A De Gennaro il compito di convincere l’Ue. Mission: impossible


Mission Impossible


Italia sgridata. Italia indisciplinata. Italia richiamata per la seconda volta dall’Unione Europea. La marachella? L’ormai consolidata tragedia dei rifiuti in Campania.


La Commissione Europea ha tutta l’intenzione di andare avanti con la procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia. La decisione arriverà per il prossimo 30 gennaio: prevederà l’invio o meno di un nuovo richiamo alle autorità italiane. A giugno, l’Italia si è già vista arrivare una poco dignitosa lettera di messa in mora .


Ora torna il pericolo del richiamo, un pericolo che vuol dire molti soldi e molte pene. Corrisponde alla messa in forse dei sostanziosi contributi che la Ue concede all’Italia per finanziare i progetti legati allo smaltimento dei rifiuti. Che fine avranno fatto quei soldi, alla luce degli eventi partenopei? L’Unione Europea, insomma, commina una salata multa quando uno dei 27 Stati viola le legislazioni comunitarie.

E l’Italia che fa? Semplice: litiga. Il Senato, oggi, è stato teatro dello scontro tra Forza Italia e la Lega sulla bocciatura di una mozione presentata da Calderoli per mettere in mora l’operato di Bassolino. E tra i banchi del centrodestra è scoppiato il finimondo.


Dunque, l’Italia è in mora da giugno. Il Belpaese era già stato esplicitamente richiamato, con gli effetti e la reattività che, in questi giorni, sono sotto gli occhi di tutti. L’Ue aveva avviato l’iter per una procedura di infrazione a carico dell’Italia. Perchè l’Italia risultava inosservante delle direttive comunitarie sullo smaltimento rifiuti. Come dire. Siamo indifendibili.


Alessandro Pansa, prefetto di Napoli, ex commissario straordinario alla emergenza, a novembre aveva optato per una necessaria gita in quel di Bruxelles. Risultato? Ha preso tempo e ha concordato una bella verifica per i primi del nuovo anno. L’oggetto della verifica lo si vede sui giornali ogni sacrosanto dì, ormai. E naturalmente la commissione non ritiene ancora sufficienti le scelte governative.


Mentre Prodi si vede sgridato dalla tanto cara e amata Ue, ora tocca al nuovo commissario Gianni De Gennaro provare ad intercedere, con una bella gita prevista tra una decina di giorni presso la commissione Ue a Roma. Mission Impossible: giurare e spergiurare, con fare possibilmente convinto e sicuro, alle autorità europee che il nuovo piano contro l’emergenza ce la farà. Bruxelles non ci crederà facilmente. Il commissario Ue all’Ambiente Stavros Dimas ha, semplicemente, definito profondamente inquietante quanto le immagini provenienti dalle strade di Napoli e dintorni stanno testimmoniando. Preciso, diretto, come una lama di coltello, aveva sentenziato: Serve una soluzione strutturale.


Quella che propone il Governo è la seguente, esposta oggi stesso dal ministro per l’Attuazione del programma Giulio Santagata al Senato: Tre termovalorizzatori saranno realizzati in Campania il più presto possibile. Sorgeranno ad Acerra, Santa Maria La Fossa e Salerno. E fondamentale è, per Palazzo Chigi, tornare il prima possibile alla gestione ordinaria del problema rifiuti. Il che significa che De Gennaro ha i quattro mesi previsto nell’ordinanza, e in questo arco di tempo la situazione dovrà rientrare nella norma. L’impegno è tornare all’assunzione di responsabilità forti delle istituzioni campane, già dalle scelte dei prossimi giorni.


Nel mentre, il Senato italiano non trova niente di megluio da fare che bisticciare. Questo ambiente da richiami e banchi di scuola deve aver contagiato un po’ tutte le dinamiche. Forza Italia e la Lega hanno litigato sulla mozione presentata da Roberto Calderoli. Una mozione che prevedeva la la richiesta di sciogliere il Consiglio regionale della Campania e rimuovere il presidente della giunta Antonio Bassolino. Respinto: 149 a 141. Tra assenze e promesse di senatori precettati. E Calderoli lamenta la mancata occasione: Oggi in Senato vi erano le condizioni ottimali per mandare a casa Prodi attraverso la mia mozione. Invece tra assenti e astenuti la mia mozione è stata respinta. Se l’opposizione fosse stata presente al completo, i voti a favore sarebbero stati 158. Berlusconi, però, cui evidentemente il quieto vivere nell’occasione in oggetto non era caro, accusa della sconfitta la Lega: Non è stata colpa nostra. Se c’è qualcuno che pensa che vogliamo tenere in vita Bassolino fa pensieri meschini attribuendo a noi la sua meschinità”, perchè “noi avevamo avvertito il capogruppo della Lega Castelli e il presentatore della mozione Calderoli che tra le nostre fila ci sarebbero stati degli assenti. Non c’era alcun motivo per non spostarla a mercoledì. La responsabilità di quello che è accaduto non è certamente di FI ma di chi ha pervicacemente voluto presentare questa mozione. Ottima strategia. L’Italia ne uscirà. Non c’è che da essere ottimisti.


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