Mumbai: Sono morti di beneficenza

Le immagini delle fiamme, dei colpi di pistola, di fucile e di mitra sono ormai un ricordo nel passato, almeno a livello cronologico e storico, ma di certo non nella memoria delle persone che inesorabilmente dovranno convivere per sempre con questo atto di terrorismo verificatosi a Mumbai un paio di settimane fa. Avvenimenti che hanno unito Pakistan e India, storicamente rivali, sotto un unico obiettivo: eliminare definitivamente il terrorismo internazionale.


Una collaborazione da nemici-amici quella tra i due paesi che sotto l’effige degli Stati Uniti d’America stanno però cooperando verso un fine comune, uno scopo che ha portato alla realizzazione dei primi risultati che, però, lasciano alquanto perplessi non tanto per quanto si è fatto, quanto invece per ciò che si è trovato.

Parrebbe infatti che dietro l’organizzazione terroristica che si cela sotto il nome di Lashkar-e-Taiba, ovvero coloro che hanno rivendicato le azioni che hanno falcidiato Mumbai, si troverebbe una fondazione di beneficenza denominata Jamaat-ud-Dawa, alla quale faceva capo colui che, qualche anno fa ormai, aveva fondato l’organizzazione salita agli onori delle cronache 15 giorni fa: Hafiz Saed.

Una scoperta che ha fatto si che l’intero Pakistan si smobilitasse al fine di porre fine alle organizzazioni, entrambe, con chiusura fisica delle sedi e inibizione dei conti bancari. Risultati concreti che se di certo, un giorno, potrebbero anche andare a svanire di certo un risultato interessante lo hanno portato: unione.

Un’unione che sta legando India e Pakistan, una collaborazione tra chi fino a qualche settimana fa non poteva vedersi e che ora è costretto, gioco forza, a doversi aiutare. E con buoni risultati che possono comportare una base anche per eventuali rapporti futuri. Quando si esce da queste situazioni è l’ottimismo l’unica via e così deve essere anche per India e Pakistan.

In questo scenario di soddisfazione, solo una notizia lascia rammaricati: una fondazione di beneficenza chiusa a causa dei suoi rapporti col terrorismo ovvero: 180 morti a Mumbai causati dall’amore della gente verso gli altri. Forse questo, più di tutto, fa veramente incazzare.

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