Scontri Egitto: Bonino convoca ambasciatore

egittoIl ministro degli esteri Emma Bonino ha convocato l’ambasciatore egiziano in Italia per far luce sulla catastrofica escalation di violenza che sta coinvolgendo i principali centri abitati del Paese. “Quello che è successo ieri in Egitto” – ha affermato il rappresentante del governo Letta – “questa forma di repressione brutale, inaccettabile e inescusabile segna un punto di partenza completamente diverso”. Lo stato di emergenza, aggiunge Bonino, deve rientrare il prima possibile.

Si apre oggi il processo a Mubarak

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Si apre oggi in Egitto il processo contro Hosni Mubarak, insieme a lui altri nove imputati tra cui i suoi figli Gamal e Alaa, ma anche l’ex ministro dell’interno del governo Mubarak. Hosni Mubarak appare in pubblico dopo lo scorso 10 Febbraio su una barella, ed è la prima apparizione pubblico da quando è crollato il suo governo. Per l’occasione è stata allestita una sala all’interno dell’accademia della polizia alla periferia della capitale.

Tante le persone accorse per assistere al processo che si sta compiendo in queste ore, circa 300 persone più i vari imputati ed i famigliari, sono attesi all’interno di questa aula. La sala è stata predisposta per dividere gli imputati ed i famigliari dal resto del pubblico, la divisione è stata ottenuta con delle celle metalliche. Il pubblico è distante da Mubarak per evitare che gli venga tirato qualche oggetto contro.

Obama: “Sostegno alla democrazia in Medio Oriente. Israele torni ai confini del ’67”

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Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, a due anni dal suo discorso al Cairo, ha illustrato oggi, in un altro atteso discorso, la strategia americana verso il mondo arabo. Obama ha promesso sostegno alle riforme e al passaggio verso la democrazia in tale regione, pur precisando che non è possibile imporre cambi di regime dall’estero. Ma dal presidente americano è venuta anche un’inattesa presa di posizione sulla questione israelo-palestinese, proprio prima di incontrare, domani, il premier israeliano Benjamin Netanyahu.
Per Obama, lo status quo tra israeliani e palestinesi “non è più sostenibile”, e da una parte Israele ha diritto alla sua sicurezza, dall’altra i palestinesi alla loro indipendenza, che non potranno raggiungere “negando a Israele il diritto di esistere”. Andrebbero quindi creati “due Stati per due popoli“,che riescano a vivere pacificamente uno accanto all’altro, e andrebbero ripresi i negoziati, mentre il futuro Stato palestinese, secondo il presidente statunitense, andrebbe smilitarizzato, e i confini dovrebbero ricalcare quelli del 1967.
Spiega Obama: “Per decenni il conflitto arabo-israeliano ha portato la guerra nella regione. Il popolo palestinese non ha ancora uno Stato. Per molti è impossibile un passo avanti, ma io non sono d’accordo.” E assicura: “Gli Usa faranno tutto quello che è necessario per andare oltre l’attuale empasse”.

Egitto, Mubarak ai domiciliari colpito da infarto

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L’ ex presidente egiziano Hosni Mubarak è stato messo in custodia cautelare per 15 giorni, assieme ai due figli Alaa e Gamal Mubarak, secondo quanto annunciato dalla procura. Mubarak, ieri, durante un interrogatorio, aveva avuto un infarto, e nella notte era stato colpito da un’ altra crisi cardiaca dopo aver appreso dell’ arresto dei figli, e sarebbe stato trasferito d’urgenza dall’ospedale di Sharm-el-Sheik all’0spedale militare del Cairo, dove si troverebbe in terapia intensiva. Anche la moglie dell’ ex-presidente è stata interrogata ieri, in merito ad accuse relative ai fondi della biblioteca di Alessandria.
L’ interrogatorio nei confronti dell’ ex presidente e dei figli mirava ad accertare loro eventuali responsabilità dirette nella feroce repressione delle proteste di piazza che hanno poi portato alla caduta del regime, nel corso delle quali sono morte circa ottocento persone. Il provvedimento di arresto sarebbe stato motivato da “esigenze investigative”.
Mubarak, che compirà 83 anni il 4 maggio, era già stato trasferito martedì ad Al-Tor, capoluogo del governatorato, per essere interrogato, ma si era sentito male e i medici gli avevano diagnosticato un attacco cardiaco; l’ ex presidente era stato quindi ricoverato a Sharm-el-Sheik.

