Questa storia parla della morte di un’idea, in verità consumatasi molto tempo addietro.
La lettura del giornale la mattina presto è una sorta di realistica preghiera mattutina. Uno orienta il proprio comportamento nei confronti del mondo o secondo Dio, oppure secondo ciò che è il mondo. Entrambe danno la stessa sicurezza, quella di sapere come ci si possa stare
Questo era Hegel, tanto per gradire.
Non esiste l’obiettività, diceva Indro Montanelli.
Noi viviamo di truffe. Soltanto dei grandi imbecilli possono parlare di obiettività. Si puù sostituire il desiderio di avvicinarsi ad essa. O una tendenziosità dichiarata, che va applicata in ogni caso
Il patto col lettore, unico padrone, è parlare chiaramente.
Il primo numero de il Giornale uscì martedì 25 giugno 1974. Con la direzione di Piero Ottone del Corriere della Sera, dal 1972, Indro Montanelli, dopo molti anni di collaborazione, visse la sua obiezione di coscienza. Via Solferino andava ormai sul radical-chic, e fondamentalmente sul progressismo, e lui si tirò fuori.
A Il Giornale Nuovo, poi, più semplicemente Il Giornale, Montanelli portò con sè molti colleghi (definiti da Ottone l’argenteria di famiglia) che, come lui, non condivisero. Il Giornale, a vederlo oggi non si direbbe, ha dunque storiche origini. Per alcuni opinabili – Montanelli è sempre stato un protagonista forte della Storia italiana, controverso ma professionalmente impossibile da non apprezzare. Nacque esplicitamente, in linea con il patto col lettore montanelliano, come una testata d’opinione.
Ma, col romanticismo, in verità, bisognerebbe finirla. Venne il 1994, l’editore Silvio, racconta Montanelli – lo racconta Indro – scese in campo anche alla redazione de Il Giornale, con le seguenti nuove direttive: d’ora in avanti il quotidiano avrebbe supportato tutte le iniziative politiche del Cavaliere. Lo racconta Montanelli, per carità. Solo, il presente de Il Giornale, ad oggi, farebbe sospettare la veridicità del racconto in questione.
Montanelli, comunque, fece fagotto e cambiò aria. Perchè, nella puntata precedente, era il 1977, Il Giornale era indebitato fino al collo e Montanelli aveva accettato la collaborazione dell’allora giovane, verde, vivace imprenditore milanese, Silvio Berlusconi, pare, mettendo in chiaro:
Sia chiaro, tu sei il proprietario e io sono il padrone, perché se così non fosse, io me ne andrò. La vocazione del servitore proprio non ce l’ho
Nel 1994, questo probabilmente non aveva più importanza.
Oggi ci si ritrova di fronte ad un prodotto editoriale che la gente acquista – e lo acquista, è il sesto quotidiano, per vendite, a tiratura nazionale – credendo di avere in mano un prodotto giornalistico. E invece, sul prodotto in oggetto, bisognerebbe mettere le istruzioni per l’uso, specificando che è ancora una testata di opinione.
Perchè la prima pagina ha più o meno perennemente lo stesso aspetto e foto con il medesimo protagonista. Questo l’online in questo momento.