Bocchino: “Fini, UdC, Api e Pd al Governo”. Cicchitto: “Che film è?”

Ormai il sito di Generazione Italia è diventato un quotidiano di partito: la voce di Futuro e Libertà passa attraverso il portale di chiara area finiana che si trasforma in cassa di rinonanza nel quale parli a suocera perchè nuora intenda. Nello specifico, è Italo Bocchino, capogruppo parlamentare di Fli, a replicare nuovamente a Silvio Berlusconi e alla crisi in auge al Governo. Per uno dei finiani più convinti, oramai il Premier ha poca scelta: l’unico modo per continuare a governare è quello di optare per un esecutivo composto da larghe intese partitiche. Provocazione, ennesimo botta e risposta, folgorazione?

L’unica strada che ha (Berlusconi, ndr) è appellarsi al Parlamento come gli ha consigliato Casini per varare un nuovo governo con un profilo alto e riformatore e una maggioranza più ampia, costruendo una nuova coalizione che comprenda i partiti di Fini, Casini e Rutelli e i moderati del Pd ormai delusi“.

L’autoribaltone dei finiani: governo con i centristi

Quella di oggi di Italo Bocchino è una provocazione che potrebbe essere paradossalmente geniale. “Non consegneremo il Paese all’asse Bossi-Tremonti”, scrive su Generazione Italia il capogruppo Fli. Da quel momento, il susseguirsi di agenzie, di reazioni, di commenti, di no, niet, sì, forse è a dir poco martellante. Nuovo governo con i centristi. Nl Pdl i più svegli lo chiamano l’autoribaltone. La politica è in una crisi endemica e irreversibile, e anche le exit strategy stanno prendendo corpo in modi assolutamente inediti e, forse, impensabili.

Bocchino non è uno sprovveduto. Non un suicida politico: al momento, almeno, sembra averlo dimostrato. E certamente l’intervento su Generazione Italia difficilmente può rappresentare un’iniziativa personale. Certo, lui poi in giornata chiarisce, aggiusta il tiro, specifica. Ma la sostanza è quella. E soprattutto sortisce un effetto difficilmente non previsto: quello di una guerra già in corso ma oggi acuita. Tra l’Udc e la Lega di Umberto Bossi.

Futuro e Libertà al PdL: “La vittoria di Fini”

Al termine del vertice tra i principali referenti del Popolo della Libertà, a cantare vittoria è stato il gruppo parlamentare Futuro e Libertà. I deputati vicini al Presidente della Camera, Gianfranco Fini, hanno infatti dichiarato che dietro il documento programmatico emesso dal PdL al fine di individuare una convergenza politica che allontani una spaccatura e le conseguenti elezioni anticipate, c’è in realtà una lineare presa d’atto delle istanze espresse in più di una circostanza dai finiani.

Come dire: Silvio Berlusconi chiede a Fini quel che la terza carica istituzionale ha sempre preteso, il rispetto del programma elettorale. Anche se, in verità, qualcosa di più rispetto a quanto indicato in quello, c’è. A evidenziare la situazione simil paradossale ci pensano i tre referenti più intransigenti di Fli.

Il PdL a Futuro e Libertà: “Accordo in cinque punti, altrimenti si vota entro dicembre”

Vertice a Palazzo Grazioli con i principali referenti del Popolo del Libertà per definire la strategia da intraprendere per far uscire allo scoperto i finiani di Futuro e Libertà: Silvio Berlusconi e tutta la pattuglia hanno stilato e redatto un documento di dieci pagine nelle quali sono contenuti i punti programmatici da sottoporre a Gianfranco Fini e compagnia: in caso di assonanza, percorso ancora congiunto da qui alla fine del mandato (o, almeno, fino a che durerà); in caso di divergenze, elezioni entro dicembre.

