Erba, la nuova Cogne mediatica


porta a porta


Uno strappo ed una concessione alla cronaca, per una serie di considerazioni. Parte domani il processo per la strage di Erba, e tutto è già pronto.


L’unico elemento non certo è la presenza o meno, in aula, in aula di Rosi Bazzi e Olindo Romano. La Corte d’assise di Como ha fissato 16 udienze, da domani a metà marzo, due ogni settimana. Si tenta di avere, per una volta, una sentenza in tempi brevi.


Al di là del fatto di cronaca, di un’efferatezza e dalle peculiarità particolari, quello che colpisce sono i numeri. Il Tribunale ha organizzato gli ingressi: 40 posti in aula per i giornalisti, 30 per il pubblico, uno stanzone poco distante adibito a sala stampa con annesso maxischermo per seguire la diretta del dibattimento.

Dunque, la grande macchina mediatica si è messa in moto. E sembra uno show da sabato sera. Leggo in giro che Cogne non ha insegnato nulla. E’ì l’esatto contrario. Cogne ha insegnato troppo. Vespa perfezionerà il suo Porta a Porta, che, dopo il modellino della casa degli orrori di Cogne, sembra poter arrivare oltre i limiti della fantasia.


D’altro canto, la vicenda è un invito a nozze: una coppia insospettabile di Erba, la sera dell’11 dicembre del 2006, fa letteralmente a pezzi i vicini Raffaella Castagna, il piccolo Youssef, la nonna Paola, la malcapitata Valeria Cherubini. Poi, alla ricerca di un alibi, va a fare uno spuntino in un fast food di Como.


In aula non mancherà Azouz Marzouk, marito di Raffaella, e papà di Youssef. Una vera storia nella storia, la sua: dapprima incriminato, poi scagionato, è ora detenuto con l’accusa di spaccio di stupefacenti. Ma ha fatto sapere che sarà lì, in attesa degli assassini della sua famiglia, perchè li vuole guardare negli occhi.


Tutto lecito. Anche l’attenzione che, nell’opinione pubblica, la vicenda ha suscitato. Ma la grande mobilitazione di mezzi e risorse, soprattutto da parte degli operatori dell’informazione, fa riflettere. Anche questa volta Bruno Vespa l’intramontabile parlerà del delitto e del processo dell’anno, piuttosto che aggiornare i telespettatori sulle beghe del Paese?


Perchè tutto questo fa sospettare quella che ormai è una tendenza, probabilmente neanche più del tutto cosciente, dell’informazione dei giorni nostri. Una massiccia azione di attenzione su vicende terribili, che però in qualche modo possono allontanare dalla coscienza sociale e politica del vissuto istituzionale italiano, facendo presa sulla naturale sensazione ed emotività. Sarà il solito negativismo.


2 commenti su “Erba, la nuova Cogne mediatica”

  1. @Jessica Un articolo che sicuramente fa pensare e parecchio quello che hai linkato. D’altronde ormai i media farebbero di tutto, anche vendersi l’anima, pur di avere più spettatori. E non è sempre positivo questo atteggiamento.

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