
La mia vicenda di direzione politica termina qui, purtroppo con una sconfitta […] Lascio ruoli di direzione, farò il militante. Un atto di onestà intellettuale impone di riconoscere questa sconfitta come netta, dalle proporzioni impreviste che la rendono anche più ampia
essersi messo in gioco in prima persona
Applausi anche per Giordano. La voce si rompe e non riesce ad andare avanti.
Non possiamo permettere di smarrirci, dobbiamo – proprio adesso – tenerci stretto sia questo partito sia il progetto di un nuovo soggetto unico a sinistra. Rifondazione comunista può sopravvivere a una sconfitta elettorale ma non a una spirale di dissolvimento. Non ho mai detto di voler sciogliere Rifondazione comunista…sfido chiunque a trovare una mia dichiarazione in questo senso
Fine di una storia. L’inizio di un’altra? Ad oggi, l’unico dato certo sono l’abbandono di Faustino, e la tensione sui volti di Franco Giordano e di Gennaro Migliore anche, l’erede e il delfino di Fausto stesso.
Di fronte a fatti di questa importanza i nostri strumenti analitici e strategici sono asfittici, desueti, poveri, ce la caviamo solo con un pò di sociologia della catastrofe
Evitiamo show down prima del congresso. Attenti alla parole perchè Rifondazione è un soggetto delicato
Che ne sarà? Diliberto non c’è. I Verdi strizzano l’occhio al Partito Democratico. Plausibilmente. Quello che fu Arcobaleno, ora è solo Rifondazione. Giordano è diretto:
No alla costituente comunista, tragica regressione culturale e politica
Tre le cause di perdita individuate da Giordano:
In mezzo Giordano elenca senza pietà le tre cause della sconfitta. Uno:
Non siamo riusciti a tradurre in azione di governo quello per cui abbiamo lottato e che avevamo promesso; abbiamo preteso sacrifici senza poi concedere alcun risarcimento sociale
Poi:
L’utilizzo cinico e truffaldino dell’appello al voto da parte del Pd
Perchè c’è anche questo. Last, but not least (anzi):
il problema soggettivo, è la nostra difficoltà, quella per cui siamo stati percepiti come un residuo e un fuscello nella tempesta: abbiamo uno scarsissimo radicamento nel territorio
Quel che si diceva. La Lega ha parlato allo stomaco. L’Arcobaleno no. Affatto. Ora è il nulla frammentato, a metà strada tra il Pd e la sinistra estrema.
roberto celani 22 Aprile 2008 il 13:18
Ottima sintesi che presenta però una inesattezza prospettica.
La candidatura di Nichi Vendola che si espliciterà nel corso dell’imminente Congresso è la garanzia che l’ipotesi di una sinistra arcobaleno (con qualsiasi nome vorremmo chiamarla) rimanga al centro della discussione. Ora, che l’ipotesi di una mera ricostruzione di un partito comunista con il PDCI sembra definitivamente respinta la vera partita sarà tra Ferrero e Vendola. Io spero sinceramente che per il bene di Rifondazione e di una prospettiva di sinistra di massa entrambi impieghino le proprie energie per una visione il più possibile unitaria.