giustifica perfettamente il pugno di ferro con chi è già sul territorio. Amnesty International stavolta non perdona. Mette in evidenza con istituzionale e internazionale voce l’errore di prospettiva che fa vedere un episodio di cronaca come l’omicidio di Giovanna Reggiani per mano di un rom

non come l’ennesima violenza contro una donna, ma come il sintomo inequivocabile di una tendenza alla violenza e all’illegalità di gruppi di persone e di minoranze, in base alla nazionalità, all’appartenenza etnica, al luogo in cui dimorano


Razzismo e xenofobia, inutile girarci intorno. Per un popolo che l’emigrazione l’ha vissuta col sangue sulla propria pelle, nella Storia. Anche l’Anti-Defamation League bastona: l’Italia fa di tutte le erbe un fascio. E non è dignitoso sentirselo dire. Punizioni sommarie, quelle sui rom: così appaiono le ultime vicende del Belpaese. Ignorando il principio di responsabilità individuale.

Le minoranze non sono le uniche a essere colpite

Vedi G8 di Genova.


Vogliamo farne una questione di quantità? La relazione sull’Italia è durata il doppio di quella sul resto del mondo. Italia, Paese di civiltà, tra i pià avanzati al mondo – così le piace ancora pregiarsi. Walter Veltroni? Prima proclama che

prima dell’ingresso della Romania nell’Ue, Roma era la metropoli più sicura del mondo

Gianfranco Fini? Parlando dei rom si domanda

come sia possibile integrare chi considera pressoché lecito e non immorale il furto


2 commenti su “Amnesty International: l’Italia s’è desta. Razzista”

  1. Se l’Italia è razzista cosa sono le società africane da anni dedite al massacro etnico reciproco ? Andatelo a chi9edere ai soloni di Amnesty, che non perdono mai occasione per dire frivolezze.

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