Obama’s Team: La compagnia multicolore

Maligni voi che leggete! So che qualcuno di voi, alla lettura del titolo e all’accostamento del nome Obama e il termine multicolore avrà sicuramente pensato ad una sua nuova abbronzatura. Non preoccupatevi, tranquillizzatevi, fortunatamente questa volta non parleremo di queste doti “naturali” date al neo-presidente degli Stati Uniti d’America quanto invece alle tinte che ha preso la nuova squadra di governo creata da Barack Obama e che è stata presentata ufficialmente al popolo americano. Una squadra che dimostra, una volta di più, l’idea di cambiamento tanto annunciata dal coloured candidate, quanto effettivamente messa poi in pratica.


Non vi è distinzione di colore politico e non vi è diseguaglianza tra obamiani e clintoniani: per Obama l’unica idea fondamentale è stata quella di avere intorno a sè gli uomini migliori. Il periodo sicuramente non è dei più rosei e per riuscire a venirne fuori a testa alta è necessario uno sforzo comune con persone che sappiano dove mettere le mani. Questo il proposito di Obama, neo-presidente che vuole dimostrare al mondo il suo interesse verso una nuova America.

Rinnovamento che parte, però, da nomi noti, anche fin troppo noti. Hillary Clinton nominata Segretario di Stato e Robert Gates, non proprio un democratico direi, che ha confermato la sua carica come Capo del Pentagono per meriti acquisiti. Una nomina, quest’ultima, che se la ripensiamo in chiave italiana, forse, ci verrebbe da ridere su: chi mai dei nostri governanti vorrebbe tenere in una posizione un rivale politico? In Italia le sedie valgono, forse anche troppo.

Una squadra multicolore, insomma, quella creata da Obama che si nomina, come giusto che sia, a coordinatore capo del suo team. I lavori verranno eseguiti da questi “collaboratori”, ma la decisione finale, il si definitivo, la conferma che si sta andando nella giusta direzione, quella verrà solamente da lui.

Scelte difficili, forse inappropriate, quasi rischiose. Sicuramente al momento dell’elezione di Barack Obama mi sarei aspettato la nomina della Clinton, troppo importante per il suo lancio presidenziale e per conquistarsi definitivamente i democratici dubbiosi, sicuramente non mi sarei aspettato la nomina di Gates. Ma va detto che tutto mi sarei aspettato da Obama, tranne che una politica “negli schemi”. Fino ad ora non ha deluso, speriamo solo che possa proseguire su questa strada.

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