Governo, il piano Berlusconi – Alemanno per la fiducia parlamentare


In attesa che il gruppo di responsabilità si faccia realmente avanti, Silvio Berlusconi – con il sostegno operativo di Gianni Alemanno – sta cercando di intessere un piano alternativo affinchè il Governo possa contare su una maggioranza oggettiva il prossimo 28 settembre, giorno in cui il Premier si presenterà in Parlamento (alla Camera) per illustrare i cinque programmatici sui quali chiederà la fiducia a governare per il prossimo triennio. Arrivare a scadenza naturale non è più così scontato, visto che i deputati di Futuro e Libertà (oramai a tutti gli effetti autonomi e svincolati dal PdL: l’unione è attestata dal mero rispetto del programma elettorale) non garantiscono più all’Esecutivo un sostegno unilaterale e a prescindere.

Per iniziativa del repubblicano Francesco Nucara si stava allestendo una pattuglia di eletti che – indipendentemente dalla decisione dei rispettivi partiti di appartenenza: UdC, MpA, gruppo misto, Svp – potesse assicurare a Berlusconi un numero certo di voti (si è vociferato una ventina, ma uno alla volta – laddove interpellati – hanno mostrato di non essere interessati). I venti salvagenti, quindi, sono quasi tutti ciambelle con il buco: a galla non ci si sta.

La necessità aguzza l’ingeno e allora Berlusconi – vulcano di idee, gli va riconosciuto – ha immediatamente iniziato a mettere in atto la strategia di riserva che, in realtà, non è altro se non riprendere l’idea maturata fin dal primo momento della rottura con i finiani: spaccare Futuro e Libertà in due, convincerne una parte a restare fedele al Governo nonostante l’adesione al neonato gruppo parlamentare e fare in modo che – tra quei quindici, diciotto deputati sui quali sui sta cercando di fare leva – passi il messaggio di fedeltà al Premier prima ancora che quello nei confronti di Gianfranco Fini.

A tirare le redini del convincimento sarebbe il sindaco di Roma, Gianni Alemanno ma – come afferma il Corriere della Sera – rispetto ai prescelti su cui agire vi è massimo riserbo. Del resto, la vicenda Nucara insegna quanto sia meglio – e opportuno – agire in sordina.

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