
Da quel giorno nel nostro parlamento hanno sempre trovato ospitalità le rappresentanze del partito comunista italiano e dei suoi eredi. All’indomani del 16 aprile un dato in particolare ha attirato l’attenzione degli analisti, quelli bravi. Il 17 aprile si scopre che Comunisti Italiani, Sinistra Democratica e Rifondazione Comunista – uniti alle scorse politiche sotto il vessillo con i sette colori dell’iride, sono per la prima volta fuori dal Palazzo.
Mantenere il PRC svincolato come soggetto autonomo, costruire subito l’opposizione al governo, ‘rifondare’ e rivedere la propria struttura mantenendo inalterate le prerogative della sua nascita. Ripartire dal territorio e dai conflitti sociali.
Promuovere una Costituente di Sinistra con chi ci sta, a regime paritario e senza sudditanze. Va evitato il ripetersi dell’esperienza “Sinistra Arcobaleno” in quanto caratterizzata da logiche federali tra partiti e non come “nuovo soggetto politico” come invece deve essere “la costituente di sinistra”. E’ presente un emendamento nazionale che sottolinea la separazione tra dirigenti di partito e rappresentanti nelle istituzioni – locali.
promuovere “la costituente comunista” con tutte le forze che ci stanno. La mozione nata con il movimento degli autoconvocati di Firenze è appoggiata dall’area de “l’Ernesto”.