Camorra, arrestato consigliere PDL

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Durante la prima mattinata di oggi, i Carabinieri del distretto di Salerno a condotto un operazione per arrestare 6 persone, in merito ad un inchiesta relativa a possibili scambi mafiosi politici. Tra le sei persone arrestate c’è anche l’ex sindaco di Pagani del gruppo PDL. Alberico Gambino è accusato di concussione in concorso ed associazione per delinquere finalizzata allo scambio elettorale politico-mafioso, delitti aggravati dell’attività di agevolazione dei clan Fezza-D’Auria Petrosino, attivo nell’agro nocerino.

Per tutti e sei l’accusa è questa. Gambino, fino a poco tempo fa era il sindaco di Pagani ed insieme al presidente del Paganese calcio e a due esponenti del clan, avevano creato un associazione a delinquere finalizzata al controllo delle attività pubbliche a livello economico. Il tutto si limitava alla zona di Pagani, ma gli introiti economici, sono stati elevati per tutti e sei gli arrestati.

Giustizia? Update: Salerno e Catanzaro fanno pace



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E’ tregua tra le procure di Salerno e Catanzaro.


Raggiunta e firmata – alla stregua di un vero e proprio armistizio – un’intesa per il ripristino della giurisdizione con idonee iniziative processuali. La richiesta del Quirinale è stata, infine, accolta.


Risultato: Why not e Poseidone, le due inchieste al centro della singolar tenzone, della Procura di Catanzaro e diquella di Salerno su presunti illeciti legati alle inchieste di De Magistris proseguiranno. Nelle rispettive competenze.


Decisivo è stato il doppio dissequestro degli atti compiuto prima dalla Procura generale di Catanzaro e poi da quella di Salerno. Fine dei giochi?


Catanzaro-Salerno, lotta all’ultimo magistrato: la parabola della mantide religiosa

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Non solo una riforma della Giustizia appare necessaria. Ma quanto sta accadendo in questi giorni, con due paritetiche Procure della Repubblica Italiana, quella di Catanzaro e quella di Salerno, sta mettendo in scena una drammatica lotta tra poteri dello Stato.
Vi ricordate le elezioni? Il marasma scoppiato per la vicenda Pizza-DC, rimessa in corsa dopo l’iniziale esclusione del simbolo? Presidente della Repubblica, Governo, Tar Lazio e Consiglio di Stato. Non mancava più nessuno. La lotta, la confusione piuttosto, tra i poteri dello Stato coinvolti era stata evidente ed eclatante.
E se su Pizza eravamo riusciti a riderci sopra, in perfetto italico stile, qui, nonostante i tentativi di Spinoza di cui alla citazione di apertura, i magistrati reciprocamente fagocitantesi non riescono a strappare nessun tentativo di sdrammatizzazione.

A De Gennaro il compito di convincere l’Ue. Mission: impossible

Mission Impossible
Italia sgridata. Italia indisciplinata. Italia richiamata per la seconda volta dall’Unione Europea. La marachella? L’ormai consolidata tragedia dei rifiuti in Campania.
La Commissione Europea ha tutta l’intenzione di andare avanti con la procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia. La decisione arriverà per il prossimo 30 gennaio: prevederà l’invio o meno di un nuovo richiamo alle autorità italiane. A giugno, l’Italia si è già vista arrivare una poco dignitosa lettera di messa in mora .
Ora torna il pericolo del richiamo, un pericolo che vuol dire molti soldi e molte pene. Corrisponde alla messa in forse dei sostanziosi contributi che la Ue concede all’Italia per finanziare i progetti legati allo smaltimento dei rifiuti. Che fine avranno fatto quei soldi, alla luce degli eventi partenopei? L’Unione Europea, insomma, commina una salata multa quando uno dei 27 Stati viola le legislazioni comunitarie.