Oltre sei ore di conciliabolo per evidenziare nuovamente i cinque cardini su cui non si prescinde: federalismo fiscale, fisco, Sud, giustizia e sicurezza. Ovvero, Tutti punti non trattabili, sui quali i capigruppo Pdl di Camera e Senato elaboreranno una mozione di fiducia da sottoporre alle Camere a settembre. Un comunicato a fine vertice e le parole del Presidente del Consiglio, determinato nel sostenere che Noi non dobbiamo conquistare nessuno, nemmeno i finiani. Sono rimasti nel Pdl e io personalmente, ma credo nessuno dei dirigenti del partito, non ho fatto nessuna telefonata. Inoltre, ribadisco che sul Presidente della Camera non ho mai incentivato alcuna campagna giornalistica“.

Berlusconi: “Convincere i finiani moderati”. Futuro e Libertà: “Fedeli al programma elettorale”

Liquidare Gianfranco Fini (rimasto a colloquio per una ventina di minuti con Gianni Letta dopo l’ultimo omaggio a Francesco Cossiga presso la camera ardente: nessuno dei due si sarebbe esposto in maniera eccessiva nell’ipotizzare gli scenari del prossimo futuro) e i suoi sostenitori più partigiani, rompere in due (quattro, otto) il fronte dei fuoriusciti dal Popolo delle Libertà e indebolire in maniera sostanziale il nuovo gruppo parlamentare di Futuro e Libertà: il diktat di Silvio Berlusconi è perentorio, l’identikit degli indesiderati è lineare (Italo Bocchino, Fabio Granata, Luca Barbareschi e Carmelo Briguglio su tutti), l’intento di snervare i finiani pare un lavoro meticoloso e certosino.

Da portare avanti minuto dopo minuto, ora dopo ora, giorno dopo giorno. Dal Presidente del Consiglio parte la strategia della “goccia che scava la pietra”: “Convincetene uno a testa di quelli moderati affinchè torni nel PdL“, avrebbe detto il Premier ai dirigenti del partito in vista della riunione di venerdì. L’articolazione del Berlusconi pensiero tende a indebolire – numericamente e sotto il profilo della compattezza – il gruppo di Fli che, nonostante si sia mostrato fedele e vicino al Presidente della Camera – politicamente e personalmente – avrebbe, a detta del fondatore del PdL, un compito ancor più importante: “La lealtà dimostrata nei confronti di Fini è comprensibile. Ma coerenza vuole che dimostrino la stessa fedeltà a chi li ha votati e che continuino a sostenere lealmente l’esecutivo in carica“.

Berlusconi apre a Fli: bluff o conciliazione?

Silvio Berlusconi che tenta la via del dialogo nei confronti dei fuoriusciti del Popolo delle Libertà è una novità vera. Il Premier che si mostra addirittura conciliante rispetto alla frangia di Futuro e Libertà rischia di esere un passaggio politico interessante, ermetico, da intuirci tutto “ora o mai più”. Il bluff è nell’aria ma al contempo la mano è tesa, nel tentativo di stringere idealmente – ma neppure troppo – quella di Gianfranco Fini.

Una nota diramata in serata con cui il Presidente del Consiglio mostra l’ennesimo volto che non ti aspetti (specie dopo la dichiarazione di Umberto Bossi che punta deciso verso le elezioni): “Al di là del frastuono delle irresponsabili e a volte farneticanti parole pronunciate da taluni contro il governo e contro la propria stessa maggioranza, se vi sarà lo spirito costruttivo contenuto nelle dichiarazioni di alcuni senatori del centrodestra (deputati Fli, ndr), che accolgo con grande soddisfazione e disponibilità, sarà certamente possibile ritrovare quell’unità che, ove mancasse, non potrebbe che portare a scelte dolorose e definitive“.

