Federalismo, la Camera approva la fiducia. Ma Calderoli chiede una proroga


Si è tenuto stasera
alla Camera il voto di fiducia sul federalismo municipale, che è stato approvato con 314 si, 291 no e 2 astenuti. Applausi per il leader della Lega Umberto Bossi da parte dei suoi deputati, che hanno sventolato in aula le bandiere delle regioni del Nord, venendo poi richiamati dal vicepresidente di turno Antonio Leone. Fra loro anche il premier Berlusconi, che li ha “omaggiati” indossando un fazzoletto verde nel taschino. Berlusconi ha poi dichiarato, parlando con i cronisti: ” Sono tranquillissimo. C’ erano due deputati in missione e due malati. La maggioranza è a 320″.
Il ministro della Semplificazione normativa Roberto Calderoli, della Lega, dopo un incontro con una delegazione dei “Popolari d’ Italia”, si è però impegnato a proporre domani al Consiglio dei Ministri “Un’ inìziativa legislativa finalizzata alla proroga di quattro mesi del termine di scadenza della delega prevista dalla Legge 42″ sul federalismo fiscale, prevista per il 21 maggio.
Per Bossi, comunque, il voto di oggi è “Un giro di mattoni in più, siamo quasi al tetto” e ha aggiunto: “Ora abbiamo iniziato anche il federalismo regionale”. Quanto alla possibilità di una fine anticipata della legislatura, invece, il leader leghista ha risposto: “Noi vogliamo completare il federalismo, poi vediamo. Restiamo con i piedi per terra”, mentre l’ asse con Berlusconi “Per adesso tiene” poichè, spiega, “Berlusconi è stato l’ unico a darci i voti per il federalismo”.

Dall’ opposizione, il segretario del Partito Democratico Pierluigi Bersani ha spiegato così il voto contrario del suo partito: ” Se il federalismo fiscale lo si fa e lo si fa per bene, lo votiamo. Se invece si fa un pasticcio, noi votiamo contro. Questo decreto, al di là delle vostre favole, è un pasticcio.” E rivolgendosi al Carroccio: “Cara Lega, non venite a dire che reggete Berlusconi per fare il federalismo. Noi vi garantiamo che il processo federalista va avanti anche senza di lui”.
Contro il provvedimento anche l’ UDC, come ha spiegato il suo leader Casini: “Ci sono ragioni politiche e di merito che ci inducono a dire di no ancora una volta. Non possiamo fidarci della Lega, almeno finchè non ci troveremo su alcune cose elementari, del tipo Roma non è Roma ladrona ma la nostra capitale”. Per Casini, poi, “Non si vuole fare un vero federalismo ma approvare uno spot della Lega.”
Per Futuro e Libertà, il capogruppo Benedetto Della Vedova, annunciando il voto contrario del suo partito, ha affermato: “Non è una buona riforma, non è condivisa, è frettolosa” e può creare “Un aumento della spesa al nord e aumento delle tasse al sud.” Infine, dall’ IDV, Antonio Borghesi ha attaccato: “Se volete scambiare il gusto vuoto della riforma con il sostegno a Berlusconi per i suoi processi noi lo andremo a dire in tutti i posti”.

La “spesa” di Berlusconi: 5 dall’UdC e 2 da Api

Vigilia del discorso parlamentare di Silvio Berlusconi che, mercoledì alla Camera, metterà nero su bianco i cinque punti programmatici intorno ai quali rinsaldare la propria maggioranza. Tra dichiarazioni (di tutti), discorsi alla nazione (di Gianfranco Fini) e denunce di dossieraggio politico (di Futuro e Libertà e delle opposizioni in genere), il Premier ha intessuto il capolavoro diplomatico andando alla ricerca di nuovi adepti e pare, stando a indiscrezioni e conferme, che l’opera di pubbliche relazioni abbia per ora fruttato la scritturazione di sette nuovi alleati.

Finiti nel gruppo misto. Si tratta di cinque ex UdC (Calogero Mannino, Saverio Romano, Giuseppe Drago, Giuseppe  Ruvolo e Michele Pisacane: noti alle cronache poitiche come i cinque “siciliani”) i quali andranno a formare il gruppo “Popolari per l’Italia” e due ex Api (l’Alleanza per l’Italia di Francesco Rutelli), Massimo Calero e Bruno Cesario. Il vocio crescente è che Calearo (il cui recente percorso politico è stato il seguente: eletto con il Pd, passato all’Api, ora nel Gruppo Misto) abbia ricevuto la promessa di un ministero.

Cosentino, negate intercettazioni. Finiani votano con l’opposizione

Primo banco di prova per l’Esecutivo: si è votato in mattinata rispetto alla richiesta del Gip di Napoli di poter usufruire delle intercettazioni telefoniche inerenti alla vicenda di Nicola Cosentino (esponente PdL, coordinatore regionale della Campania), accusato di essere direttamete coinvolto nell’inchiesta sulle cosiddette “nuove P2” e indagato per reato di associazione camorristica.

Cosentino, dimessosi nella circostanza da Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Economia e delle Finanze (forti le pressioni in tal senso dell’area finiana del PdL), alla fine vince la personalissima battaglia (la Camera ha negato l’autorizzazione a procedere) ma il PdL non può politicamente esultare per una evidente spaccatura. Erano nell’aria, non fanno notizia in maniera assoluta ma i voti del gruppo parlamentare Futuro e Libertà – confluiti in quelli dell’opposizione, che ha espresso parere positivo rispetto all’utilizzo delle intercettazioni – si sono per la prima volta dissociati da quelli della maggioranza.

