India, alluvioni: un italiano tra i 165 morti. In Pakistan 1600 vittime: info su donazioni

Non solo la ferocia delle fiamme russe, a lasciare sbigottiti in questo scorcio di agosto nel quale le condizioni meteo favoriscono sciagure di entità ingente. Orrore anche in Asia: il bilancio ufficioso parla di 165 vittime, sedici dei quali di provenienza straniera. Quattro giorni non-stop di alluvioni in India (Kashmir) hanno determinato non solo una catastrofe paesaggistica – strade e ponti distrutti, linee elettriche danneggiate – ma anche la conseguenziale tragedia umana fatta di morti, sepolti vivi, feriti. A Leh, una delle zone colpite, soldati e squadre di soccorso setacciano le case rase al suolo in cerca di cadaveri.

A Lamayuru, una delle destinazioni turistiche più note della zona, 150 persone portate in salvo; altre 69, di diversa nazionalità, tolte dal pericolo a Pang, a oltre 4.000 metri, sulla strada statale Manali-Leh. L’esercito e l’aeronautica militare hanno salvato già nella giornata di ieri circa 420 escursionisti indiani e stranieri da diverse vallate. Non solo: in diverse zone del Kashmir indiano si è prestato soccorso a circa 200 italiani in viaggio verso Nuova Delhi. Fabrizio Romano, capo dell’unità di crisi italiana (prontamente attivata dalla Farnesina) ha in tal proposito affermato: “Due giorni fa erano 300. I rimpatri procedono a pieno ritmo. La situazione, stando a quanto riferito dalle autorità indiane, sta tornando lentamente alla normalità.

ITALIANO. E’ italiano uno dei deceduti: unità di crisi e ambasciata italiana a Nuova Delhi hanno dichiarato di essere in possesso di “consistenti informazioni” rispetto a un connazionale che avrebbe perso la vita nelle inondazioni nel Ladakh.

Rese note le generalità, il Ministero degli Esteri ha fatto sapere di essere già in contatto con i familiari. Si tratta di Riccardo Pitton, uno studente piemontese di medicina, in viaggio in India con una comitiva di amici, in una zona lontana da Leh. Sarebbe stato portato via da un torrente d’acqua o da un fiume di fango. Il corpo non è stato ancora trovato e quindi il ragazzo risulta ancora disperso. Nel frattempo, si parla di altri otto italiani intrappolati dal fango del Kashmir indiano, tra le valli himalayane mentre – secondo i dati forniti dagli uffici governativi del Kashmir – quattro uomini e tre donne di nazionalità italiana, tra i 26 e i 43 anni, sono bloccati a Pang, a circa 4.400 metri di altezza, mentre un’altra connazionale si trova invece a Biamah. L’area di cui si parla è quella del Ladakh, ovvero una delle zone più turistiche dello Stato indiano per la corposa presenza di monasteri tibetani.

PAKISTAN. Se possibile, va ancora peggio in Pakistan con l’ambasciata pachistana a Roma che rende noti i numeri conseguenti alla peggiore inondazione della storia della Nazione (dichiara l’Onu, il peggior disastro degli ultimi anni): circa 1600 morti, oltre 14 milioni di sfollati, 700.000 case distrutte. L’Ambasciata del Pakistan ha attivato il fondo “Prime Minister’s Flood Relief Fund 2010”. “Donazioni di denaro – si legge in una nota dell’ambasciata – possono essere depositate sul seguente conto: Nome Conto: Prime Minister’s Flood Relief Fund Iban: IT98H0569603215EDCEU0551290 Swift/Bic Code: PO5OIT22 Banca Popolare Di Sondrio Agenzia n.15 Via della Farnesina 154, 00194, Roma.