Torna a casa, George

La “vacanza” è definitivamente terminata. Se tale la possiamo definire. George W.Bush dopo aver fatto visita al presidente egiziano Hosni Mubarak in quel di Sharm El Sheikh è pronto a rientrare a Washington a pensare ai problemi di casa propria piuttosto che delle “beghe” mediorientali.

Un viaggio positivo, quello del presidente USA, che è riuscito nello scopo di lasciare il segno con il proprio messaggio. Tante le personalità incontrate come tante sono state le “figuracce” della strana coppia Bush – Rice, che potrebbero benissimo fare concorrenza alla più nota coppia di “Casa Vianello”.

L’importanza a livello diplomatico di un viaggio del genere è importantissima. Considerando gli effetti positivi questo viaggio porterà al paese e a chi, in prima fila, ne ha messo la faccia. E con un po di invidia ripenso all’Italia.


Penso al nostro premier e ai viaggi diplomatici degli ultimi anni. Anzi forse è meglio di no. Se considero che due dei paesi visitati sono Albania e Romania, credo di avere già inquadrato quanto è importante il nostro paese nel mondo diplomatico.

Tornando al medioriente, invece, una cosa che mi ha fatto particolarmente specie è stato il discorso tenuto da Bush in Arabia Saudita. Le sue parole sono andate a vertere sul costo del petrolio. Secondo George Bush gli aumenti portano a meno acquisti, che comporta una minore vendita di petrolio e quindi meno gas.

Questa considerazione, con tutto il rispetto nei confronti del carisma e delle idee di George W., mi sembra decisamente da prima elementare. Come può essere che meno acquisiti di petrolio comportino meno vendita. Dato per certo che attualmente gli arabi sono i maggiori produttori di petrolio, come si può pensare che, anche alzando il prezzo della benzina esponenzialmente, non venga poi comprata. Cosa dovrei fare per la mia automobile, montarle dei cavalli veri in testa per farla tirare?

Il discorso di Bush è, per quanto concerne l’argomento, molto statunitense. Gli USA posseggono diverse riserve di petrolio il che permette loro di sentirsi, anche se solo temporaneamente, indipendenti sul discorso petrolio. Ma, anche in questo caso, ripenso all’Italia. L’ultima volta, e parlo dello sciopero degli autotrasportatori, sono bastati due giorni per creare il caos da “benzina”. Le scene di isterismo non si sono risparmiate, con gente che pensava a come fare a raggiungere senza macchina il supermercato a 300 metri da casa.

Alzare il costo del petrolio non porterà mai a meno acquisti. Se si vuole veramente trovare un modo di abbassare i costi, si deve trovare un alternativa. Una fonte di energia, possibilmente pari al petrolio, che sia alla portata di tutti e che permetta di non dipendere dalla unica fonte che la produce. Altrimenti vi consiglio, nel giro di un paio di anni, di recuperare una bicicletta…non si sa mai.

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