PdL – Fli: Prestigiacomo e Della Vedova, scopri le analogie

Continua a tenere banco la querelle (ma in realtà è qualcosa di più) che tra i banchi della maggioranza parlamentare differenzia sempre più le intenzioni (politiche, programmatiche, strutturali) del Popolo della Libertà e quelle di Futuro e Libertà. A rimarcare le differenti posizioni tra i seguaci di Silvio Berlusconi e i fedeli a Gianfranco Fini ci pensano, una volta di più, due esponentio poltici riconducibili agli schieramenti di cui sopra.

Da una parte il Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo; dall’altro Benedetto Della Vedova, numero due dei deputati Fli (appena dietro il capogruppo Italo Bocchino). Nel corso delle due interviste concesse a diversi quotidiani, pare di trovarsi di fronte al giochino delle differenze: scoprite quali, verrebbe da dire, se non fosse che stavolta la difficoltà è semmai quella opposta. Provate a trovare le analogie. La crisi di Governo vissuta dai due politici, infatti, rimarca nelle parole degli stessi le divergenze che emergono ogni giorno di più.

La PRESTIGIACOMO: “Inimmaginabile procedere con il logorio e i ricatti delle scorse settimane: noi siamo pronti al voto, credo che il PdL sia l’unico partito realmente in grado di affrontarlo. I finiani? Atto di chiarezza doloroso ma dovuto, volevano indebolire il Governo e il premier“. Non pare dello stesso avviso DELLA VEDOVA: “Il portavoce PdL, Daniele Capezzone, oggi chiede le dimissioni di Fini come allora (facevano parte entrambi dei Radicali, ndr) sparava a zero su Berlusconi. Non ottenne effetti prima, accadrà la stessa cosa. Un confronto con il PdL? Se prevale la prepotenza irrazionale che mira a sfasciare, a fare di Fini bersaglio politico non ci si può fare nulla. Io resto ottimista per natura: spero che prevalga il buon senso per evitare nuove elezioni, sarebbe l’ennesima paralisi“.

Eppure, Berlusconi proprio ieri annunciava la volontà di dare il via alla più grande campagna di informazione che un partito abbia finora portato avanti: l’obiettivo pare quello del voto anticipato ma la PRESTIGIACOMO frena: “Non vorremmo le elezioni ma se servirà a fare chiarezza di fronte agli elettori, ben vengano. Non so se un nuovo accordo programmatico con i finiani possa bastare, di sicuro no nsi resta sotto schiaffo pretestuoso di una fetta della propria maggioranza: alcune posizioni dei finiani le giudico estremiste, puntano a scatenare una guerriglia quotidiana. Ma quel gruppo è eterogeneo, non tutti la pensano alla stessa maniera“. Dal canto suo, DELLA VEDOVA presenta un gruppo unito, il cui unico obiettivo è semmai quello di costruire una destra liberale ed europea: “Volevamo farlo dentro il PdL ma lì c’è solo allineamento e omologazione. Ci accusavano quando noi volevamo solo sostenere il Governo nel migliore dei modi, l’espulsione è stata una manovra politica: chi qualche settimana fa difendeva l’indifendibile, oggi usa la potenza mediatica per una campagna prepotente. Lo dicevano gli stalinisti: calunnia, che alla fine qualcosa resta. Ma alla fine, di questa storia resterà ben poco“.

Non è facile trovare una linea di congiunzione, anche perchè – afferma la PRESTIGIACOMO – oggi i finiani “tirano in ballo temi etici ma non sono le priorità del Paese: lo fanno solo per rimarcare ancora di più le differenze e isolarsi politicamente anche perchè su queste basi non si capisce come possano andare a braccetto con i cattolici dell’UdC“. Punti fermi attorno ai quali trovare il liev motif e lasciare che l’Esecutivo governi: si parla di quattro capisaldi. Federalismo, giustizia, Mezzogiorno e fisco. DELLA VEDOVA accetta, ma: “Stando così le cose, sono solo titoli attorno ai quali occorre confrontarsi. Se i berlusconiani dicessero ‘o così o niente’ saremmo punto e a capo. Altrimenti, un modo per andare avanti lo si trova“.

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