Sfiducia Caliendo: mozione respinta con 299 voti contrari

La mozione di sfiducia nei confronti di Giacomo Caliendo viene respinta con 299 voti contrari.
Alfano:
“P3 figlia di Pm e sinistra”. Di Pietro: “Fatto politico”. FL e UdC si astengono. Franceschini: “Berlusconi è solo”. Cicchitto: “Non diamo la testa di Caliendo”. Rissa PdL-finiani. Coro da stadio: “Silvio, Silvio”.

IL RESOCONTO DELLA GIORNATA
La conferenza dei capigruppo a Montecitorio ha optato per discutere mercoledì 4 agosto, con inizio alle 17, la mozione di sfiducia a Giacomo Caliendo, sottosegretario alla Giustizia coinvolto nell’inchiesta della cosidetta P3, avanzata da Pd e Italia dei Valori. Il voto è previsto per le 17, Caliendo non dovrebbe avere alcun problema a passare incolume la prova del Parlamento perchè, seppure con una maggioranza non assoluta, la mozione stessa sarà respinta. A votare contro, la maggioranza parlamentare e i membri di Governo del neonato gruppo Futuro e Libertà mentre i deputati dello stesso schieramento si asterrano come pure l’Udc e L’Api. Il voto a favore dei firmatari non sarà sufficiente a sfiduciare il sottosegretario a cui Silvio Berlusconi ha già rinnovato la propria fiducia: “Resta dove sei“.
LA MOZIONE. Presentata lo scorso 14 luglio dal Partito Democratico e dall’Italia dei Valori in merito all’inchiesta sulla “lobby” P3 dalle cui intercettazioni al vaglio della magistratura è emerso in più di una circostanza il coinvolgimento di Giacomo Caliendo, indagato per associazione segreta.
[…]
Ore 11.45. Rese note le parole pronunciate nella serata di ieri da Silvio Berlusconi nel corso di una cena con le deputate del Pdl: “L’astenensione è una scelta senza senso, un grave errore politico. O si vota la sfiducia a Caliendo e non si capisce il motivo, oppure se si sostiene il governo si vota la fiducia e basta. Il governo non cadrà: non si cade su una questione che non riguarda il programma. E’ sul piano di governo che ci sarà un confronto aperto“.
[…]
Riusciamo ad anticipare il più probabile scenario cui si assisterà alla Camera dei Deputati in occasione del voto. Stando ai numeri e alle dichiarazioni delle ore precedenti, questo è quanto dovrebbe accadere.

FAVOREVOLI ALLA SFIDUCIA A CALIENDO
Partito Democratico (firmatario della mozione di sfiducia)
Voti 206

Italia dei Valori (firmatario della mozione di sfiducia)
Voti 24

Altri
Voti 5

Totale voti favorevoli 235

CONTRARI ALLA SFIDUCIA A CALIENDO
Popolo delle Libertà (partito di cui fa parte Giacomo Caliendo, sottosegretario alla Giustizia)
Voti 237

Lega Nord
Voti 59

Altri
Voti 10

Totale voti contrari 306

VERSO L’ASTENSIONE

Futuro e Libertà
Voti 33

Udc
Voti 39

Alleanza per l’Italia
Voti 8

Movimento per l’Autonomia
voti 5

Liberal Democratici
Voti 4

Totale voti di astensione 89

Maggioranza assoluta alla Camera
(ovvero il 50%+1): voti 316
Quorum necessario tenendo conto degli astenuti: voti 271

