USA: Tempi duri per McCain

La vita per John McCain inizia farsi complicata. Se fino ad ora è stata una corsa completamente in discesa, la strada tra poco potrebbe iniziare a salire e non poco. Per chi non lo sapesse, o non lo ricordasse, John McCain è il candidato repubblicano alla Casa Bianca. Uscito vincente dalle primarie del suo schieramento, travolgendo e asfaltando la propria concorrenza, ora per McCain si prospetta una gara molto più difficile.

Adesso non si tratta più di battaglia all’interno dello schieramento, ma si tratta dell’ultima battaglia, quella decisiva, quella che vale un posto in “paradiso”. Vincere significherebbe aver vinto la guerra contro i democratici, in queste primarie che già li hanno sconvolti abbastanza.

Poveri democratici. Sono passati in pochi mesi dalle stelle alle stalle. In principio era tutta esaltazione, con due candidati inusuali, un candidato di colore Barack Obama e una donna, tra l’altro abituata agli ambienti della White House, Hillary Clinton. Due candidati che per la loro particolarità avevano rapito l’attenzione di tutti i media mondiali, nonostante fossero avversari in casa. Eppure in principio, forse per questo spirito comune democratico che li univa, la battaglia sembrava dovesse essere corretta.

Con il passare del tempo ecco la situazione scemare verso le stalle. I due contendenti democratici raccolgono vittorie e sconfitte e arrivano a ogni turno elettorale praticamente sempre appaiati. Entrambi vedono la poltrona democratica della Casa Bianca avvicinarsi, eppure allo stesso tempo vedono anche il proprio avversario avvicinarsi. E così iniziano i trucchi, i sotterfugi, le tipiche affermazioni contro il proprio rivale.

E così alla stoccata vincente di uno, vi è una risposta uguale e contraria. Un continuo punzecchiarsi, che fino ad ora ancora non ha portato a niente. Sempre appaiati. Sempre insieme. E intanto John McCain continua a guardare.

Osserva attento e nota come, qualsiasi avversario democratico si troverà ad incontrare, lui sarà li a combattere. I sondaggi lo danno leggermente sfavorito, 47% contro 46% contro Obama e 49% contro 47% contro la Clinton.

Ma chissa che la regola dell’”underdog” non valga anche per McCain. Rimasto in secondo piano fino ad ora, non per colpa sua quanto per la vivacità della lotta Clinton – Obama, magari si prepara a lanciare la scoccata finale per arrivare al risultato tanto sperato. E chissà che quella strada in salita non diventi via via meno ripida.

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