Primarie USA: McCain, un re senza corona

In questi giorni democratici e repubblicani si trovano ad avere molti aspetti in comune. Ancora meglio potremmo dire che i loro “premier” candidate Barack Obama, Hillary Clinton e John McCain si ritrovano ad avere molto in comune.

Certo per il povero McCain forse sarebbe stato meglio ritrovarsi ad avere cose in comune solo con Obama, ma putroppo per lui e per il suo partito non è così. Ad ogni primaria, ormai da almeno 3 turni, per McCain è sempre la stessa storia.

75%. Questo è il massimo che il candidato repubblicano riesce a recuperare ad ogni turno di primaria. Niente di più. Certo, direte voi, dalla parte democratica farebbero la fila per riuscire ad ottenere, almeno una volta, un risultato del genere. Assolutamente vero, ma bisogna considerare una condizione fondamentale della primaria repubblicana.

John McCain attualmente sta correndo da solo. Ha già vinto e tutte queste sessioni di primarie, che gli servono per mostrare a tutto l’elettorato repubblicano, e agli indecisi, il suo programma, le sta vincendo con ampio margine sui candidati avversari Mitt Romney e Paul Huckabee.

Eppure sempre almeno ¼ dei voti dell’elettorato repubblicano non vanno a lui. E il partito inizia a farsi delle domande. Inizia a chiedersi il motivo di questo “abbandono” in un periodo elettorale così semplice, eppure allo stesso tempo così complicato e basato sulle certezze elementari.

Le risposte possono essere molteplici e tutte con ampia giustificazione. Da una parte l’elettorato repubblicano, avendo già dichiarato la vittoria del candidato repubblicano, tendono a snobbare leggermente la posizione di McCain, già fin troppo salda, puntando sui candidati minori.

Una mossa senza senso direte voi, eppure non è proprio così. Per i due “loser candidate” infatti un feedback di questo tipo ad ogni sessione di primaria significa poter avere un po’ di potere in più all’interno del partito stesso. E abbiamo visto come, dalla parte democratica, i rivali di primarie non si amino proprio alla follia.

Così i repubblicani si trovano con un re, che sembra aver perso la sua corona e con lei anche tutto il suo regno. I suoi sudditi sembrano averlo abbandonato, puntando sugli “altri”. Quasi disconoscendolo.

Una situazione che, pur preoccupando particolarmente il partito repubblicano, non dovrebbe fare preoccupare più di tanto il buon McCain. E’ il candidato alla poltrona della Casa Bianca da mesi, sta sostanzialmente correndo da solo da altrettanto tempo. Se proprio vuole può sempre mettersi a disturbare i democratici e iniziare a fare il tifo per Hillary.

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