Benedetto XVI: Allarghiamo la moratoria sulla pena di morte all’aborto

Sono parole che rimbombano forti, quelle di Papa Benedetto XVI pronunciate in occasione dell’incontro con gli ambasciatori di tutto il Mondo presso la Santa Sede. Un’occasione per illustrare, seppur tra le righe, come un’ ampliamento della moratoria sulla pena di morte all’aborto possa essere la “via giusta” da prendere per il futuro.

Davanti ai diplomatici di 176 paesi diversi, Ratzinger si è mostrato convinto:


Vorrei richiamare, insieme con tanti ricercatori e scienziati, che le nuove frontiere della bioetica non impongono una scelta fra la scienza e la morale, ma che esigono piuttosto un uso morale della scienza. D’altra parte, ricordando l’appello del Papa Giovanni Paolo II in occasione del grande Giubileo dell’anno 2000, mi rallegro che lo scorso 18 dicembre l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite abbia adottato una risoluzione chiamando gli Stati ad istituire una moratoria sull’applicazione della pena di morte ed io faccio voti che tale iniziativa stimoli il dibattito pubblico sul carattere sacro della vita umana.

Un’intervento, quello del Papa, visto subito, da parte della maggioranza di governo, come un attacco gratuito alla “194”, la ormai nota legge sull’aborto che tanto sta facendo spaccare il centro-sinistra, allontanando sempre più le posizioni dei “cattolici” dall’estrema sinistra.

Di diversa opinione, Giuliano Ferrara e Pierfrancesco Casini, rispettivamente promotore della battaglia a favore della moratoria sull’aborto e deputato dell’UDC. Le parole di Casini, più di tutte, rappresentano l’opinione dei “teodem” (termine decisamente in voga negli ultimi giorni) sia della maggioranza di governo sia dell’opposizione:

Le parole del Santo Padre sulla sacralita’ della vita sono uno stimolo per tutti, credenti e non credenti, ad una riflessione personale e profonda. Per noi uomini politici e’ un’occasione per riflettere anche sul valore che attribuiamo alla politica dell’accoglienza e alla valorizzazione della maternita’ nelle strutture pubbliche. Francamente, non riesco a capire come alcuni organi di informazione televisiva possano aver messo in connessione questa profonda discussione con una riflessione sulla Legge 194

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