Strage Erba: la cassazione conferma l’ergastolo per i Romano

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La condanna definitiva per Olindo Romano e Rosa Bazzi, i coniugi che tutti ricorderete per l’efferato delitto di erba, sono stati condannati definitivamente nella giornata di ieri dalla corte di Cassazione. Dopo l’ennesimo appello che il legale dei coniugi ha portato avanti per mostrare l’innocenza dei due, o almeno cercare di diminuire la pena, la cassazione nella serata di ieri ha definitivamente condannato i due coniugi con la pena dell’ergastolo.

I due erano già stati condannati nel lontano 2008, quando la Corte d’Assise di Como li aveva condannati all’ergastolo anche in quel caso. A sentire l’udienza in aula ieri sera, erano presenti i familiari di Raffaela Castagna la una delle due donne uccide dalla coppia Romano. Oltre a loro, erano presenti anche Azouz Marzouk, il quale non è più rientrato dopo aver presenziato all’udienza iniziata nella mattinata di Martedì scorso.

Strage Erba, i dubbi di Azouz sui Romano

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Rosa e Olindo, forse sono innocenti, il processo è da rifare da zero, credo si debba indagare anche su altri”, queste le clamorose dichiarazioni che Azouz Marzouk ha rilasciato in una recente intervista a “Quarto Grado”, il programma di Salvo Sottile in onda questa sera su Rete 4. Il tunisino, tornando a parlare della strage di Erba, la quale ha visto la morte della moglie e del piccolo figlio, dichiara: “Metto in dubbio le indagini”.

La corte di cassazione, il prossimo 3 Maggio si troverà riunita per decidere se confermare la pena inflitta a Rosa e Olindo Romano, i due principali imputati della strage. Il tunisino ha richiesto di partecipare all’udienza della suprema Corte, e per questo ha presentato istanza per tornare in Italia.

Erba, la nuova Cogne mediatica

porta a porta
Uno strappo ed una concessione alla cronaca, per una serie di considerazioni. Parte domani il processo per la strage di Erba, e tutto è già pronto.
L’unico elemento non certo è la presenza o meno, in aula, in aula di Rosi Bazzi e Olindo Romano. La Corte d’assise di Como ha fissato 16 udienze, da domani a metà marzo, due ogni settimana. Si tenta di avere, per una volta, una sentenza in tempi brevi.
Al di là del fatto di cronaca, di un’efferatezza e dalle peculiarità particolari, quello che colpisce sono i numeri. Il Tribunale ha organizzato gli ingressi: 40 posti in aula per i giornalisti, 30 per il pubblico, uno stanzone poco distante adibito a sala stampa con annesso maxischermo per seguire la diretta del dibattimento.