Attentato a Kabul, tra le vittime anche italiani

Kabul

(ANSA) ROMA – Sarebbe di 6 morti il bilancio dell’attentato di oggi a Kabul e tra questi, come confermato da fonti del ministero della Difesa e dello Stato maggiore della Difesa, anche dei militari italiani.

Almeno due mezzi militari italiani sono rimasti coinvolti nell’attentato, secondo quanto mostrato dalle immagini trasmesse dalla tv afghana Tolo.

Secondo fonti citate dall’agenzia Afp nell’attentato ci sono stati tre morti. Testimoni oculari riferiscono che su i due lati della strada, case e negozi sono andati distrutti.

Foto|Wikipedia

Abruzzo, terremoto e inchieste. E il fotografo si finse prete

A L’Aquila non c’è più nessuno. Il sindaco ha predisposto la chiusura del centro storico. A L’Aquila non c’è più nessuno. I fantasmi ve li racconta Daniele Mastrogiacomo qui. Le vittime accertate sono, ad ora, 272. Più di 1100 i feriti, di cui almeno un centinaio in condizioni gravi. Il numero dei morti sale. Basta controllare per più volte durante la giornata un qualsiasi giornale o una qualunque agenzia.

Un fascicolo contro ignoti sul terremoto, indagando per disastro e omicidio colposo, è stato aperto presso la Procura de L’Aquila. Un atto dovuto, fanno sapere. Ed ecco un’altra news.

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì. Calcestruzzi per tutti

La TAV nel tratto di Anagni. L’ospedale di Caltanissetta. Cos’hanno in comune? Ecco un’agenzia del 13 giugno 2008:

(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Milano, 13 giu – La Direzione distrettuale antimafia di Caltanisetta ha notificato un avviso di garanzia all’ad di Italcementi, Carlo Pesenti nell’ambito dell’inchiesta su Calcestruzzi, sequestrata nei mesi scorsi perche’ accusata di mafia e di avere fornito calcestruzzo di qualita’ inferiore a quello previsto nei capitolati di appalto. Stupore e sconcerto dei legali di Italcementi

Quattro righe che hanno dietro tutto un mondo. Un mondo che in pochi si sono preoccupati di spiegare diffusamente nel mondo mediatico italico. Voci che parlano, appunto, anche nella TAV nel tratto di Anagni. Voci che dicono che, disseminate per l’Italia, ci sono infrastrutture fatte con un’alta percentuale di cemento inferiore alla norma. Quindi a rischio crollo, oppure cmunque dalla durata inferiore alle aspettative.

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì, da Guantanamo

Mentre Bush era in viaggio per le bellezze del Belpaese, un giochetto non da poco gli è stato giocato in terra patria.
Probabile non se lo aspettasse. Quando il gatto non c’è, i topi ballano? Non esattamente, perchè la notizia arriva dopo, naturalmente, un lungo processo e percorso. Un iter che coinvolge una tra le più ustionanti patate bollenti di Giorgio e dei suoi.
Quanto ne sapete, voi? O meglio: quanto vi hanno detto i Nostri (Studio Aperto, Tg1, Tg2, Tg3, Tg4, Tg5)? La notizia in questione, del 12 giugno, è passata in un unico grande calderone, un codazzo melmatico all’interno della cronaca del viaggio del Presidente degli Stati Uniti in Europa, e soprattutto in Italia. E proprio mentre George cominciava la sua due giorni italica, la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America svergognava, costituzionalmente parlando, Guantanamo. Una cosetta così, che è diventata un trafiletto, un sunto di una frase nei nostri telegiornali.

Gianni Alemanno, una sicurezza

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ANSA – Roma, 20 nov 1981 – Arrestato segretario Fronte della gioventù – Sergio Mariani, 28 anni, segretario del Fronte della Gioventù’ di via Sommacampagna, e’ stato arrestato dai carabinieri per aver aggredito, con una pesante spranga di ferro, uno studente universitario di 23 anni, Dario D’ Andrea. Insieme con lui e’ stato arrestato Giovanni Alemanno, di 23 anni, nato a Bari e residente a Gallipoli, per aver partecipato all’ aggressione. Lo studente e’ stato accompagnato al policlinico dove e’ stato giudicato guaribile in dieci giorni. gli aggressori, un gruppo di cinque sei giovani, hanno affrontato Dario d’ Andrea, ieri alle 19.30 davanti al bar ‘ “la gazzella” nel rione Castro Pretorio dove, in quel momento, si trovavano tre carabinieri. forse preoccupati dalla presenza dei carabinieri i giovani, rinunciando al pestaggio, hanno lanciato da lontano, contro il D’ Andrea, la spranga di ferro e sono fuggiti. mentre un carabiniere ha soccorso il ferito, che era stato raggiunto alla testa, gli altri due hanno inseguito i fuggiaschi e sono riusciti a prendere Mariani e Alemanno. Nel rapporto che i carabinieri hanno trasmesso alla magistratura si afferma che, per le modalità’ dell‘aggressione e soprattutto per le dimensioni della spranga di ferro, il colpo poteva essere mortale: il magistrato potrebbe quindi decidere di incriminare entrambi per il reato di tentativo di omicidio. Dario d’ Andrea ha detto ai carabinieri di non conoscere i suoi aggressori e di non aver mai militato in una organizzazione politica.