Proteste Marocco: i provvedimenti di re Mohammed IV

Le agitazioni in Egitto prima, che hanno portato alle dimissioni di Mubarak, e quelle in Libia poi hanno fatto proseliti, arrivando in un altro paese del Nordafrica: il Marocco.

Il re Mohammed IV ha annunciato maggior democrazia e più riforme, che dovrebbero garantire un radicale cambiamento costituzionale e fermare i focolai di protesta (una su tutte quella del 20 febbraio scorso).

Episodio che ha spinto il regnante marocchino a nominare una commissione che avrà il compito di esaminare il testo costituzionale e proporre le modifiche. Modifiche che poi saranno sottoposte al volere popolare attraverso un referendum.

Proteste Yemen: Saleh annuncia una riforma costituzionale

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Mentre tutte le attenzioni dei media si stanno concentrano sulla crisi in Libia e sugli sviluppi del nuovo corso dell’Egitto, in altro paese è stato fatto un importante annuncio riguardo le riforme costituzionali.

Nello Yemen il presidente Ali Abdullah Saleh ha fatto sapere che presto ci sarà nuova costituzione e una transizione del sistema politico verso una forma parlamentare. Saleh l’ha comunicato questa mattina nella Capitale Sana’a, mentre migliaia di cittadini si erano riversati nelle piazze per protestare contro il governo.

Qual è la situazione in Pakistan?

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Qual è la situazione in Pakistan? La rivolta che ha portato alle dimissioni di Mubarak in Egitto prima e i tumulti che stanno delegittimando la leadership di Gheddafi in Libia poi, hanno messo in second’ordine le notizie che arrivano dal paese asiatico.

Il Pakistan veste in una grave crisi economica, a cui sta cercando di far fronte con nuove riforme. Riforme che si trovano al vaglio dell’inviato americano Marc Grossman, che si trova a Islamabad per incontri con il governo e l’apparato militare. Il diplomatico è arrivato ieri da Kabul e secondo l’agenzia App ha “elogiato le nuove misure economiche prese dal governo”. Fra queste nuove misure c’è l’aumento dei prezzi del carburante deciso agli inizi del mese, che ha trovato una grande insoddisfazione popolare.

Proteste Egitto, Mubarak: svuotati conti in Svizzera

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Durante le proteste in Egitto che hanno portato alle dimissioni di Hosni Mubarak, l’ex presidente ha prelevato i soldi dai suoi conti correnti in Svizzera, prevedendo che le autorità elvetiche avrebbero congelato i suoi beni.

Lo scrive oggi il giornale arabo “al-Quds al-Arabi”, secondo cui il raìs, mentre nel paese impazzava la rivolta popolare, ha spostato il suo denaro “svizzero” in conti aperti in Bahrein e in Arabia Saudita. Sempre secondo il quotidiano i risparmi della famiglia Mubarak ammontano a circa un miliardo di dollari.

Proteste Egitto, Obama: “Siamo con il popolo”

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Proteste Egitto Obama. Il presidente Usa ha dichiarato di essere al fianco del popolo egiziano che da settimane manifesta contro il governo di Mubarak: “Troppi egiziani sono dubbiosi delle reali intenzioni del governo di avviare una reale transizione verso la democrazia e il governo ha la responsabilità di parlare chiaro agli egiziani e al mondo intero. Il governo egiziano deve tracciare un cammino credibile, concreto e senza equivoci verso una democrazia reale; quest’occasione finora non è stata colta”.

Anche oggi migliaia di dimostranti hanno invasato i luoghi simbolo del Cairo, come piazza Tahrir, il palazzo presidenziale e la sede tv, considerati avamposti del potere.

