Prodi: gli esami non finiscono mai. Ovvero: tutti morimmo a stento


De Andrè


Quello di oggi è quasi facile. Ma quello di domani no. Romano Prodi e la sua band verificheranno oggi, nel pomeriggio, i compiti per casa a Montecitorio. Una verifica dall’esito realtivamente scontato e plausibilmente positivo per il Professore.


La Camera, anche senza i voti dell’Udeur, non dovrebbe essere un problema. I veri, lancinanti dolori di pancia arriveranno domani sera. Al Senato, la maggioranza praticamente non c’è. La resistenza del Governo appare missione disperata e la lotta all’ultimo voto con la ferocissima opposizione ruota tutta intorno al filo dei 160 consensi.


Ironia della sorte – perchè c’è in verità dell’ironico – la caccia al voto e la crisi arrivano in contemporanea con i festeggiamenti per i 60 anni della Costituzione della Repubblica Italiana.

I festeggiamenti sono cominciati questa mattina, intorno alle 11, proprio alla Camera. Nell’aula di Montecitorio c’erano il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, i presidenti di Camera e Senato, Fausto Bertinotti e Franco Marini, il presidente del Consiglio Romano Prodi, il presidente della Corte Costituzionale, deputati e senatori. Parafrasando un genio, tutti sorrisero a stento.


Inno di Mameli per cominciare, seguito dal saluto e benvenuto di Bertinotti e Marini. Napolitano, nel suo lungo discorso, ha voluto difendere la carta costituzionale dalle torbide dinamiche della politica. Non ha senso imputare alla Costituzione errori e distorsioni che hanno rappresentato il frutto di una complessa dialettica politica. Occorre fare bene attenzione a non confondere indirizzi costituzionali e scelte politiche, responsabilità politiche.


Un richiamo importante. Della serie, questa Italia a qualcosa di fermo, stabile e valido dovrà pur ricominciare ad appoggiarsi. Un richiamo che il Professore ha apprezzato molto: La Costituzione è un grande cemento del Paese e un elemento di unità, ha detto lasciando Montecitorio per avviarsi a Palazzo Chigi.


Visti i numeri, l’opposizione chiede le dimissioni immediate del governo. Prodi, oltre all’Udeur, si è perso anche il Senatore Fisichella. Silvio Berlusconi naturalmente non sta più nella pelle. E si augura che il presidente del Consiglio vada direttamente al Quirinale, visto che la maggioranza politica non è neanche più un miraggio. Silvio gongola anche perchè l’Udeur di Mastella confluirà nel centrodestra. L’annuncio dovrebbe arrivare già stasera. Tombola. Bravo Mastella, forse neanche il Silvio nazionale sarebbe riuscito a fare di meglio


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