Parla da paciere, il Premier, e intuirne lo scopo è in realtà più difficile di quanto sembri: semplice voglia di dialogo? Estremo tentativo di ricompattare tutto, lasciare ogni divergenza alle spalle, tirare un telo e non buttargli più un occhio? Potrebbe esssere. Ma l’altra versione – che rimanda al tentativo di spaccare in due, e indebolire, i deputati di Futuro e Libertà che hanno mostrato una differenza di vedute rispetto al comportamento da tenere con l’attuale maggioranza; che riporta al tatticismo fondamentale secondo cui PdL sarebbe in attesa che la spaccatura venga ufficializzata dagli avversari, se ne assumano la responsabilità – sembra altrettanto verosimile.

PdL – Fli: Prestigiacomo e Della Vedova, scopri le analogie

Continua a tenere banco la querelle (ma in realtà è qualcosa di più) che tra i banchi della maggioranza parlamentare differenzia sempre più le intenzioni (politiche, programmatiche, strutturali) del Popolo della Libertà e quelle di Futuro e Libertà. A rimarcare le differenti posizioni tra i seguaci di Silvio Berlusconi e i fedeli a Gianfranco Fini ci pensano, una volta di più, due esponentio poltici riconducibili agli schieramenti di cui sopra.

Da una parte il Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo; dall’altro Benedetto Della Vedova, numero due dei deputati Fli (appena dietro il capogruppo Italo Bocchino). Nel corso delle due interviste concesse a diversi quotidiani, pare di trovarsi di fronte al giochino delle differenze: scoprite quali, verrebbe da dire, se non fosse che stavolta la difficoltà è semmai quella opposta. Provate a trovare le analogie. La crisi di Governo vissuta dai due politici, infatti, rimarca nelle parole degli stessi le divergenze che emergono ogni giorno di più.

La PRESTIGIACOMO: “Inimmaginabile procedere con il logorio e i ricatti delle scorse settimane: noi siamo pronti al voto, credo che il PdL sia l’unico partito realmente in grado di affrontarlo. I finiani? Atto di chiarezza doloroso ma dovuto, volevano indebolire il Governo e il premier“. Non pare dello stesso avviso DELLA VEDOVA: “Il portavoce PdL, Daniele Capezzone, oggi chiede le dimissioni di Fini come allora (facevano parte entrambi dei Radicali, ndr) sparava a zero su Berlusconi. Non ottenne effetti prima, accadrà la stessa cosa. Un confronto con il PdL? Se prevale la prepotenza irrazionale che mira a sfasciare, a fare di Fini bersaglio politico non ci si può fare nulla. Io resto ottimista per natura: spero che prevalga il buon senso per evitare nuove elezioni, sarebbe l’ennesima paralisi“.

Web giornale politicalive: 9 agosto 2010

SOMMARIO:
1. Berlusconi ai militanti: “Tocca a voi”; Bocchino: “Basta illazioni su Fini;
2. Caritas: “Sbarchi di clandestini in aumento dopo intesa Governo-Gheddafi”
3. Russia: gli incendi viaggiano al ritmo di 700 morti al giorno
4. Mafia: proiettile al figlio di Ciancimino. “Vado via”
5. Finanza: estate all’insegna della “caccia allo scontrino”
6. Ricovero Francesco Cossiga: condizioni in peggioramento
7. No global in azione a Pordenone: Zaia appoggia i manifestanti, Galan li accusa
8. Novara, tenta violenza sessuale su sordomuta: arrestato tunisino

PER APPROFONDIRE:
Violenza sessuale: i numeri degli stupri in Italia
Cuba, Fidel Castro in Parlamento: “Obama, dì no alla guerra nucleare”
Fini – Tulliani: “Adesso mi dici cosa hai combinato”. Retroscena e prossime mosse

WEB GIORNALE DI POLITICALIVE. Flash news dei principali avvenimenti di politica e cronaca del 9 agosto 2010.

