Scontri Egitto: Bonino convoca ambasciatore

egittoIl ministro degli esteri Emma Bonino ha convocato l’ambasciatore egiziano in Italia per far luce sulla catastrofica escalation di violenza che sta coinvolgendo i principali centri abitati del Paese. “Quello che è successo ieri in Egitto” – ha affermato il rappresentante del governo Letta – “questa forma di repressione brutale, inaccettabile e inescusabile segna un punto di partenza completamente diverso”. Lo stato di emergenza, aggiunge Bonino, deve rientrare il prima possibile.

Già negli scorsi giorni il ministro degli esteri aveva lanciato l’allarme sul deterioramento delle tensioni locali, prefigurando poi lo scoppio delle violenze di cui nelle ultime ore il mondo ha potuto verificare la triste realizzazione. Fallita la mediazione da parte dell’istituzione comunitaria, Bonino ha poi avvertito i partner europei sul comportamento proattivo che l’Italia e l’Europa intera dovrebbero avere verso l’Egitto, il più popoloso dei Paesi del mondo arabo.

Le forze di polizia e l’esercito – ha aggiunto il ministro degli esteri – devono esercitare più autocontrollo. L’Italia – ha poi assicurato Bonino dinanzi all’ambasciatore egiziano Amr Mostafa Kamal Helmy, convocato alla Farnesina – ha “da tempo bloccato qualunque fornitura di armi, blocco che confermiamo e che porteremo come iniziativa alla Ue”.

Tuttavia, la responsabilità più grande non può essere dei partner d’oltre Mediterraneo, quanto delle classi dirigenti egiziane. “Non è solo la comunità internazionale che deve assumersi la responsabilità. Penso che la leadership egiziana debba assumersi le sue” – ha in proposito chiosato la Bonino.

Intanto, a Il Cairo e nelle altre principali città della nazione i sostenitori del deposto presidente Morsi sono tornati in piazza e proclamano il “venerdì della collera”, promettendo nuove reazioni a quanto accaduto lo scorso mercoledì. Per il momento i morti negli scontri tra civili e militari dovrebbero aggirarsi tra un minimo di 636 persone (come dichiarato dalle fonti ufficiali) e un massimo di 4.500 persone (come invece dichiarato dai Fratelli musulmani).