Le accuse di oggi, per non dimenticare le stragi di ieri



Beppe Grillo comincia così il post di ieri:

Gli italiani non si meritavano Giovanni Falcone


Un post dal titolo:

Uomini e mezz’uomini, ominicchi, piglianculo e quaquaraquà


E riecheggiano le parole.

Gli italiani non si meritavano Giovanni Falcone


Non c’è un solo modo al mondo per confutarle. Per tutti quagli italiani che, forse, Falcone lo hanno anche meritato, o continuano a meritarlo, in proporzione ce ne sono almeno altri dieci che cancellano e disintegrano quei meriti.

Grillo non usa mezzi termini, e per quanto non mi sia simpatico nei modi, o abbia terrore della piega carismatica stile storici arringatori di folla che la sua lotta ha preso, le sue parole sono vere.

Lui sapeva che lo avrebbero ammazzato. Così come lo sapeva Paolo Borsellino. Sono andati a morire come i primi cristiani nel Colosseo. Lasciati soli dalle istituzioni, dai partiti, da molti colleghi. Borsellino morì di fronte alla casa della madre. Non fu prevista nessuna misura di sicurezza. Ci andava ogni domenica. L’autobomba fu parcheggiata a pochi metri dal campanello del cancello. Il 13 luglio 1992, sei giorni prima dell’attentato, disse a un poliziotto: “Sono turbato. Sono preoccupato per voi, perché so che è arrivato il tritolo per me (dal continente, ndr) e non voglio coinvolgervi”


Grillo attacca. Ricorda e attacca.

Sedici anni dopo Capaci, il presidente del Consiglio si chiama Silvio Berlusconi. In Parlamento ci sono Cuffaro e Dell’Utri. La mafia non ha più bisogno delle bombe. Gli bastano le leggi

E in questo discreto, lento imbrunire dell’estate, mentre torniamo tutti, chi più, chi meno, chi con gioia, chi con disperazione, alla propria quotidiana esistenza, attendendo il prossimo sfogo vacanziero, nell’alienazione che la quotidianità ci regala… Grillo stila un rapido elenco di ‘riforme’ :

1) sostanziale abolizione dell’art.41 bis che impediva la comunicazione tra i detenuti e l’esterno; 2) revisione di alcuni articoli del codice di procedura penale che hanno posto limiti all’utilizzabilità delle dichiarazioni accusatorie; 3) dopo la revisione di tali norme, vero cedimento alle richieste della destra, nessuna disposizione è stata varata a tutela dei cittadini non mafiosi che testimoniano nei processi di mafia; 4) la nuova legge sui collaboratori di giustizia ha provocato un’unica conseguenza: non si pente più nessuno; 5) la possibilità di allargare l’istituto del rito abbreviato anche ai reati più gravi, con uno sconto immediato di un terzo e la contemporanea conclusione delle indagini su quei fatti. A ciò va aggiunto che nessuna iniziativa è stata adottata per rendere operativa l’anagrafe dei conti e depositi bancari prevista sin dal 1991 su suggerimento di Giovanni Falcone”


C’era una volta Giovanni Falcone. Che nel 1991 ebbe a dire:

Ma cosa credono questi signori? Davvero sono convinti che siamo tutti uguali? Credono che mi stia salvando la vita? Io non ho paura di morire. Sono siciliano, io. Sì, io sono siciliano e per me la vita vale meno di questo bottone


Per altre ragioni, per altri versi, anche i bambini di Gomorra, i ragazzini della camorra, la gente normale di Secondigliano non ha quasi paura di morire. Di perdere una vita che vale meno diun bottone.


Lo psiconano vuole riformare quello che è rimasto della Giustizia e dice di volerlo fare “ispirandosi al pensiero di Falcone”. Può permettersi di dirlo senza che nessun giornalista presente gli sputi in faccia o, più sobriamente, gli ricordi la permanenza dell’eroe Mangano nella sua villa di Arcore. La riforma della Giustizia è già avvenuta da tempo. L’hanno attuata D’Alema e Fassino, Castelli e Berlusconi, Prodi e Mastella. Un passo alla volta. Un allungamento dei tempi di prescrizione alla volta. Un indulto alla volta. Una limitazione delle intercettazioni alla volta. Un’abolizione del falso in bilancio alla volta. Oggi siamo ai chiodi bipartisan nella bara.
Don Arena, nel romanzo: ‘Il giorno della civetta’ di Sciascia, divideva l’umanità in uomini e mezz’uomini, ominicchi, piglianculo e quaquaraquà. Falcone era un uomo, noi, che siamo rimasti, cosa siamo?


Gli italiani non si meritavano Giovanni Falcone


Perchè Silvio Berlusconi può permettersi di citare Giovanni Falcone come fonte, Indro Montanelli come simpatia, e nessun cazzo di giornalista riesce, può, fa effettivamente, la più semplice delle domande:

Sta scherzando, vero?


2 commenti su “Le accuse di oggi, per non dimenticare le stragi di ieri”

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