G8: De Gennaro, rinvio a giudizio. Uè uè

g8
Gianni De Gennaro, che pure attualmente di problemi da risolvere ne ha, e non pochi, apprende della richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti. Per? Torniamo indietro nel tempo, al di là dei luoghi. A quella che è una delle ferite più recenti della troppo recente storia italiana. Una ferita che non può chiudersi e che si chiama G8 di Genova.
I Pubblici Ministeri che hanno l’ingrato compito – delicato, quantomeno – di indagare su quelli che sono già passati alla storia come i fatti del G8, hanno chiesto il rinvio a giudizio dell’ex capo della polizia. Motivo: avrebbe istigato l’ex questore di Genova, Francesco Colucci, a rendere falsa testimonianza. Falsa testimonianza resa durante il processo per la drammatica, controversa, violenta irruzione nella scuola Diaz.

Il lavoro fa male

Cantiere
Si rimane senza parole. Sarà colpa della rete. Lo deve essere per forza. Forse alle notizie del telegiornale uno in qualche modo ci si era abituato. Ma così. Aprire la mattina la pagina di un quotidiano on line. O dell’Ansa. O della Reuters. O di chi vi pare. E ogni volta. Ogni giorno, praticamente, fare refresh o dare un occhio ai feed RSS. E, così poeticamente preparati, rimanere sconvolti.
Ne sono morti altri cinque. L’ultimo, dopo un’agonia terribile. A Molfetta. Morti per le esalazioni di acido solforico sprigionate da un’autocisterna che trasportava zolfo. La dinamica? Il primo si era calato nell’autocisterna per lavare le pareti del serbatoio. Si è sentito male. Gli altri sono accorsi ad aiutarlo. E sono morti a loro volta. Dinamica nuda e cruda.
Uno dei cinque è il titolare della ditta, Vincenzo Altomare, che, insieme all’autista dell’autocisterna si è calato nel serbatoio letale per aiutare il collega. Non ce l’hanno fatta, e sono rimasti a loro volta vittime.

La dignità non ha prezzo. Per tutto il resto… c’è Mastelcard

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Il dado è tratto. Con la dichiarazione di ieri, Berlusconi sembra avere definitivamente chiuso la porta in faccia a Mastella.

“Non c’è sincronia tra l’immagine rappresentata da un certo modo di rappresentare la politica e quello che è il sentimento del popolo delle libertà”

Si dirà: Ma non aveva già rotto lo stesso Mastella, alcune ore prima? Si risponderà: Vuoi mettere?
Questi i fatti.

Il Giornale, non un giornale. Povero Indro

Biagi Montanelli

Questa storia parla della morte di un’idea, in verità consumatasi molto tempo addietro.

La lettura del giornale la mattina presto è una sorta di realistica preghiera mattutina. Uno orienta il proprio comportamento nei confronti del mondo o secondo Dio, oppure secondo ciò che è il mondo. Entrambe danno la stessa sicurezza, quella di sapere come ci si possa stare

Questo era Hegel, tanto per gradire.

Non esiste l’obiettività, diceva Indro Montanelli.

Noi viviamo di truffe. Soltanto dei grandi imbecilli possono parlare di obiettività. Si puù sostituire il desiderio di avvicinarsi ad essa. O una tendenziosità dichiarata, che va applicata in ogni caso

Il patto col lettore, unico padrone, è parlare chiaramente.

Il destino dell’Articolo 21

Rsf
Di appelli pullula la rete. In qualche modo, sarà nata anche per questo. Internet ospita e dà asilo ad ogni istanza. Bella, brutta, vera o falsa. Chi fa giornalismo con la rete deve stare molto attento. Anche se, se ancora esiste e resiste un po’ di romanticismo, il giornalismo fatto solo con la Rete non è, esattamente, più giornalismo. Bando ai romanticismi. Gli appelli, si diceva.
Riportarlo non fa mai male. Dovesse entrare in testa a qualcuno. Testo integrale, perchè poi, insomma, è anche stilisticamente bello. E poi. La Costituzione fa anche 60 anni. Ecco l’ Articolo 21 della Costituzione della Repubblica Italiana.

Prodi non ci sta. Zapatero e il suo Pil non hanno ragione

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Che le affermazioni delle controparte iberica non fossero esattamente state ben digerite dal nostro Presidente del Consiglio, Romano Prodi, ci si poteva mettere la mano sul fuoco. Ma che il suddetto Premier si prendesse la briga di inviare precisa e diffusa lettera all’Ansa per confutare metodologicamente la suddetta controparte, è meno banale.

Giù le mani da Malpensa. Parola di Umberto

Bossi

Giù le mani da Alitalia, francesi. Ancor più, giù le mani da Malpensa. La Lega annuncia rivolta, e da quando il Governo, per voce di Tommaso Padoa Schioppa, ha fatto ufficialmente sapere il suo mood positivo nei confronti della vendita della compagnia di bandiera ad Air France/Klm, un po’ tutto il Nord Italia protesta. E la Lega trova preziosi alleati in Cisl e Uil. Più diplomatica la Cgil, che per ora si schiera, ma solo con la sua rappresentanza regionale. Il partito del sì, invece, vede il Governo circontato da una sorta di silenzio-assenso: unica voce esplicita l’Enac, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, che, attraverso il suo presidente, Vito Riggio, esprime “viva soddisfazione per l’orientamento espresso dal Governo rispetto all’avvio da parte di Alitalia di una trattativa in esclusiva con Air France-KLM“.