Pakistan, elezioni rinviate e Musharraf in odor di santità

Musharraf tv

Alla fine, le elezioni sono state rinviate davvero. “Motivi tecnici”, spiegano le fonti ufficiali. E la Commissione Elettorale Pakistana rimanda il momento della verità al prossimo 18 febbraio. Il Partito del Popolo Pakistano, fu di Benazir Bhutto e ora del marito e del figlio, avrebbe, lo si è detto, evitato il rinvio delle legislative. O, se proprio, una data un po’ più vicina. “Dopo quanto accaduto, andare al voto è complicato. Il Paese è nel caos, alcuni seggi sono stati incendiati, le schede sono sparite, dobbiamo rimettere tutto in piedi. La prima data utile è quella“, ha spiegato Qazi Muhammad Farooq, responsabile della commissione.

E Pervez Musharraf parlò alla nazione. Attraverso la tv di stato. Assicurando che il voto sarà “regolare e pacifico“, e augurandosi di giungere poi, finalmente, ad “una democrazia costituzionale dopo le elezioni“. Il rinvio delle elezioni era “inevitabile“, e, per assicurarne il pacifico svolgimento, l’esercito “sarà dispiegato per tutto il periodo del voto“. Per la sorte e il destino di Benazir Bhutto, la leader dell’opposizione assassinata a Rawalpindi, Musharraf parla di vero e proprio martirio. Ricordando che, dopotutto, lui e lei avevano una missione comune. E definendosi molto “triste per l’incidente“.
Per dimostrare i suoi buoni intenti e la sua accorata presenza, annuncia l’arrivo, in Pakistan, di un team di investigatori britannici di Scotland Yard che parteciperà alle indagini sull’omicidio della leader del Ppp, “uccisa da terroristi“, precisa il generale, gente di Al Quaeda, sostiene.”Miscredenti e partiti politici vogliono sfruttare questa occasione per trarne vantaggio“. I rinforzi da Scotland Yard arriveranno in seguito ad un incontro tra il Presidente Pakistano e il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, primo rappresentante di un governo straniero in Pakistan dopo l’assassinio della Bhutto. La Francia ha offerto il suo aiuto nelle indagini, trovando positiva accoglienza in Musharraf. Che evidentemente ricorda bene che gli Stati Uniti hanno dichiarato estremo scetticismo su come le indagini vengono condotte.

Al momento, a disposizione dell’inchiesta c’è una foto che ritrae due possibili sospetti, e una taglia di 164 mila dollari per chi saprà dare informazioni utili su quanto accaduto il 27 dicembre scorso. Nella foto, in possesso della stampa, ci sono due uomini in mezzo alla folla a pochi metri dall’auto di Benazir Bhutto. Il momento ritratto è di qualche istante prima dell’apertura del fuoco da parte di uno dei due. L’altro si è poi fatto esplodere.

L’agenzia France Press, poi, riferisce di un video amatoriale, grazie al quale è stato possibile ricostruire che qualcuno ha effettivamente sparato all’ex premier con una pistola automatica. Un video che distrugge totalmente e senza appello la prima versione della morte della donna data dal governo. Deceduta perchè, sosenevano, in seguito all’esplosione, avrebbe battuto la testa contro il tetto della macchina sulla quale viaggiava al termine del comizio. Una versione che le fonti ufficiali avevano già ritrattato, scusandosi per l’errore.

Lascia un commento