Tengo famiglia

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E’ questo il nome di un interessante sito/esperimento nato solo casualmente all’indomani delle ultime elezioni politiche con uno scopo ambizioso. Sottotitolo: Esercizio per tentare di comprendere i risultati dei recenti governi Italiani. Si precisa in homepage: Questo documento è stato preparato da soggetti apolitici e apartitici. Non è dunque né di destra, né di sinistra, né di centro.

Essendo francamente impossibile potersi fare un’idea dell’effettivo operato dei governi attraverso i media tradizionali, i ragazzi di Tengofamiglia hanno di fatto bypassato la mediazione di giornali e TV e per il loro esperimento si sono recati direttamente alla fonte, i dati. Carta canta.

La ricerca condotta mette a confronto i governi italiani succedutisi dal 1994 al 2008 – per intenderci dal primo Berlusconi all’ultimo Prodi – con alcuni paesi stranieri, prendendo in considerazione una serie di valori in qualche modo suscettibili all’azione dei governi. Il risultato, almeno teoricamente, dovrebbe portare ad una più chiara visione dell’operato di chi ci governa, ma nasce forse con un intento più provocatorio che tecnico. In sostanza– testuale – questo documento è utilizzato da chi lo ha prodotto come strumento di difesa contro le affermazioni (spesso non documentate) dei politici di vario orientamento. Ma passiamo al succo.


Gli indicatori analizzati nei quali l’Italia è dietro i principali paesi europei sono diversi. La crescita reale del PIL è inferiore a quella dei maggiori paesi europei. La spesa per pensioni del PIL è tra le più alte d’Europa. Di contro, primeggiamo nella classifica negativa del deficit pubblico e investiamo meno degli altri in ricerca e sviluppo. Sforniamo meno lavoratori, dato questo in costante peggioramento ed abbiamo una fascia di popolazione esposta al rischio povertà maggiore rispetto ai paesi comparabili. In compenso produciamo più gas serra dei nostri partner europei. Questi, sia chiaro, sono fatti certi.

Alle conclusioni finali della ricerca sono tuttavia allegate altre considerazioni che aiutano a capire a fondo quale sia la reale incidenza dei singoli governi su questi dati. Molti indicatori infatti hanno mostrato “indifferenza” al cambio dei singoli governi, rispettando piuttosto l’andamento economico generale. Ne è un esempio il PIL, che sembrerebbe più influenzato dal trend europeo che dalle singole scelte governative. Stesso discorso per il tasso di disoccupazione. La spesa pubblica, al pari degli investimenti su ricerca e sviluppo ed emissioni di gas serra non sono risultati in alcun modo alterati dall’azione dei singoli governi.

Dunque governi impotenti? si domanda Tengofamiglia. Non proprio. Se infatti le scelte dei governi non sembrano incidere più dei cicli economici generali è altrettanto vero che chi governa a qualsiasi livello, ha il potere e la responsabilità di produrre sistemi di incentivi in grado di influenzare i comportamenti degli individui e quindi della collettività.

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