Lula da Silva, annulla la visita a Roma per colpa di Cesare Battisti

Foto: Ap/LaPresse

Era prevista per fine giugno la visita in Italia dell’ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, ma vista la decisione presa dalla Suprema Corte Federale brasiliana, riguardo l’ex terrorista rosso Cesare Battisti, Lula ha deciso di annullare la visita per paura di ricevere delle contestazioni una volta arrivato a Roma. E’ quanto riporta il giornale Folha de Sao Paulo. Lula sarebbe dovuto arrivare in Italia per spingere la candidatura del suo ex ministro per la Sicurezza alimentare, Josè Graziano, alla direzione della Fao.

Proprio le polemiche italiane sulla decisione presa in merito al caso Battisti “potrebbero diventare un ostacolo alla vittoria di Graziano nella successione al senegalese Jacques Diouf”, è quanto riporta il giornale Folha. Solamente poche ore prima, il ministro Frattini, rilasciava alcune dichiarazione al programma Le Storie – diario italiano riguardo la decisione presa da Lula, “chi ha sbagliato è solo ed esclusivamente l’ex presidente del Brasile. Ha fatto un gravissimo errore”.

Fao, summit al via

fao vertice roma

C’è un dato che fa paura. Ed è sapere che 1 persona su 6 nel mondo soffre la fame ogni giorno. Ogni giorno. Crisi e povertà sono state parole che si sono accompagnate e continuano a farlo. I governi devono mettere in atto azioni significative. Ed è troppo tempo che questa cantilena va avanti senza senso e solo in via teorica.

Domani i leader mondiali si incontreranno a Roma per il Vertice Mondiale sulla Sicurezza Alimentare. Mancano i grandi dell’Occidente, ma ci sarà Papa Benedetto XVI.

Mahmoud il solitario

E’bastato un quarto d’ora al presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad per attirare a se le polemiche di questo vertice FAO. Le sue parole, taglienti come lame, hanno colpito tutti gli argomenti scottanti nella realtà iraniana.

Israele, Stati Uniti e naturalmente crisi alimentare sono stati gli argomenti sostenuti dal presidente, senza mezzi termini e sempre spavaldo, sicuro, forte e stoico. Anche quando più che un discorso sembra trattarsi di minacce.

Un quarto d’ora che gli ha permesso di conquistare zero, e ripeto zero, applausi e solo una veloce stretta di mano, obbligata, dal direttore generale della FAO, Jacques Diouf.

Ma d’altronde che reazione si poteva aspettare chi afferma che Israele ha i giorni contati? Forse dovrebbe ritenersi fortunato di non essersi beccato nessun fischio; anche se fuori circa 350 manifestanti ebrei avrebbero voluto incontrarlo. Per applaudirlo?

Hanno fame. E adesso che si FAO?

Prende il via oggi a Roma il vertice internazionale della FAO, l’organizzazione delle Nazioni Unite incaricata di supervisionare sui problemi della fame nel mondo e affini.

Al convegno parteciperanno numerose autorità internazionali che si ritroveranno a parlare di una delle situazioni più critiche mai viste. Tra le presenze più discusse quelle del presidente iraniano Ahmadinejad, o il presiednte dello Zimbabwe Mugabe, accusato di aver messo in ginocchio il proprio paese con il problema della fame.

Non solo critiche nei confronti di ogni singolo paese per questo o quel problema. I problemi sono anche in seno all’organizzazione FAO e questo convegno ha anche la necessità e il dovere di dover rimediare a una situazione di spreco che sta colpendo l’organizzazione stessa.

Un convegno che non porta solo ed esclusivamente le proteste dei capi di stato ma anche di tutti coloro, semplici cittadini, che si ritroveranno a voler manifestare il proprio pensiero ad alta voce. Nei pressi del Palazzo della FAO infatti campeggia un lungo striscione che dice “Stop al business della fame”. Uno striscione al quale non posso che essere d’accordo.