Quella del Governo Renzi la chiamano “fiducite”

I voti di fiducia richiesti dal governo Renzi sulla Legge di Stabilità sono stati tre in tutto e così le questioni di fiducia dell’esecutivo renziano salgono a 29. Secondo una recente panoramica sulla questione offerta da Openpolis, sembra che il rapporto tra voti di fiducia e leggi approvate dal governo in carica sia al 52%, il valore più alto registrato dal 1996 a questa parte. C’è chi la chiama già fiducite. 

Camera: no alla sfiducia con 314 voti. Il Governo tiene

Foto: AP/LaPresse

Dibattito acceso, come nelle aspettative, alla Camera dei Deputati dove il voto di fiducia al Governo presieduto da Silvio Berlusconi è rimasto incerto, dal punto di vista numerico, fino all’ufficialità dei numeri.

Che dicono: 311 voti di sfiducia, 314 voti di fiducia, 2 astensioni. Governo in piedi, situazione politica un po’ più chiara ma il bello verrà nei prossimi giorni.

Più di una le sorprese dell’ultimo momento: innanzitutto le defezioni in quota a Futuro e Libertà dove tre parlamentari non hanno seguito le indicazioni del partito. Polidori (no alla sfiducia), Moffa (non si è presentato al voto), Siliquini (no alla sfiducia con dichiarazione di voto: “Non è cambiato nulla rispetto al 29 settembre, non voto la sfiducia”) hanno di fatto stravolto le previsioni di un pareggio. In secondo luogo, il sì alla sfiducia di Paolo Guzzanti, ex PdL e attualmente deputato del Pli, che era invece annoverato nelle file dei filo-governativi.

Fabio Granata (Fli) e Giorgio Conte (Lega Nord)
hanno sfiorato il contatto fisico in occasione del “voltafaccia” non annunciato della Polidori, il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, è stato costretto a sospendere la seduta.

Le dichiarazioni di voto dei maggiori gruppi parlamentari riportate a stralci:

Voto di fiducia: FOTO dal Senato

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Diapositive provenienti dal Senato della Repubblica ritraggono i senatori in procinto di esprimersi in merito alla mozione di fiducia al Governo Berlusconi. Proprio il Premier, nel corso dei lavori della mattina, è stato immortalato in diverse e curiose pose: tra i sorrisi abbozzati e la concessione di un caffè, tra uno scambio di veduto a tu per tu e l’ascolto degli interventi dei senatori, Berlusconi ha ottenuto la fiducia con 162 voti a favore.

Senato: fiducia a Berlusconi con 162 voti a favore

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Il primo step, prevedibilmente, è stato superato: il Governo presieduto da Silvio Berlusconi ha ottenuto la fiducia al Senato con 162 si, 135 no e 11 astenuti in merito alla risoluzione di sostegno a firma Gasparri e Quagliariello. Non è certo nell’emiciclo più “anziano” che si gioca la partita decisiva anche perchè in questo caso i numeri, il PdL, non ha mai smesso di averli nonostante la scissione dei dieci senatori in quota a Futuro e Libertà. Gli stralci più significativi degli interventi dei capigruppo al Senato: il primo riprende le parole di Anna Finocchiaro, referente del Partito democratico, che dichiara:

Berlusconi al Senato: “No a ribaltoni, patto con i moderati”. I finiani: “Dimissioni o sfiducia” – FOTO dal Senato

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Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha oggi parlato al Senato prima del voto di fiducia al governo, previsto per domani, cercando di difendere l’operato del governo e ribadendo che “abbiamo bisogno di tutto tranne che di una crisi al buio”. Inoltre, prosegue il premier, “chi ci vota contro tradisce il mandato ricevuto dagli elettori”. Berlusconi si è però detto disponibile ad eventuali modifiche del programma di governo e ad un allargamento della maggioranza “a tutte le forze politiche che già si riconoscono nel Partito Popolare europeo”, a cominciare dall’UDC, e ha quindi proposto “un patto di legislatura a tutte le forze moderate del Parlamento”.