BERLUSCONI – FINIANI: Silvio Berlusconi è determinato a coinvolgere i militanti del PdL in quella che definisce la mobilitazione più grande mai portata avanti al fine di esplicare i risultati dell’attuale Governo. Il Premier sembra si prepari a elezioni imminenti e lo fa con uno spiegamento di forze imponente: “La mobilitazione permanente è necessaria per contrastare i disfattismi e i personalismi di chi antepone i propri particolari interessi al bene di tutti, al bene del Paese. Gli iscritti devono essere il megafono dell’azione di governo sul territorio: in ogni piazza degli 8100 comuni italiani vi siano banchetti per spiegare quanto il governo è riuscito  a realizzare in due anni di appassionato lavoro”. Con una lettera ai Club della libertà, Berlusconi stimola ciascuno a fare ancora di più: “Una grande opera di diffusione attraverso una capillare rete di militanti basata sulla suddivisione delle 60 mila sezioni elettorali. Sarà il più grande porta a porta mai realizzato in Italia, ed è per questo che chiedo il contributo di tutti coloro che credono negli ideali di libertà”. Nel frattempo, i deputati che hanno aderito a Futuro e Libertà hanno deciso di fare quadrato intorno a Guianfranco Fini rispetto alla campagna mediatica di accuse che sta interessando il Presidente della Camera rispetto alla vicenda della casa di Montecarlo. Lo dichiara Italo Bocchino, presidente dei deputati di FLi: “La campagna contro il presidente della Camera è un fatto senza precedenti e gravissimo dal punto di vista politico e istituzionale. E’ come se ‘Il Secolo’ facesso il coupon: ‘Berlusconi dimettiti per il processo Mills’. Siamo di fronte a una campagna inaccettabile e vergognosa e ancor più grave perché rientra in un contesto di bastonatura mediatica in cui si utilizzano uno e più strumenti di proprietà del presidente del Consiglio. Se Berlusconi ha ancora un pizzico di rispetto per la democrazia e le istituzioni smentisca immediatamente il portavoce del suo partito, Daniele Capezzone, e stoppi la campagna vergognosa de ‘Il Giornale'”.

SBARCHI IMMIGRATI: prende parola la Caritas, tema scottante quale è quello degli sbarchi di immigrati clandestini. Stando alle parole di Oliviero Forti, responsabile nazionale Caritas “C’è un flusso costante e una pressione migratoria che rimane sostanzialmente immutata se non aumentata. La Libia, in base agli accordi presi col governo italiano, è chiamata ad assolvere il ruolo di sentinella dell’Europa. Ci si chiede fino a quando questo potrà accadere. Perché sappiamo tutti che la Libia ha un ritorno economico rispetto al ruolo che ricopre. Nel momento in cui non si riesce più a sostenere questa dinamica assistiamo alla ripresa degli sbarchi, non nella stessa quantità del passato ma comunque un numero di sbarchi che sommati fanno centinaia di persone. Ci chiediamo allora come possano avvenire questi sbarchi  se teoricamente è in vigore un pattugliamento così serrato come è stato annunciato e che in alcuni casi sembra non funzionare. Come dimostrano gli arrivi di questa notte a Linosa. Nonostante il pacchetto sicurezza e gli accordi con la Libia, l’Italia  ha visto aumentare il numero di cittadini irregolari. Lo scenario quindi non è così tranquillizzante”. Ultimo caso relativo alla notte di ieri, quando a Linosa sono approdati 40 immigrati.

RUSSIA, FUOCO E FIAMME: 200 mila ettari. A tanto ammonta l’estensione della superficie del territorio russo in balia delle fiamme che l’avvolge da ormai cinque giorni. Il mix tra caldo, smog ed incendi sta mettendo in ginocchio l’intera nazione con temperature mai viste prima d’ora (37,1 gradi sabato scorso a San Pietroburgo, dopo i 38,2 di Mosca il 29 luglio). Va da se che sono aumentati anche i decessi (+50% nella capitale rispetto allo stesso mese dell’anno scorso) e i trasferimenti negli obitori. Il problema più grosso però sembra essere quello dello spegnimento delle fiamme nelle zone vicine alle centrali nucleari disseminate nel paese. Il fuoco potrebbe infatti innescare forze distruttive inimmaginabili qualora dovesse venire a contatto con i prodotti di combustione o fusione. Non si prevedono comunque grossi miglioramenti nel breve periodo. Dovrebbe esserci un abbassamento delle temperature tra il 13 ed il 14 Agosto ma questo non allontanerà del tutto il pericolo visto che la soluzione del problema appare possibile solo a partire dal 20 Agosto. Fino ad allora, stato di calamità nelle zone più colpite e vigili del fuoco ed altri operatori di soccorso in servizio 24 ore su 24. La mortalità media (350 vittime al giorno) è quasi raddoppiata: 700 decessi quotidiani.

