Mercato mondo: (NON) offresi lavoro

lavoro

Non solo Italia. La disoccupazione invade il mercato mondiale come certezza, dimostrando un trend che dunque non è solo italiano.

Suona la campana. L’allarme sul versante dell’occupazione a livello mondiale arriva dal Rapporto annuale dell’Organizzazione internazionale del lavoro. Le previsioni per il 2008 sono poco rosee. A livello mondiale, l’incertezza economica può fare crescere al 6,1 per cento la quota dei senza lavoro.

Non solo, ma nel mondo un miliardo e 300 milioni di persone percepiscono una paga giornaliera inferiore ai 2 dollari. E l’Europa si distingue particolarmente, per l’alto tasso di disoccupazione giovanile.

Sciopero generale! Una sorpresa su sette è una famiglia che non arriva a fine mese

Salari
Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, lo annuncia chiaramente: Si va verso lo sciopero generale tra il 15 ed il 20 febbraio. Poco tempo, dunque, per tentare di ricucire uno strappo che sembra insanabile. Alla riunione dei direttivi unitari di Cgil, Cisl e Uil, Bonanni specifica che la mobilitazione avrà luogo nel caso non proceda la discussione sulla vertenza dei salari.
I ministri Damiano e Letta avrebbero concordato un calendario di incontri. Bonanni è critico: E’ bene che lo dicano per non creare confusione. Sono giorni che cerchiamo di rassicurare le persone su redditi e salari. Non siamo disponibili ad assecondare il solito teatrino. I sindacati sono sul piede di guerra. Se non avremo risposte, ci sarà una giornata di mobilitazione a metà febbraio. Ogni giorno qualcuno ci ricorda il problema dei redditi, vuol dire quindi che è vero per questo bisogna dare risposte, penso a iniziative di carattere fiscale. Anche la posizione del segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, manifesta coerenza nel fronte sindacale.
Luigi Angeletti, segretario generale della Uil, fa anche di più. Fissa al 15 febbraio la data della mobilitazione generale. Entro gennaio – ha rincarato – vogliamo avere risposte serie da parte del governo. Se le risposte dovessero essere fumose è ovvio che dobbiamo dichiarare sciopero generale il 15 febbraio.

Se il Governo (di sinistra) ha paura dei Sindacati


Terzo Stato


E per il Governo sta per suonare la campana dei sindacati. Una campana che potrebbe essere molto stonata. Parte oggi a Palazzo Chigi il tanto atteso – in verità, anche temuto – confronto sui salari tra Governo e sindacati. Le parti, in verità, hanno già ampiamente chiarito le posizioni di partenza. Da parte istituzionale, l’invito all’apertura, al dialogo, alla comprensione, alla pazienza per ottenere i risultati. Questo il messaggio, ad esempio, del ministro del Lavoro, Cesare Damiano.


Meno conciliante e delicato il tono da parte sindacale: il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, fa sapere senza mezzi termini che, senza una risposta rapida, l’unica soluzione possibile sarà lo sciopero generale. La Confindustria, dal canto suo, chiede sgravi anche per le imprese. Damiano sottolinea il punto principale del confronto: il potere di acquisto e per questo si possono fare due cose: chiudere i contratti di lavoro e intervenire sulla pressione fiscale. Si deve andare verso una detassazione degli aumenti contrattuali.


E al ministro della Solidarieta’ sociale, Paolo Ferrero, che ha affermato la non necessità di inserire il tema della produttività in agenda, risponde: Mi sembrano veramente delle frasi senza senso. La storia del movimento operaio è segnata dalla ricerca nella contrattazione aziendale del legame fra retribuzione e produttività. Avanti popolo, più o meno.


Il leader della Cisl chiede meno tasse sui salari e una vera politica dei redditi , per contrastare l’azione di troppe lobby che fanno cartello organizzando prezzi e tariffe. Pino Sgobio, capogruppo alla Camera del Prc, invece, risponde a Confindustria: Gli industriali hanno già avuto. Quello dei salari dei lavoratori è l’aspetto su cui si misura l’efficacia sociale del governo. In Italia c’è una disuguaglianza inaccettabile, alla quale va posto assolutamente rimedio. Lo andiamo ripetendo da tempo: occorre un meccanismo di indicizzazione automatica dei salari e delle pensioni, una sorta di nuova scala mobile.