Mercato mondo: (NON) offresi lavoro

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Non solo Italia. La disoccupazione invade il mercato mondiale come certezza, dimostrando un trend che dunque non è solo italiano.

Suona la campana. L’allarme sul versante dell’occupazione a livello mondiale arriva dal Rapporto annuale dell’Organizzazione internazionale del lavoro. Le previsioni per il 2008 sono poco rosee. A livello mondiale, l’incertezza economica può fare crescere al 6,1 per cento la quota dei senza lavoro.

Non solo, ma nel mondo un miliardo e 300 milioni di persone percepiscono una paga giornaliera inferiore ai 2 dollari. E l’Europa si distingue particolarmente, per l’alto tasso di disoccupazione giovanile.

Le notizie di questi ultimi tempi, negative perchè parlano di recessione a livello planetario, avranno nel 2008 pesanti ripercussioni sul mercato del lavoro. Crisi dei mercati finanziari e rialzo deciso del prezzo del barile di petrolio hanno portato ad una situazione di flessione economica. E la conseguenza potrebbe essere, tra l’altro, quella di arrivare a cinque i milioni di disoccupati in più: la percentuale mondiale arriverebbe così al 6,1 %. Se poi la crescita economica globale per l’anno appena incominciato dovesse essere inferiore alle stime indicate dal Fondo Monetario (4,8%), le conseguenze potrebbero essere ancora più negative.

Il Rapporto annuale Tendenze Globali dell’Occupazione ha dimostrato nero su bianco che nell’anno appena conclusosi l’economia mondiale è cresciuta del 5,2%, creando 45 milioni di nuovi posti di lavoro. Questo, però, non è stato sufficiente per ridurre la quota dei senza lavoro. Il 2008 rischia di portare con sè incertezze e precarietà. La disoccupazione rimane troppo alta e rischia di salire ancora, anche fino a livelli mai visti prima d’ora, e sebbene il numero di persone occupate sia ai livelli più alti storicamente, dice Juan Somavia, il direttore generale dell’Ilo, è ancora troppo cospicua la categoria di persone che continuano a rimanere nel gruppo dei lavoratori più poveri, vulnerabili e sfortunati.

Italia-Mondo, un copione già visto. Dal 1997 a oggi il tasso di occupazione si è ridotto di un punto percentuale. Ma chi ha pagato lo scotto è stata la fascia degli under 24, dove la riduzione è stata pari quasi a tre punti percentuali.

Le condizioni di lavoro impossibili sono l’aspetto peggiore segnalato dal Rapporto. Una persona su due si ritrova ad essere vulnerabile e coinvolta in impieghi di bassa qualità. Senza tutele o quasi. Con pochi diritti. Un giorno qualsiasi in Italia, insomma. Il fenomeno colpisce soprattutto l’Asia del Sud, l’Africa sub-Sahariana e l’Asia Orientale.


Sull’Europa ci facciamo poi grosse risate. L’impatto della crisi dei mutui sembra avere già fatto sentire il suo effetto con una riduzione di 240 mila posti di lavoro. La parola d’ordine è stagnazione, ed è sotto gli occhi di tutti. Tra il 2006 e il 2007 il numero dei disoccupati è cresciuto di 600 mila unità con un tasso del 6,4%. Lo stesso tasso che si ha dal 2003 ad oggi. I giovani, ancora, corrono il rischio di rimanere disoccupati 2,4 volte in più rispetto alle fasce più adulte.


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