PdL – Fli: Prestigiacomo e Della Vedova, scopri le analogie

Continua a tenere banco la querelle (ma in realtà è qualcosa di più) che tra i banchi della maggioranza parlamentare differenzia sempre più le intenzioni (politiche, programmatiche, strutturali) del Popolo della Libertà e quelle di Futuro e Libertà. A rimarcare le differenti posizioni tra i seguaci di Silvio Berlusconi e i fedeli a Gianfranco Fini ci pensano, una volta di più, due esponentio poltici riconducibili agli schieramenti di cui sopra.

Da una parte il Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo; dall’altro Benedetto Della Vedova, numero due dei deputati Fli (appena dietro il capogruppo Italo Bocchino). Nel corso delle due interviste concesse a diversi quotidiani, pare di trovarsi di fronte al giochino delle differenze: scoprite quali, verrebbe da dire, se non fosse che stavolta la difficoltà è semmai quella opposta. Provate a trovare le analogie. La crisi di Governo vissuta dai due politici, infatti, rimarca nelle parole degli stessi le divergenze che emergono ogni giorno di più.

La PRESTIGIACOMO: “Inimmaginabile procedere con il logorio e i ricatti delle scorse settimane: noi siamo pronti al voto, credo che il PdL sia l’unico partito realmente in grado di affrontarlo. I finiani? Atto di chiarezza doloroso ma dovuto, volevano indebolire il Governo e il premier“. Non pare dello stesso avviso DELLA VEDOVA: “Il portavoce PdL, Daniele Capezzone, oggi chiede le dimissioni di Fini come allora (facevano parte entrambi dei Radicali, ndr) sparava a zero su Berlusconi. Non ottenne effetti prima, accadrà la stessa cosa. Un confronto con il PdL? Se prevale la prepotenza irrazionale che mira a sfasciare, a fare di Fini bersaglio politico non ci si può fare nulla. Io resto ottimista per natura: spero che prevalga il buon senso per evitare nuove elezioni, sarebbe l’ennesima paralisi“.

Sfiducia Caliendo: mozione respinta con 299 voti contrari

La mozione di sfiducia nei confronti di Giacomo Caliendo viene respinta con 299 voti contrari.
Alfano:
“P3 figlia di Pm e sinistra”. Di Pietro: “Fatto politico”. FL e UdC si astengono. Franceschini: “Berlusconi è solo”. Cicchitto: “Non diamo la testa di Caliendo”. Rissa PdL-finiani. Coro da stadio: “Silvio, Silvio”.

IL RESOCONTO DELLA GIORNATA
La conferenza dei capigruppo a Montecitorio ha optato per discutere mercoledì 4 agosto, con inizio alle 17, la mozione di sfiducia a Giacomo Caliendo, sottosegretario alla Giustizia coinvolto nell’inchiesta della cosidetta P3, avanzata da Pd e Italia dei Valori. Il voto è previsto per le 17, Caliendo non dovrebbe avere alcun problema a passare incolume la prova del Parlamento perchè, seppure con una maggioranza non assoluta, la mozione stessa sarà respinta. A votare contro, la maggioranza parlamentare e i membri di Governo del neonato gruppo Futuro e Libertà mentre i deputati dello stesso schieramento si asterrano come pure l’Udc e L’Api. Il voto a favore dei firmatari non sarà sufficiente a sfiduciare il sottosegretario a cui Silvio Berlusconi ha già rinnovato la propria fiducia: “Resta dove sei“.
LA MOZIONE. Presentata lo scorso 14 luglio dal Partito Democratico e dall’Italia dei Valori in merito all’inchiesta sulla “lobby” P3 dalle cui intercettazioni al vaglio della magistratura è emerso in più di una circostanza il coinvolgimento di Giacomo Caliendo, indagato per associazione segreta.
[…]
Ore 11.45. Rese note le parole pronunciate nella serata di ieri da Silvio Berlusconi nel corso di una cena con le deputate del Pdl: “L’astenensione è una scelta senza senso, un grave errore politico. O si vota la sfiducia a Caliendo e non si capisce il motivo, oppure se si sostiene il governo si vota la fiducia e basta. Il governo non cadrà: non si cade su una questione che non riguarda il programma. E’ sul piano di governo che ci sarà un confronto aperto“.
[…]
Riusciamo ad anticipare il più probabile scenario cui si assisterà alla Camera dei Deputati in occasione del voto. Stando ai numeri e alle dichiarazioni delle ore precedenti, questo è quanto dovrebbe accadere.

FAVOREVOLI ALLA SFIDUCIA A CALIENDO
Partito Democratico (firmatario della mozione di sfiducia)
Voti 206

Italia dei Valori (firmatario della mozione di sfiducia)
Voti 24

Altri
Voti 5

Totale voti favorevoli 235

CONTRARI ALLA SFIDUCIA A CALIENDO
Popolo delle Libertà (partito di cui fa parte Giacomo Caliendo, sottosegretario alla Giustizia)
Voti 237

Lega Nord
Voti 59

Altri
Voti 10

Totale voti contrari 306

VERSO L’ASTENSIONE

Futuro e Libertà
Voti 33

Udc
Voti 39

Alleanza per l’Italia
Voti 8

Movimento per l’Autonomia
voti 5

Liberal Democratici
Voti 4

Totale voti di astensione 89

Maggioranza assoluta alla Camera
(ovvero il 50%+1): voti 316
Quorum necessario tenendo conto degli astenuti: voti 271

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