Lo scoop del Pigneto e la società alla deriva



Stamattina mi sono svegliata (anvedi). Mancando da tre giorni il caffè a casa – e rifiutandosi caparbiamente la sottoscritta di andare da quei ladri del supermercato sotto casa, ma attendendo piuttosto tempi migliori (semplicemente, del tempo) per andare al discount un po’ più lontano ed ergo illudersi di risparmiare – mi sono recata piuttosto al bar per assumere della caffeina (dimostrando per l’ennesima volta a me stessa di essere l’antitesi di una qualsiasi logica economica di base. Pace).


Ivi, al bar (o bare, in cadenza locale), come mia consuetudine ho sbirciato il giornale sorseggiando la sostanza di cui sopra. La Repubblica, ndr. Annoiata, debbo ammettere, ndr. E i rifiuti, e Bertolaso, e il Salva Rete 4, e il Governo Ombra (e continuarsi a chiedere ma perchèèèèèèèè? è frustrante, in fondo), e l’emergenza sicurezza, e la Sapienza, fascisti sì, fascisti no, fascisti ma dove, comunisti sì, comunisti no, comunisti ma dove.


E invece no. Per una volta no. Per una volta, c’era la variante sul tema. C’era lo scoop. Il Pigneto va a La Repubblica.

Al Pigneto sono stato io, mi sono fatto giustizia da solo, ma non chiamatemi razzista

Devo ammettere. Più che il fatto di cronaca, di per sè, mi ha colpito prima di tutto il concetto di scoop. Roba rara, nella routine dell’informazione odierna e quotidiana. Carlo Bonini ci ha azzeccato, perchè l’uomo ritenuto uno degli aggressori responsabili del raid avvenuto al Pigneto di sabato scorso, si è consegnato alla Digos di Roma. Ed è Dario Chianelli: la stessa persona che ha parlato con Repubblica sotto lo pseudonimo di Ernesto.


Non mi sento in colpa per quello che ho fatto perchè non ho fatto niente di male. Non sono nè di destra nè di sinistra, sono per i grandi uomini come Ernesto Che Guevara

Questo il sunto del perchè di Dario-Ernesto di fronte alle telecamere di Repubblica Tv. Il motivo politico non c’entra. Lo ripete più volte, Dario-Ernesto, nel suo glorioso debutto mediatico. Perchè cominciare con uno scoop non è male.


Un aggiornamento dei fatti.

Albanese di m…ti rimando in Albania

Poi, l’aggressione. La vittima è Kledi Kadiu, il ballerino della trasmissione “Amici di Maria De Filippi”. Il fatto risale a ieri sera. L’aggressione è avvenuta sull’Appia, alla Kledi Academy, la scuola di danza che il 34enne di Tirana gestisce a Roma da 4 anni.



Tanto per aggiornamento. Tornando al nostro Ernesto-Dario, Dario-Ernesto, ai media italiani è piaciuto molto il particolare del suo tatuaggio. Marchio a fuoco recante il volto ormai da troppo iper inflazionato di Erneesto “Che” Guevara. Ma la parte più bizzarra del suo racconto è quella in cui afferma:

Io quei ragazzi che erano con me non li conosco. Razzismo e politica non c’entrano

In seguito alle dichiarazioni, rese spontaneamente, sarà indagato dal pm appena riceveranno la denuncia della Digos. L’inchiesta che lo vede coinvolto, al momento ipotizza i reati di danneggiamento e violenza privata aggravati.


La politica, per il Nostro, nella vicenda

E’ tutta una cazzata. Quello che è accaduto dopo è tutta una cazzata organizzata dai centri sociali e da Pifano. L’ho fatto per lo schifo che c’è al Pigneto: basta andare al commissariato di Porta Maggiore e vedere le denunce fatte dai cittadini

L’esatto contrario di ciò che afferma l’ex Onorevola Vladimir Luxuria, che al Pigneto vive da 20 anni.

Prendete i dati della Questura di Porta Maggiore: vedrete che il numero delle denunce è decisamente sceso ripetto ad alcuni anni fa


La sua storia? Eccola:

Ho ribadito quanto ho già raccontato al quotidiano Repubblica ho chiesto solo una cortesia affinché si potesse ritrovare il portafoglio sottratto ad una mia amica. Dopo due giorni mi sono ripresentato al negozio ed ho urlato che sarei ritornato nel pomeriggio alle cinque. Forse qualcuno mi ha sentito il Pigneto è un quartiere piccolo, tutti mi conoscono.
I ragazzi che sono sopraggiunti dopo erano coperti e non li ho riconosciuti, penso che siano della zona ma saranno le indagini a chiarirlo. Ai ragazzi voglio dire che il mio gesto non deve essere imitato, nessuno deve prendere esempio da questi fatti


Nello Speciale di Repubblica TV parla e spiega anche Michele Prospero, Professore di Filosofia del Diritto e di scienza politica presso la facoltà di Scienze della comunicazione de la Sapienza. Non si ricorderà certo della sottoscritta, giustamente. Ma io, appena l’ho visto, mi sono illuminata. Il correlatore della tesi non si scorda mai.

Mah, io non vedo sinceramente, tutto queto allarme sicurezza

Parla, il Professore, di un mutamento linguistico. Nell’università, spiega, aggiungendo un purtroppo, la politica occupa una posizione assai marginale.

Nulla a che fare con gli episodi di 20-30 anni fa

Niente da aggiungere, Professore.


Lascia un commento