Berlusconi: “Da Obama non vado, non sono una comparsa!”. La Rice: “Veramente nessuno ti aveva invitato”

[Photo| Flickr]. Una precisazione. Tutti i giornali, media, tg etc hanno riportato le dichiarazioni di Silvio Berlusconi in occasione dell’inaugurazione della presidenza di Barack Obama il 20 gennaio:

Non sono andato per Bush e poi io sono un protagonista e non una comparsa

(però era una battuta, eh).

Nessuno ha voluto forse riportare le “istruzioni per l’uso” di Condoleeza Rice, invece (sarà perchè è abbronzata?)

As in the past, foreign delegations will not be invited to Washington for this occasion

Insomma, è uso e consuetudine, data l’alta affluenza e probabilmente ragioni logistiche, non invitare i Capi di Stato stranieri in occasione dell’insediamento. Solo gli ambasciatori. L’invito non è arrivato a nessuno, e neppure a Silvio.

Ah. Neanche all’epoca di Bush, probabilmente…

Mumbai: Rice Time

Proseguono i contrasti tra due paesi, India e Pakistan, colpiti e frastornati da un attacco terroristico che li vedono vittime, il primo materiale il secondo inconsapevole, di Al Qaeda. Un destino comune che li sta portando ad alimentare quel sentimento di odio che già navigava nel loro sangue e che l’attentato di Mumbai non ha fatto altro che aumentare.

Nell’assurdità di questa situazione ecco che gli Stati Uniti, che tra l’altro sono alleati di entrambi i paesi, decidono di mettere in campo la loro “Lady di Ferro” per cercare di riavvicinare delle posizioni che forse non aspettavano altro che un pretesto per allontanarsi. L’intervento della Rice dovrebbe fungere da collante tra i due governi.

L’intervento degli USA in una situazione complicata come quella del rapporto India-Pakistan risulterà, per il futuro, assolutamente fondamentale. Probabilmente grazie alla Rice, o meglio al suo potere politico-mediatico, le tensioni tra i due paesi potrebbero tornare ai livelli iniziali. Che non sarà comunque una cosa positiva visto che i due non si amano, ma sicuramente sarebbe un bel passo avanti.

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 01 luglio 2008

Ore 00:13. La preoccupazione che colpisce la maggior parte dei paesi europei ed extraeuropei si denota dalle prime pagine dei giornali quotidiani in questa prima giornata di luglio. Un momento difficile per la gente comune che colpita dal caro-vita fa fatica ad arrivare alla fine del mese.

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 29 giugno 2008

Ore 13.00. Dagli Europei all’Iran, questa domenica è calda, assolata, quasi di riflessione. Sospesa, anche a livello internazionale, tra l’occhio all’attesa della necessaria pausa estiva a livello globale e rese dei conti non procastinabili, come quella dello Zimbabwe.

Medioriente: L’obiettivo segreto di Bush

George W.Bush è sempre stato un personaggio emblematico. E’uno di quei personaggi che quando meno te lo aspetti ti viene fuori con una delle sue magiche trovate. Non sto parlando solo di idee, di progetti, di interventi o chissachè. Anche il solo classico atteggiamento. Sarà che l’avrò visto minimo 800 volte in televisione, ma quello sguardo di terrore e poi subito normale dopo essere stato informato dell’attacco alle torri gemelle rimarrà nella mia memoria per sempre.

Che il buon texano abbia quindi un atteggiamento emblematico direi che sia fuori discussione, il problema è che spesso e volentieri, soprattutto per il fatto che si trova a capo della potenza militare numero uno al mondo, pensa di essere una specie di divinità. Non posso che comprenderlo. Se io fossi sulla poltrona più importante degli Stati Uniti d’America penso mi comporterei in maniera un po da smorfioso.

E credo che, nei prossimi giorni, in medioriente sentiranno arrivare questa potenza degli Stati Uniti che si trasmette nell’aria e che vuole andare ad insinuarsi tra israeliani e palestinesi, cercando di trovare una situazione di mediazione tra le parti, rilasciando anche una dichiarazione che dimostra ancora di più la sua sicurezza:

Torna a casa, George

La “vacanza” è definitivamente terminata. Se tale la possiamo definire. George W.Bush dopo aver fatto visita al presidente egiziano Hosni Mubarak in quel di Sharm El Sheikh è pronto a rientrare a Washington a pensare ai problemi di casa propria piuttosto che delle “beghe” mediorientali.

Un viaggio positivo, quello del presidente USA, che è riuscito nello scopo di lasciare il segno con il proprio messaggio. Tante le personalità incontrate come tante sono state le “figuracce” della strana coppia Bush – Rice, che potrebbero benissimo fare concorrenza alla più nota coppia di “Casa Vianello”.

L’importanza a livello diplomatico di un viaggio del genere è importantissima. Considerando gli effetti positivi questo viaggio porterà al paese e a chi, in prima fila, ne ha messo la faccia. E con un po di invidia ripenso all’Italia.

Dal Rawalpindi all’Iowa, e ritorno

White House

L’assassinio di Benazhir Bhutto potrebbe avere conseguenze ed effetti profondi sulle sorti del futuro prossimo della politica statunitense. Sia dal lato della politica estera dell’ancora attuale Mr. President, sia dal lato dei pretendenti in corsa per prenderne il posto. Mr Bush, dal canto suo, ha naturalmente condannato duramente l’uccisione della leader pakistana, definendo l’attentato “un vile atto perpretrato da degli assassini estremisti che stanno minando il cammino della democrazia in Pakistan“.