Fini – Tulliani: “Adesso mi dici cosa hai combinato”. Retroscena e prossime mosse

Archiviata la mozione di sfiducia a Giacomo Caliendo, l’occhio politico è tutto rivolto verso i confini monegaschi. Gianfranco Fini decide di prendere di petto la vicenda che sta tenendo banco in questi giorni, relativa alla vendita (prima) e all’affitto (poi) dei 60 metri quadrati di Montecarlo (Boulevard Princesse Charlotte 14) ereditato da An in seguito al lascito di una nobildonna di Monterotondo. “Che serva per la buona causa”, avrebbe dichiarato la donna in procinto di consegnarne chiavi e proprietà al partito.

Solo che. Un’inchiesta condotta da Il Giornale (“una trappola studiata a tavolino“, il pensiero ricorrente negli ambienti finiani) ha svelato come l’appartamento sia stato inizialmente (s)venduto per la modica cifra di 300 mila euro (vale – fonte Il Giornale – sette, otto volte tanto) a una finanziaria che ha sede alle Antille e in un secondo momento affittato da Giancarlo Tulliani. Il semi-omonimo fratello della compagna del Presidente della Camera, Elisabetta. Ha fatto seguito un esposto alla Procura di Roma di due componenti de La Destra (allora compagni di partito di Fini in An) ovvero il consigliere regionale del Lazio Roberto Buonasorte e il consigliere comunale di Monterotondo, Marco Di Andrea.

Fare luce, chiarire, spiegare: le richieste più esplicite. Quelle celate, invece, sono moniti che hanno per destinatario l’allora leader di An, Gianfranco Fini. Gli si dice tra le righe (ma neppure troppo): paladino della giustizia? diverso dagli altri? Macchè – rimarcano i falchi PdL (un tempo alleati di Fini): “Avesse un alto senso dello Stato, dovrebbe dimettersi“. Poco importa che Fini abbia invece deciso di percorrere la strada opposta, quella della mano tesa nei confronti della magistratura, a cui la terza carica Istituzionale dice: “Non ho nulla da nascondere nè me la prendo con i giudici comunisti“.

Dalla villa di Ansedonia, dove in simultanea ha avuto modo di consultare l’avvocato Giulia Bongiorno, Fini non mette la testa sotto la sabbia (nonostante il termometro a ridosso del mare dica oltre 30 gradi) e decide di uscire allo scoperto: “Una campagna mediatica messa su ad arte con la totale compiacenza dei giornali di famiglia dopo avermi cacciato dal PdL. Berlusconi non mi perdona di essere andato controcorrente sulle leggi che avrebbe voluto imporre“.

Nessun passo indietro, paura zero, persiste nel riferimento di Futuro e Libertà la voglia di non farsi piegare dagli ex alleati. La ferrea volontà di andare avanti senza remore: “In quasi trenta anni di impegno parlamentare non ho mai avuto problemi di sorta con la giustizia e non ho assolutamente niente da nascondere nè tantomeno da temere per la vicenda monegasca. Pertanto, chi spera che in futuro io sia costretto a desistere dal porre il tema della trasparenza e della legalità nella politica è meglio che si rassegni“.

