Tu quoque, Lamberto?

Cesare

Regalo di Santo Stefano dai Liberaldemocratici al Premier Romano Prodi. “Il governo in Senato non ha più i numeri per governare. Ed è assurdo che Prodi pensi che soltanto lui possa svolgere quel ruolo“. Lamberto Dini parla, e la sua voce sembra levarsi quasi dai banchi dell’opposizione. Nessuna concessione all’esecutivo e al suo presente, nella sua critica.


Nei prossimi giorni, nelle prossime settimane indicheremo quale sono le misure di cui il Paese ha bisogno per riprendere il suo cammino e superare il declino. Non è con la redistribuzione che si supera il declino, ma si lo si fa rilanciando l’economia e non è con quelle misure che sembra volere annunciare il presidente del Consiglio si possa rilanciare l’azione del governo“.

Lamberto Dini annuncia la prossima uscita dalla maggioranza. Nessuna concessione neppure alla una nuova politica redistributiva del reddito annunciata da Romano Prodi. E dà dei numeri che certo al Professore un po’ paura faranno: “Il governo oggi raccoglie soltanto il 25% del consenso nel Paese, vuol dire che ha perso la metà di quelli che aveva al momento della sua installazione”.

In parole povere? Le mosse di Prodi sono “disperate”, e da lui bisognerebbe capire dove conta di andarea prendere i soldi necessari alle riforme del Paese. Dini non usa mezzi termini: “Mi pare che l’intenzione sia quella di dare con una mano e riprendere con l’altra”, e il buon Romano, invero, sembra proprio che si stia abbarbicando sugli specchi.

Deleterie anche, per il leader dei Liberaldemocratici, le rivendicazioni del Presidente del Consiglio contro i continui tentativi di spallata di Silvio Berlusconi e i danni politici così creati. “Questa sembra essere la dichiarazione di una persona che pensa che soltanto lui possa guidare il Paese: una pretesa assurda. L’opposizione faccia il suo lavoro ed il governo il proprio. Per ora è soltanto perdita di consensi“. Zuccherosità natalizie, insomma.

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