Pd, tra “scosse” e brigate rosse

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Scosse… La spaccatura interna al Pd prende corpo. Una spaccatura che risponde implicitamente a Massimo D’Alema. E si schiera con il segretario – suo successore – Dario Franceschini e con l’appoggio anche della neo-stella Debora Serracchiani, nelle esternazioni dell’ex: Walter Veltroni. L’appello all’opposizione di D’Alema ha trovato la sua risposta nell’appoggio di Veltroni a Franceschini. Endorsement al segretario Pd e sfida aperta a Pier Luigi Bersani, sponsorizzato da D’Alema. E la partita è certo da giocare.

Neel frattempo, le parole dell’ex premier hanno avuto anche un altro effetto, certo meno prevedibile. Perchè D’Alema non ha parlato solo delle condizioni e del futuro del suo partito, ma anche e soprattutto delle condizioni dell’attuale maggioranza, soprattutto in seguito alle Europee. (E le amministrative? no…) Il leades Ds ha parlato di “scosse”. E non tutti l’hanno presa bene. Vedi Maroni…

Il governo è in difficoltà, grande difficoltà, e non va, dice D’Alema. Che provoca, sentenziando: E potrebbe esserci una “scossa”, aveva detto. Proprio oggi Il Giornale pubblica i dubbi del ministro dell’Interno Roberto Maroni sulle parole dell’ex ministro degli Esteri. Un sospetto non da poco. Un sospetto che ha precisi significati in Italia e nella storia del paese che si vive.

È preoccupante il fatto che Massimo D’Alema parli di scosse dopo l’arresto di persone che volevano ricostruire le Brigate Rosse

Frasi che fanno sollevare il Partito Democratico, da Piero Fassino ad Anna Finocchiaro. Il responsabile del Viminale parla, e considera, e ipotizza:

Se si collegano i termini usati dall’ex premier (‘scossa’) e la ripresa dei fenomeni eversivi, il quadro che ne deriva non è tranquillizzante.

Le parole vengono dalla cronaca di questi ultimi giorni. Con un collegamento. I cinque arrestati come presunti terroristi, per Maroni, avevano come obiettivo quello di uccidere la gente e chi governava. Prosegue e conclude: non so se è un caso, ma non vorrei che le cose fossero collegate.

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