Foto proteste in Egitto contro Mubarak

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Proteste Egitto. I manifestanti anti-Mubarak hanno promesso di intensificare le agitazioni al Cairo per costringere il presidente ad abdicare.

Lo stesso Mubarak nei giorni scorsi ha dichiarato di essere pronto alle dimissioni. Dimissioni che sono sul tavolo dei colloqui fra l’amministrazione Obama e gli ufficiali egiziani. Gli Usa chiedono che Mubarak le dia subito e consegni i poteri al vicepremier Omar Suleiman per costituire un governo di transizione che abbia il supporto dell’esercito militare.

Gli Stati Uniti, inoltre, vogliono far entrare in questo governo i membri dell’opposizione tra cui i Fratelli Missulmani. Volontà che mira al tentativo di portare a libere elezioni nel mese di settembre.

Proteste Egitto: El Baradei respinge richiesta del premier

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Proteste Egitto. El Baradei e i Fratelli musulmani hanno rimandato al mittente l’incontro proposto oggi dal premier Ahmed Shafik e dal vicepresidente Omar Suleiman: “Prima deve andarsene Hosni Mubarak”.

Secondo alcuni media locali avrebbero accettato l’offerta i liberali e il partito nazionalista Wadf. L’esercito, intanto, secondo un giornalista della Reuters sul posto, sta allontanando i manifestanti in favore di Mubarak dal gruppo contro il regime.

“Mubarak deve dare le dimissioni”

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Mubarak-dimissioni. “Si può avere veramente il cambiamento se Honsi Mubarak rimane in carica?”. È la domanda che si fa nell’editoriale odierno il Washington Post, per cui “il tentativo di Mubarak di rimane in carica fino a settembre, e quindi controllare le elezioni del suo successore, significherà giorni se non mesi di altre rivolte in Egitto”.

Il quotidiano non risparmia neanche il presidente statunitense Barack Obama definendo “ambigua” la sua risposta al discorso di Mubarak: “ha ribadito di aver chiesto una significativa, pacifica e immediata transizione ma non si è opposto al piano dell’uomo forte di rimanere in carica. Come Mubarak anche Obama non si è spinto troppo oltre”.

Riprendendo “stabilità e caos” citati dal presidente egiziano, il giornale Usa sottolinea che:

“In effetti la stabilità che lui propone, una continuazione per sette mesi del suo regime, molto probabilmente porterà al caos, impedirà la vera transizione democratica che i leader dell’opposizione e l’amministrazione Obama chiedono.

Nessuno potrebbe credere che Mubarak che ha per tre decenni favorito brogli elettorali ora potrebbe permettere elezioni corrette. Invece è più probabile che cercherebbe di manipolare il processo per rimanere al potere”.

Berlusconi: “Immunità? Non la escludo. Mubarak uomo saggio ed equilibrato”

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Berlusconi-immuità. “Non è sul tavolo come ipotesi ma non escludo che un domani, se qualcuno la evocherà, non ci possa essere”. È la risposta che Silvio Berlusconi ha dato in merito alla domanda sul ripristino dell’articolo 68 della Costituzione (come era prima della riforma), che prevedeva l’immunità parlamentare.

Interrogato sulla situazione in Egitto il premier ha detto: “Quello che noi ci auguriamo è che ci possa essere un passaggio ad un diverso regime che sia indolore per la popolazione e che possa portare presto ad una conferma democratica”.

Proteste Egitto: Mubarak “chiama” le opposizioni. Manifestazioni antigovernative in tutto il paese

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Proteste Egitto Mubarak. Da poco più di una mezz’ora centinaia di persone stanno protestando ad Alessandria, Suez e Porto Said per chiedere le dimissioni del presidente Hosni Mubarak.

In queste città molti negozi sono chiusi per aderire allo sciopero indetto dalle opposizioni. Opposizioni che secondo il giornale governativo al Ahram, stanno per essere contattate dal primo ministro Ahmed Shafik per volere dello stesso Mubarak, che questa mattina ha nominato il nuovo capo dei servizi segreti.