Berlusconi ha fatto prevalentemente appello alla “coscienza” dei parlamentari “ribelli”, ovverosia di coloro che, nel2008, erano stati eletti tra le file del PDL e che sarebbero pronti a votare la sfiducia, invitandoli a nontradire l’ elettorato” con “un’ alleanza con la sinistra camuffata da governo di transizione”. Inoltre, dal premier è venuto un appello all’ unità “per fare l’ interesse del Paese”, poichè, ha aggiunto, “di tutto abbiamo bisogno fuorchè di una crisi al buio”.

Il Governo Berlusconi ha la fiducia: 342 sì. Numeri e dichiarazioni di voto. Finiani e MpA decisivi

342 sì: Silvio Berlusconi e l’esecutivo ottengono una ampia maggioranza per proseguire. 275 i voti contrari, 3 gli astenuti. Finiani e MpA decisivi (senza il contributo dei quali, il Governo sarebbe caduto: 34 i deputati di Futuro e Libertà, 5 quelli del Movimento per l’Autonomia).

Alla fine – era pronosticato fin dalle prime ore del pomeriggio – il Governo presieduto da Berlusconi ce l’ha fatta. In dubbio solo i numeri della fiducia, non la medesima: si è iniziato a fare la conta degli stessi fin dagli attimi delle dichiarazioni di voto.

Appena prima, l’intervento del Premier.

Si attendeva la dichiarazione di voto di Futuro e Libertà, il capogruppo Italo Bocchino ha detto: “Siamo disponibili su tutto ciò che è scritto nel programnma e sul resto siamo disponibili a discutere con la maggioranza, senza diktat ma anche senza preclusioni preconcette. Il nostro vincolo con gli elettori non può venire meno, il nostro vincolo sul programma non verrà mai meno. Su questo avrà sempre i nostri voti, noi ci saremo sempre.Il tentativo di imboccare la strada dell’autosufficienza secondo Fli è stata un errore perché prefigurava una maggioranza più ristretta e più nuova, non rispondente più alla volontà popolare che si era espressa col voto. Noi non ci sottrarremo al dovere di portare la legislatura fino all’ultimo giorno di vita e manterremo gli impegni del programma. Sul resto, su quello che non è nel programma, siamo diposti a discutere ma senza diktat“.

Messo in cassaforte il sì di Fli, il PdL ha poi preso atto della fiducia del Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo (il capogruppo Carmelo Lo Monte: “Oggi daremo un voto di responsabilità insieme ai colleghi di Fli perché siamo vincolati al mandato degli elettori e al programma di governo“). Al contrario, i LiberalDemocratici hanno negato la fiducia mentre l’Svp ha annunciato l’astensione.

Governo, il piano Berlusconi – Alemanno per la fiducia parlamentare


In attesa che il gruppo di responsabilità si faccia realmente avanti, Silvio Berlusconi – con il sostegno operativo di Gianni Alemanno – sta cercando di intessere un piano alternativo affinchè il Governo possa contare su una maggioranza oggettiva il prossimo 28 settembre, giorno in cui il Premier si presenterà in Parlamento (alla Camera) per illustrare i cinque programmatici sui quali chiederà la fiducia a governare per il prossimo triennio. Arrivare a scadenza naturale non è più così scontato, visto che i deputati di Futuro e Libertà (oramai a tutti gli effetti autonomi e svincolati dal PdL: l’unione è attestata dal mero rispetto del programma elettorale) non garantiscono più all’Esecutivo un sostegno unilaterale e a prescindere.

Per iniziativa del repubblicano Francesco Nucara si stava allestendo una pattuglia di eletti che – indipendentemente dalla decisione dei rispettivi partiti di appartenenza: UdC, MpA, gruppo misto, Svp – potesse assicurare a Berlusconi un numero certo di voti (si è vociferato una ventina, ma uno alla volta – laddove interpellati – hanno mostrato di non essere interessati). I venti salvagenti, quindi, sono quasi tutti ciambelle con il buco: a galla non ci si sta.