Patrimonio An: soldi e immobili, valore tra 350 e 500 milioni di euro

Alleanza Nazionale non non esiste più dal marzo 2009, allorchè il partito confluì con Forza Italia nel Popolo della Libertà.
Eppure, il patrimonio di An (sul quale si sono puntati i riflettori in seguito all’inchiesta de Il Giornale, secondo cui in una delle case donate al partito da una nobildonna sia finito quale affittuario il fratello della compagna di Gianfranco Fini, Giancarlo Tulliani) continua a giacere nelle casse delle società “Immobiliare Nuova Mancini srl” e “Italimmobili srl”, le quali daranno il là – di qui a poco – alla Fondazione An.
Sarà uno dei temi scottanti che accompagnerà – fin da ora – al settembre di fuoco per la politica italiana: inevitabile che nel calderone della crisi, della separazione di ex colleghi di partito tra finiani e pidiellini rientri anche la vicenda inerente al patrimonio del partito.
Cominciamo col dire che il totale di cui si parla oscilla – annoverando denaro liquido (70 milioni di euro) e beni immobili (il restante) – tra i 350 e i 500 milioni di euro.

Tralasciando la liquidità, ci si concentra sugli immobili.

Tra le polemiche che stanno infiammando il panorama politico italiano, quella che ha influito affinchè traboccasse il vaso è la querelle scoppiata in merito al patrimonio immobiliare di Alleanza Nazionale, movimento guidato fino a qualche anno fa da Gianfranco Fini, oggi presidente della Camera. Il patrimonio in questione ha un valore stimato in circa 300-400 milioni di euro: si tratta, nello specifico, di 70 appartamenti, sedi delle federazioni.

Tra questi, vi sono anche i locali che ospitano la sede nazionale e il “Il Secolo d’Italia”. L’ultimo lascito a favore del partito, di oltre due miliardi di vecchie lire, è stato quello della contessa Anna Maria Colleoni, discendente dello storico condottiero del Quattrocento, Bartolomeo Colleoni.

Scrive nella relazione di gestione datata 26 febbraio 2009 il senatore Franco Pontone, tesoriere del partito: “Il rendiconto di gestione al 31 dicembre 2008 evidenzia un soddisfacente risultato di avanzo di gestione pari a 10 milioni 335 mila 573 euro e una situazione di liquidità disponibile di 30 milioni 685 mila 260 euro. Risultati che confermano la soliditàdella situazione patrimoniale, economico e finanziaria di An”. Pontone prevede un futuro roseo:La situazione corrente della gestione economico finanziaria è soddisfacente, conseguentemente si può ragionevolmente affermare che non sussistono problemi per affrontare gli impegni futuri”.

Sfiducia Caliendo: mozione respinta con 299 voti contrari

La mozione di sfiducia nei confronti di Giacomo Caliendo viene respinta con 299 voti contrari.
Alfano:
“P3 figlia di Pm e sinistra”. Di Pietro: “Fatto politico”. FL e UdC si astengono. Franceschini: “Berlusconi è solo”. Cicchitto: “Non diamo la testa di Caliendo”. Rissa PdL-finiani. Coro da stadio: “Silvio, Silvio”.

IL RESOCONTO DELLA GIORNATA
La conferenza dei capigruppo a Montecitorio ha optato per discutere mercoledì 4 agosto, con inizio alle 17, la mozione di sfiducia a Giacomo Caliendo, sottosegretario alla Giustizia coinvolto nell’inchiesta della cosidetta P3, avanzata da Pd e Italia dei Valori. Il voto è previsto per le 17, Caliendo non dovrebbe avere alcun problema a passare incolume la prova del Parlamento perchè, seppure con una maggioranza non assoluta, la mozione stessa sarà respinta. A votare contro, la maggioranza parlamentare e i membri di Governo del neonato gruppo Futuro e Libertà mentre i deputati dello stesso schieramento si asterrano come pure l’Udc e L’Api. Il voto a favore dei firmatari non sarà sufficiente a sfiduciare il sottosegretario a cui Silvio Berlusconi ha già rinnovato la propria fiducia: “Resta dove sei“.
LA MOZIONE. Presentata lo scorso 14 luglio dal Partito Democratico e dall’Italia dei Valori in merito all’inchiesta sulla “lobby” P3 dalle cui intercettazioni al vaglio della magistratura è emerso in più di una circostanza il coinvolgimento di Giacomo Caliendo, indagato per associazione segreta.
[…]
Ore 11.45. Rese note le parole pronunciate nella serata di ieri da Silvio Berlusconi nel corso di una cena con le deputate del Pdl: “L’astenensione è una scelta senza senso, un grave errore politico. O si vota la sfiducia a Caliendo e non si capisce il motivo, oppure se si sostiene il governo si vota la fiducia e basta. Il governo non cadrà: non si cade su una questione che non riguarda il programma. E’ sul piano di governo che ci sarà un confronto aperto“.
[…]
Riusciamo ad anticipare il più probabile scenario cui si assisterà alla Camera dei Deputati in occasione del voto. Stando ai numeri e alle dichiarazioni delle ore precedenti, questo è quanto dovrebbe accadere.

