Primarie USA: Mississipi? Yes, We Can

Le primarie Usa proseguono nel loro percorso che sta giungendo inesorabilmente al termine. E se da una parte, i repubblicani, abbiamo già un candidato ufficiale, quel John McCain che ha completamente distrutto tutti gli avversari attorno a lui, sul lato democratico la situazione di incertezza che già da mesi sta dominando, continua a sussistere.

La lotta democratica è veramente una battaglia all’ultimo voto. A una sessione di primarie sembra che Obama possa prendere il largo e costruirsi il distacco necessario per avere una minima certezza su Hillary, la quale da parte sua, alla sessione successiva, riesce a recuperare l’intero distacco accumulato, alimentando questo effetto “fisarmonica” che sta tenendo gli occhi di tutto il mondo incollati allo schermo.

Oltre agli screzi che sono nati tra i due candidati democratici, che hanno pubblicamente affermato l’impossibilità, a primarie concluse, di collaborare per un eventuale presidenza democratica, è la capacità di agire sulle folle che impressiona. Non posso capacitarmi del fatto che a una sessione uno dei due passi in vantaggio e alla successiva l’altro recuperi. E così sembra che i due inizino a ricorrere a dei “mezzucci” per poter portarsi a casa anche un singolo voto.

Non è bastato il superTuesday, pubblicizzato in Italia come se riguardasse le nostre elezioni politiche, a dare la sferzata decisiva alla battaglia. E così dopo che Hillary ha recuperato nuovamente sul candidato “coloured”, è giunto il momento del Mississipi. Si voterà oggi per la sessione delle primarie in questo stato. Uno stato che risponde appunto “Yes, We Can”; come il motto di Barack Obama. In Mississipi infatti Obama gode di un discreto vantaggio su Hillary, con le stime che danno un 58% per Barack e 34% per la Clinton.

Il Mississipi quindi diverrà l’ennesimo stato che permetterà ad Obama di conquistare un vantaggio che possa permettergli, almeno nei suoi desideri, di giungere vittorioso fino alla fine. Visto il vantaggio cospicuo tra i due candidati, la possibilità di conquistare punti di distacco decisivo esiste. Bisogna ovviamente solo sfruttarla.

Eppure penso che sarà dura, alla fine delle primarie, per il vincitore democratico. La sfida senza esclusioni di colpi, con insulti, critiche e tutto quello che fa parte di una campagna elettorale senza scrupoli, costringerà, almeno a mio parere, ad elevare sul carro degli sconfitti con onore il perdente e a vedere il vincitore con tutti i difetti che l’avversario ha segnalato di lui.

Mentre intanto John McCain, sulla sua poltrona di casa, aspetta di conoscere definitivamente il suo avversario.

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