Obama nel nome delle donne

La storia ce lo ha sempre insegnato: affinchè un governo possa resistere, durare con successo governato da un uomo al suo fianco vi deve essere una grande donna.
Una donna che non deve essere obbligatoriamente la fidanzata, la moglie o l’amante, quanto invece una consulente, un sostegno, una compagna di squadra.
Perchè nell’ambito politico se è vero che gli uomini, essendo soprattutto in maggioranza, sono in grado di accentrare a se la maggior parte del potere, è altrettanto vero che le donne sono fondamentali con la loro dialettica e i loro modi di fare per ottenere ottimi risultati su tutti i campi.

Devono aver pensato questo anche i democratici visto che, dopo aver lanciato la proposta shock di candidare, in caso di vittoria di Obama, la Clinton come vice presidente ora sono emerse ben altre 3 candidature in rosa come VP degli Stati Uniti d’America.
Come biasimarlo il povero DNC. Sono mesi che sta soffrendo sotto i colpi incessanti di una primaria combattuta ancor peggio di una presidenziale, è naturale che vorrebbe una situazione più tranquilla dopo la possibile vittoria di Barack.
Le 3 ulteriori candidate, oltre alla Clinton che comunque ha fatto sapere che con tutta probabilità rifiuterà la proposta, sono donne già impegnate nel mondo politico a stelle e strisce.
I loro nomi sono sulle bocche di tutti e mirano ad avvicinare quell’elettorato “bianco” che altrimenti potrebbe scappare e votare repubblicano alle prossime elezioni. Le tre candidate sono il governatore del Kansas Kathleen Sebelius, il governatore dell’Arizona Janet Napolitano e la senatrice del Missouri Claire McCaskill.
Pare proprio che sia quest’ultima la preferita da DNC e dai democratici in generale per la candidatura come vice-presidente.
Una candidatura che al di là della sua importanza in sé, vuole dimostrare come nella vita di tutti i giorni anche le donne possono, e devono, avere delle possibilità. Come la McCaskill alla quale non posso che augurare, nel caso venisse scelta, il migliore in bocca al lupo.

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