Fao, summit al via

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C’è un dato che fa paura. Ed è sapere che 1 persona su 6 nel mondo soffre la fame ogni giorno. Ogni giorno. Crisi e povertà sono state parole che si sono accompagnate e continuano a farlo. I governi devono mettere in atto azioni significative. Ed è troppo tempo che questa cantilena va avanti senza senso e solo in via teorica.

Domani i leader mondiali si incontreranno a Roma per il Vertice Mondiale sulla Sicurezza Alimentare. Mancano i grandi dell’Occidente, ma ci sarà Papa Benedetto XVI.

Ci si interroga ancora sulle strade possibili da percorrere. Una di queste si chiama agricoltura sostenibile nei paesi più poveri. Alcune associazioni denunciano, però, il fatto che i paesi avanzati, come Francia, Germania, Regno Unito, Italia e Giappone non stanno mantenendo la promessa di stanziare 20 miliardi dollari. Promessa che risale allo scorso luglio. Qui troverete il rapporto della Fao sul successo di alcuni paesi nel ridurre la fame.

Qui c’è la petizione di Avaaz.org e Action Aid, consegnata direttamente ai leader mondiali e attraverso una mobilitazione sotto il Colosseo di Roma alla vigilia del vertice. Perché il mondo produce abbastanza cibo per sfamare tutti, e le persone che soffrono di fame cronica in tutto il pianeta arrivano a 1 miliardo quest’anno. La crisi alimentare è realtà.

Domani comincia il Summit delle First Ladies dei Paesi Non Allineati, guidate da Suzanne Mubarak, moglie del presidente egiziano Hosni Mubarak, che discuterà come migliorare l’ accesso delle donne alle risorse produttive. Il Summit dal titolo “Food Secuirity and Women’s Access to Resources” si svolgerà nell’ambito degli incontri paralleli al vertice, che si aprirà il 16 novembre.Un vertice che, per alcuni, Oxfam e Ucodep, è già a rischio fallimento.

Il panel metterà a confronto le varie esperienze mondiali volte ad assicurare l’accesso delle donne alla terra e al credito, per ridurre la fame nel mondo. Il dato di partenza è la consapevolezza che oggi le donne beneficiano solo del 10% dei crediti erogabili e possiedono il 2% del terreno coltivabile, nonostante siano responsabili della metà della produzione mondiale di cibo e nonostante le aspettative di vita di un bambino, allevato in una famiglia dove sia una donna a controllare e pianificare il budget familiare, aumentino del 20%.

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