Quante volte è stata usata la sfiducia verso un ministro

Il premier può indicare i responsabili di un dicastero ma non può in nessun modo obbligarli a dimettersi. Per tutto questo bisogna ricorrere ad un altro strumento costituzionale che è per l’appunto la sfiducia. Ma quante volte questo meccanismo è stato realmente usato?

L’articolo 94 della Costituzione parla della sfiducia ai ministri spiegando quanto segue.

Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale. Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia. Il voto contrario di una o d’entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni. La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione.

È stato il blog OpenPolis poi a ripercorrere un po’ l’uso dello strumento della sfiducia nel nostro Paese spiegando che di recente c’è stata un’escalation nel ricorso al “licenziamento” dei singoli ministri anche se poi le votazioni proposte non sono quasi mai andate a buon fine. Ecco il riepilogo.

renzi

Nelle prime 15 legislature deputati e senatori hanno votato una dozzina di mozioni di sfiducia nei confronti di singoli ministri, di cui solo una è andata a buon fine. Ma nella XVI e XVII il ricorso allo strumento è aumentato. Nella scorsa legislatura i voti sono stati quattro: nel dicembre nel 2010 l’opposizione (Partito democratico) presentò una mozione contro il governo; pochi mesi dopo, nel gennaio del 2011, fu la volta del ministro dei beni culturali Sandro Bondi; nel settembre dello stesso anno la “vittima” fu Francesco Saverio Romano, a capo del dicastero delle politiche agricole; e infine, con il cambio di governo, Lega nord e Italia dei valori presentarono una mozione contro il ministro del lavoro Elsa Fornero. Nessuna delle azioni citate è andata a buon fine.

Con le elezioni del 2013 inizia la XVII Legislatura, che ha visto il susseguirsi, fino ad oggi, di due governi differenti. Anche durante l’attuale legislatura le mozioni di sfiducia presentate sono state quattro: nel luglio del 2013, pochi mesi dopo l’insediamento dell’esecutivo Letta, con il caso Shalabayeava, il Movimento 5 stelle propose il voto contro il ministro e vice premier Angelino Alfano; nel novembre dello stesso anno fu il ministro della giustizia Annamaria Cancellieri ad essere sotto tiro; a novembre del 2014, ormai nell’era Renzi, ancora una volta fu il ministro Alfano al centro delle polemiche per gli scontri tra i lavoratori Ast di Terni e le forze dell’ordine; l’ultimo caso in ordine di tempo ha visto protagonista la ministra per i rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi, al centro del polverone Banca Etruria.