FAVOREVOLI ALLA SFIDUCIA A CALIENDO
Partito Democratico (firmatario della mozione di sfiducia)
Voti 206

Italia dei Valori (firmatario della mozione di sfiducia)
Voti 24

Altri
Voti 5

Totale voti favorevoli 235

CONTRARI ALLA SFIDUCIA A CALIENDO
Popolo delle Libertà (partito di cui fa parte Giacomo Caliendo, sottosegretario alla Giustizia)
Voti 237

Lega Nord
Voti 59

Altri
Voti 10

Totale voti contrari 306

VERSO L’ASTENSIONE

Futuro e Libertà
Voti 33

Udc
Voti 39

Alleanza per l’Italia
Voti 8

Movimento per l’Autonomia
voti 5

Liberal Democratici
Voti 4

Totale voti di astensione 89

Maggioranza assoluta alla Camera
(ovvero il 50%+1): voti 316
Quorum necessario tenendo conto degli astenuti: voti 271

Politicalive.com SEGUE L’EVENTO IN DIRETTA WEB:

Finiani e Udc: astensione su Caliendo

La mozione di sfiducia sottoscritta dal Pd e da Italia dei Valori nei confronti di Giacomo Caliendo, sottosegretario alla Giustizia coinvolto nell’inchiesta della cosidetta P3, ha sollecitato il primo incontro politico tra Futuro e Libertà (i 33 deputati fuoriusciti dal PdL e vicini a Gianfranco Fini) e l’Udc di Pier Ferdinando Casini. La riunione si è svolta alla Camera (ore 13) e ha visto la partecipazione dei parlamentari del Movimento per l’Autonomia e dell’Alleanza per l’Italia (il neonato gruppo di Francesco Rutelli): è stato nella circostanza deciso di portare avanti un percorso congiunto che si manifesta – per ora – con il voto di ASTENSIONE nei confronti della mozione all’ordine del giorno (si vota mercoledì 4 agosto).

Fini: “Espulso dal PdL per l’illiberale concetto di democrazia che fa capo a Berlusconi”

Gianfranco Fini ha annunciato una conferenza stampa alle 15 presso l’Hotel Minerva di Roma. Il presidente della Camera approfondirà il proprio punto di vista rispetto alle decisioni assunte dall’Ufficio di Presidenza del Popolo delle Libertà e renderà noto, con ogni probabilità, il nome del nuovo gruppo parlamentare della sua corrente che è Futuro e Libertà per l’Italia: formalizzato presso gli uffici della Camera, cui sono state anche consegnate le 33 richieste di adesione da parte dei deputati che hanno deciso di seguire Fini

Ore 15.01. Gianfranco Fini è arrivato presso gli edifici dell’hotel Minerva, i cronisti hanno affollato la sala stampa.
Ore 15.05. Diffusi i primi sondaggi rispetto al peso effettivo del nuovo soggetto politico: per l’Ispo di Renato Mannheimer si attesta intorno al 10%; per Luigi Crespi sta tra il 10 e il 12%.