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Ore 15.22. Arrivano le dichiarazioni di Umberto Bossi a precedere la discussione della mozione di sfiducia nei confronti di Giacomo Caliendo: “Sulla mozione il governo non cade. Il Pd vuole Tremonti? Prima tutto quello che diceva era sbagliato e ora lo propongono. Il Terzo polo? Mi sembra che qualcuno voglia farsi del male da solo senza avere risultati“.
Ore 15.24. Angelino Alfano, Ministro della Giustizia, inizia a riferire alle Camere: “Caliendo non ha mai agito contro suoi doveri. La P3 è costruzione dei pm e della sinistra. Non parlo nel merito ma la mozione di sfiducia non può basarsi su indagini. Tutti faremo i conti con questa mozione. E’ un voto importante per chi parla di garanzie. Sui principi non ci si astiene. Oggi state chiedendo le dimissioni di una persona che e’ solamente iscritta nel registro degli indagati. E il voto di oggi vi tornerà indietro. Molti non voteranno secondo la loro coscienza“.
Ore 16.15. Mario Landolfi (PdL) a Radio Radicale: “Senza una maggioranza di almeno 316 no alla mozione su Caliendo, il presidente del Consiglio dovrebbe chiedere di conferire con il Presidente della Repubblica per discutere dello scenario di crisi“.
Ore 16.38. Finito il vertice del PdL, radunato a palazzo Grazioli da Silvio Berlusconi. Fresche dichiarazioni da parte del Ministro della Difesa nonchè coordinatore di partito, Ignazio La Russa: “Dopo aver esaminato concretamente tutte le carte, riteniamo che Caliendo meriti di non avere nessun atto contrario da parte di chi sostiene la maggioranza. Quindi, allo stato, non c’è nessun elemento che giustifichi certi attacchi“.
Ore 16.50. Anche il capogruppo PdL alla Camera, Maurizio Gasparri rilascia qualche battuta a margine del vertice a Palazzo Grazioli: “L’astensionismo non è una scelta chiara da parte di chi dice di sostenere la maggioranza. Ma abbiamo il dovere di governare e respingere le iniziative prive di motivazioni reali“.
[…]
PRESIEDE LA SEDUTA GIANFRANCO FINI: LE DICHIARAZIONI DI VOTO
Ore 17.01. Il primo a prendere la parola è Giorgio La Malfa: : annuncia che i repubblicani non parteciperanno al voto.
Ore 17.10. Prende la parola il capogruppo di Noi Sud: i deputati voteranno contro la mozione di sfiducia.
Ore 17.18. Il Movimento per l’Autonomia (MpA) annuncia l’astensione dal voto.
Ore 17.19. Prende la parola Antonio Di Pietro (IdV): “La mozione è stata presentata per un fatto politico, non ci interessa se ci siano fatti penalmente rilevanti nè l’iter processuale. Dalla questione morale non ci si può astenere: o si sta di qua o si sta di là. Chiediamo a Caliendo un gesto di responsabilità. Il Presidente del Consiglio è come un novello Nerone che suona la lira sulla sua terrazza circondato da ancelle prezzolate“.
Ore 17.24. Pisticchio (Api): “La nostra astensione è il rifiuto del diktat, della catalogazione, della conta brutale che è la cifra di questo bipolarismo arcaico e ideologico“.
Ore 17.27. Per Futuro e Libertà parla Benedetto della Vedova: “Annuncio il voto di astensione nei confronti della mozione da parte del gruppo che è parte della maggioranza, che sosterrà senza se e senza ma nel rispetto del programma elettorale ma che per tutto ciò che non concerne il programma non preclude nessuna opportunità. La vicenda Caliendo è diversa da quella Brancher e Consentino. Caliendo valuti se rimettere le sue deleghe. Il gruppo comunque di Fli si asterrà. E’ molto positivo che su questa posizione vi sia una convergenza tra gruppi di maggioranza e opposizione.
Ore 17.37. Pier Ferdinando Casini (UdC): “Non nascondiamoci dietro un dito: le elezioni anticipate sono dietro l’angolo. La nostra astensione è figlia di una decisione ponderata e serena. Non ci sono manovre di Palazzo. E’ singolare che ci venga fatta lezione di trasformismo (riferimento al PdL, ndr) da chi fino a ieri ha cercato di indurci in atti trasformistici per aiutare la maggioranza”.
Ore 17.44. Per la Lega Nord, Marco Giovanni Reguzzoni mentre l’emiciclo inizia a scaldarsi e il Presidente Fini è costretto a richiamare in più di una circostanza i deputati della maggioranza: “Non tradiremo mai gli elettori, il Paese vive una condizione di difficoltà e ha bisogno di affrontare problemi seri. Solo un accordo Berlusconi-Bossi può garantire il cambiamento. Noi non abbiamo paura del voto, la Lega non consentirà di ribaltare il volere popolare con giochi di potere. Avanti Federalismo, appoggio a Caliendo”.
Ore 17.58. Per il Partito Democratico, Dario Franceschini: E’ molto grave che il ministro della Giustizia Alfano sia intervenuto con parole pesanti sul merito di una indagine che della magistratura ancora in corso. La nostra è una battaglia per una giustizia normale, europea: in un Paese normale, per quel che è successo a Caliendo ci si dimette subito. In Inghilterra il ministro si dimette per rimborsi spese elevati, in Francia uguale, idem in Svezia (Ministri dimessi per non aver pagato il canone televisivo): in Italia il sistema che esce allo scoperto, al di là dei cognomi, è malato e basato sulla concussione tra politica e affari, sul senso di incolumità e onnipotenza.Non esistono reati, non esistono processi: nè per il Presidente del consiglio nè per i suoi amici. A Berlusconi: si chieda perchè siete partiti in tre a fare il centro destra (Berlusconi, Fini e Casini, ndr) ed è rimasto solo. Non pensi di spaventare tutti con la minaccia delle elezioni: le perderete. Quando darà le dimissioni, sarà la sua sconfitta”.
INTERMEZZO: Accenno di rissa tra Aldo Di Biagio (Futuro e Libertà) e Marco Martinelli (PdL): un diverbio è sfociato in qualcosa di più, pronto l’intervento dei colleghi di partito a sedare lo scontro.
Ore 18.11. Per il Popolo delle Libertà, Fabrizio Cicchitto: “Se il sistema è malato, il Pd fa parte della malattia. Caliendo è l’ennesima vittima sacrificale immolata in nome del Dio giustizialismo così come voluto da Repubblica e da Carlo De Benedetti. Dovremmmo consegnare lo scalpo di caliendo a Di Pietro affinchè arricchisca la propria collezione. Non lo faremo. Si usa il giustizialismo come arma per far la lotta a Berlusconi. In questa seduta si rinnova una sorte di rito tribale grazie a chi almeno una volta al mese deve immolare una persona al giustizialismo. Caliendo, colpevole di che? Di niente. Perchè ha organizzato convegni, è andato a casa Verdini, ha incrociato due volte Carboni, che però non aveva la figura di criminale quando faceva affari con Caracciolo”.
Minuti di battimani a seguito dell’intervento dell’On. Cicchitto con la maggioranza che scandisce chiaramente e a oltranza il nome di Berlusconi. Al “Silvio, Silvio”, il Premier si alza e saluta con tanto di sorriso proverbiale.
ULTIMA DICHIARAZIONE DI VOTO A NOME DEI GRUPPI, SEGUIRA’ IL VOTO FINALE.
Ore 18.33: la mozione di sfiducia viene respinta con 299 voti contrari (sette in meno rispetto alle previsioni),
229 i favorevoli, 75 gli astenuti.

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