Pakistan, Musharraf duro contro la rivolta

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Pugno di ferro: queste le parole d’ordine del Presidente Perez Musharraf per stroncare la rivolta che in queste ore sta incendiando il Pakistan. Manifestazioni a Lahore e nelle principali città. Il bilancio dei disordini è di 38 morti. A Karachi, uomini mascherati hanno teso un agguato a un giovane sostenitore della leader assassinata, uccidendolo, e ferendone un altro. Le elezioni previste per l’8 gennaio sono sempre più incerte, e nelle prossime ore il partito di Benazir Bhutto deciderà se boicottarle o meno. I misteri irrisolti dell’assassinio dell’ex premier e della sua dinamica sono, intanto, ancora tanti.

Al Qaeda ha smentito ogni coinvolgimento, attraverso le parole del suo uomo in Pakistan, il leader taleben Mehsud.  Nel frattempo, la portavoce della Bhutto ha contestato la versione ufficiale dell’attentato che il governo aveva fornito in questi giorni. La donna avrebbe lavato il corpo di Benazir per il funerale, e avrebbe visto i segni di una pallottola che l’avrebbe colpita alla testa. Musharraf replica fermamente: “Siamo disponibili a riesumare la salma“.

L’agenzia di stampa ufficiale riferisce che il Presidente Musharraf ha dispostola linea dura contro i rivoltosi. ‘‘Le persone che cercano di sfruttare la situazione dandosi al furto e al saccheggio vanno contrastati con fermezza e con tutte le misure necessarie per garantire l’incolumità e la sicurezza della gente”. Pugno di ferro, dunque.

Il marito di Benazir Bhutto, Asif Ali Zardari, ha fatto inoltre sapere che in queste ore verranno rese pubbliche le disposizioni postume della moglie al suo partito. Se il Partito del Popolo Pakistano deciderà effettivamente per il boicottaggio delle elezioni, fonti ufficiali del governo in carica fanno sapere che le consultazioni verranno effettivamente rinviate. Non si sa, ancora, con quale alternativa.

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